martedì 28 luglio 2009

Mentire con le statistiche

"How to lie with statistics" è un bel libro di Darrell Huff, che, anche se un pò datatao (risale agli anni '50), spiega per benino come sia facile intortare la gente con i dati statistici. Basta semplicemnte sottolineare certe cose piuttosto che altre. In questo modo, come fa una abile illusionista, si distoglie l'attenzione dal vero trucco che permette, ad esempio, di fare credere alla gente che le azioni di una data società stanno aumentando, se si ha bisogno di qualche nuovo investitore, che la media di reddito pro capite è più bassa (se si deve decidere di aumentare le tasse) o più alta (se si deve convincere qualcuno che sta acquistando casa in un quartiere di brava gente). C'è un vecchio detto: "Ci sono le bugie, le bugie maledette e le statistiche". Forse c'è un 70% di probabilità che quel che dico sia vero all'80%. Avete capito qualcosa? Tutto questo per introdurre il famoso sondaggio di Euromedia Research, il cuo amministratore delegato è Alessandra Paola Ghisleri. Il sondaggio dice che la fiducia nel presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è al 68,2%, mentre quella nel Governo è al 56,1%. Come sono stati ottenuti i dati. Con il metodo CATI: si telefona a casa delle persone e si rivolgono loro delle domande. In tutto sono state ottenute le risposte da un campione di 1000 persone, tutte aventi diritto al voto. Tutti quelli che hanno una minima conoscenza della metodologia statistica sanno che è importante disporre di campioni rappresentativi. Dato che è praticamente impossibile intervistare tutti gli italiani, allora conviene selezionare un piccolo gruppo di persone. Si sa, però, che il gruppo più è grande, più e rappresentativo. Non ha senso basare il sondaggio sulle risposte di una sola persona. C'è però un altro piccolo problema: l'anonimato. Se un intervistatore ti telefona, forse sa anche dove abiti e il tuo nome. Provate a pensare a un sondaggio sponsorizzato dalla Guardia di Finanza, in cui alla gente si chiede se è un evasore. Nessuno afferemerebbe di esserlo anche se, in realtà, ha evaso le tasse. Questo perchè dato che ti telefonano sanno come ti chiami e dove abiti. In questo caso bisogna essere molto prudenti nelle risposte. Oppure rifiutare di rispondere. Quanta gente ha rifiutato di rispondere nel sondaggo della Euromedia Research? E perchè? Forse perchè non apprezzava l'operato di Mister Big? E magari chi ha accettato di rispondere era già ben predisposto verso il premier. Oppure, chi ha risposto ha mentito, sapendo di poter essere rintracciato (non basta dire semplicemente che i suoi dati personali saranno tutelati in base alla legge sulla privacy: sapere che qualcuno ti conosce è più che sufficiente per influenzare le risposte), affermando di apprezzare il premier, mentre, in realtà, non è vero. Quindi prenderei cone le pinze il sondaggio del 68,2%. Poi mi chiederei chi finanzia Euromedia Research. non sarà per caso Mister Big? E allora perchè dargli notizie che potrebbero spiacergli o risultargli dannose? Quindi, c'è un 75% di probabilità che la fiducia al 68,2% nel premier sia falso. Ma poi che vuol dire fiducia? Fiducia nel fatto che sia inaffidabile?. Forse gli italiani pongono una fiducia al 68% che il premier sia inaffidabile. Cancelliamo l'ultima proposizione e otteniamo la fiducia al 68%. Quindi, come ultