lunedì 23 gennaio 2012

Le contraddizioni del capitalismo

Forse è difficile capire la faccenda, tuttavia quello che emrge in questi giorni è una cosa abbastanza comprensibile. Se è vero che il capitalismo necessita di una certa dose di egoismo per sussistere, in altri termini, la libera impresa non è altro che la ricerca personale del profitto, l'accumulo di un pò di soldi per essere più benestanti di altri, è anche vero, però, che il capitalismo si oppone, nella sua natura, all'eccesso di richezza. Supponiamo, pe run momento, che tutte le ricchezze del mondo siano nelle mani di un unico uomo. Potremmo ancora parlare di sistema capitalistico? Assolutamente no. Il capitalismo campa con lo scambia di denaro. La libera impresa prospera se esistono ancora tante persone in grado di spendere. Fino ad ieri, praticamente, si è grantita la prosperità al cosiddetto mondo occidentale. Ora, con la globalizazione, la prosperità dovrebbe estendersi anche ai paesi non occidentali (Asia ed Africa). In realtà, ci si sta rendendo conto che la cosa è più difficile di quanto si supponeva. Non è il libero mercato, ma l'accumulo eccessivo di risorse in poche mani a creare un problema. Un modo per ovviare a tale problema è indurre i più o meno ricchi a investire i loro soldi in titoli, in modo da far ricircolare i soldi. Solo che c'è il problema che questi soldi devono non solo tornare alla base, ma anche in misura maggiore da cui sono partiti. Una volta i re e gli imperatori, per fara cassa, muovevano guerra contro un paese vicino. Adesso è un pò più difficile fare la guerra, sia perchè corlerebbe il mercato finanziario, sia perchè circolano armi troppo pericolose. L'ideale sarebbe invadere un pianeta extaterrestre, se solo ne avessimo uno a portata di mano. Oppure invadere la Svizzera o i paradisi fiscali per appropriarsi dei soldi degli evasori. A questo punto emerge chiaramente il punto nodale del problema: è necessario ripristinare un equilibrio tra la distribuzione delle risorse per fa sì che riprenda la circolazione monetaria. Altrimenti si rischia di finire come in Grecia, dove l'economia sta regredendo a livello del feudalesimo, dimostrato dal fatto che la gente abbandona le città per tornare a coltivare i campi. E l'unico modo è un forte sistema di tassazione che sia in grado di prelevare i soldi ai più ricchi, con la concomitante abolizione dei paradisi fiscali. Sarà possibile? L'impresa è molto ardua e dubito che sia possibile a livello mondiale, figurarsi a livello italiano. Intanto, Stati Uniti e Inghilterra usano le agenzie di rating per declassare l'Europa e costringere i ricconi intoccabili a mettere il loro denaro nelle banche americani o inglesi. Intanto Cina, Russia, Brasile e i paesi che possono campare sulle riserve di petrolio, gas, oro, uranio e diamanti se ne stanno a guardare. E i paesi come l'Italia che non hanno risorse naturali da vendere e che sono declassati a livello finanziario, che faranno?

mercoledì 18 gennaio 2012

Il problema della liberalizzazioni

Devo dire che, al di là della protesta montante, di tassisti, farmacisti, notai e benzinai, indipendentemente dal fatto che ci siano valide o non valide ragioni, c'è da dire che è difficile in Italia fare sì che le proteste trovino appogia da parte degli esterni alla categoria.

In Italia si registrano tante proteste per categoria, ma non esiste una protesta unitaria, di tutti i cittadini.

Questo la dice lunga sulla frammentazione sociale dell'Italia.

E' chiaro che tante proteste separate hanno poca incisività sul governo centrale. In realtà, se il governo dell'Italia fosse effettivamente un governo forte, queste proteste non avrebbero alcun effetto significativo.

La forza di un governo non sta nel numero di voti ricevuti. Questo è un errore. La forza di un governo sta nella capacità e dignità morale dei governanti.

Purtroppo gli italiani sono come gli ebrei che votarono a favore di Barabba. Non sono capaci di valutare la Qualità di un governo. Ma cos'è la Qualità?

Forse si è incapaci di valutare la Qualità perchè si è privi di qualità? Può darsi. Ma gli uomini senza qualità sono così tanti in Italia?

Una cosa è certa: se non si sa valutare la Qualità, non è possibile fare scelte corrette, così come gli ebrei che votarono nei tempi passati a favore di Barabba.

Su questo bisognerebbe cominicare a ariflettere. Intanto andiamo avanti con proteste categoriali, che servono a poco o nulla.

lunedì 2 gennaio 2012

L'insostenibile leggerezza del non-essere

Dopo Tremonti, un ministro senza palle, che pensava di raddrizzare i conti dello stato a furia di condoni, è arrivato un Monti che, bene o male, il lavoro lo fa. Sebbene gran parte della stampa italiana abbia presentato Monti come una specie di salvatore della patria, probabilmente anche come conseguenza al rebound dovuto alla precedente amministrazione di Mister B(luff), gli esordi del governo Monti non sembra vadano nel verso giusto. L'aumento delle tasse indirette è la solita manovrina di chi, con l'acqua alla gola non sa che pesci pigliare. Chiaramente, come sempre sostenuto in questo blog, le tasse indirette vanno a colpire sprattutto i più poveri, creando disagio e indignazione. Le bombe alle sedi Equitalia sono un primo segnale. Alla fine anche il mulo più rincretinito, in seguito alle continue bastonate, si ribella. E questo vale soprattutto per un governo non eletto ma imposto da ALTRI. Altri piccoli segnali sono dati dal fatto che questo governo sembra stia facendo qualche manovrina a favore di qualche affarista, come l'eliminazione dal decreto milleproroghe dell'abolizione dei sacchetti di plastica, che favorisce i produttori di plastica come Delio Dalola, presidente di Unionchimica. A parte lo scontro dei sindacati che forse hanno capito che bisogna iniziare a bastonare altri, oltre ai soliti poveracci, ritorna sempre il problema dell'evasione fiscale che non viene mai risolto nel modo giusto. A parte la tracciabilità del denaro, delle società off-shore, delle società fittizie con prestanome, il problema è che abbiamo un sistema che favorisce i corrotti e i corruttori. Chi ha un sacco di soldi, li dà ai politici perchè lavorino per loro. D'altra parte, i politici hanno bisogno di soldi per mantenere i loro partiti, fare propaganda e organizzare congressi (che altro possono fare?). Bisognerebbe porre fine a questo sistema, per cui solo il partito politico può mandare gente in parlamento. Probabilmente, la vera novità del governo Monti è che per la prima volta ci sono al governo persone che potrebbero infischiarsene dei soldi dei "soliti furbetti". Potrebbe essere la prima vera rottura del cortocircuito soldi-politica. Ma non bisogna aspettarsi molto, perchè in realtà, il cambiamento può venire solo dal basso, solo dalla gente comune che stufa del solito andazzo decide di RIFORMARE o RIVOLUZIONARE le cose. Purtroppo, anche da questo punto di vista c'è poco da aspettarsi, se non, forse, dai giovani che si stanno rendendo conto, ormai, che il futuro per loro sarà parecchio in salita. In particolare: nel prossimo futuro molti italiani saranno stranieri o figli di stranieri che vorreanno avere un loro posto e riconscimento nella società italiana (con buona pace della Lega) di fronte a quegli italiani DOC che fanno sempre meno figli perchè hanno un lavoro precario e i genitori con una pensione bassa. Inoltre, i figli degli italiani DOC con una laurea tenderanno ad emigrare all'estero perchè in Italia si avranno sempre meno occasioni di lavoro. Di che lamentarsi, dunque? qualcuno ci sta pensando realmente a questi problemi? O rimaniamo nel solito limbo fatto di slogan e di parole vuote. Anche l'ultima vicenda di Don Verzè mette in luce il fatto che in Italia si vive sulla pura apparenza. Una struttura che appariva eccellente e solida come il San Raffaele si è rivelata, in realtà, un colabrodo finanziario. Persino in Russia si è parlato di Glasnost, Trasparenza, cosa che in Italia non esiste. A livello politico e finanziario la trasparenza non piace molto, soprattutto ai "soliti furbetti". Se la gente capisse come veramente stanno le cose, allora potrebbe esserci qalcosa di più di un movimento di indignazione.
Finora si è andati avanti cone le promesse del boom economico (più benessere in cambio di meno libertà), prima di tipo manifatturiero (più posti di lavoro) e poi finanziari (più credito per tutti). Adesso è finita la pacchia. Questa è la prima festa dell'anno nuovo in cui invece di sperare che le cose migliorino, si spera che non peggorino ulteriormente. Invece di pensare a fere riforme "tappabuchi", bisogna pensare eriformare seriemtne lo stato italiano, iniziando con il cambiament della legge elettorale. Inoltre bisogna imporre altre leggi, quali:
1. chi è stato condannato (qualsiasi tipo di reato, anche il furto di una mela), non può candidarsi al parlamento italiano;
2. chi è sotto processo (senza essere passato ancora all'ultimo grdo di giudizio), non può candidarsi al parlamento italiano;
3. chi è stato condannato (qualsiasi tipo di reato, anche il furto di una mela), non può avere diritto di voto.

Quello che è più importante, comunque, è che in Parlamento ci vada gente capace e meritevole (e non la cricca di puttane e puttanieri di questi ultimi tempi).

Si farà? Forse questa domanda bisogna farla all'astrologo, che mai come in questi giorni viene consultato per sapere come andrà il nuovo anno.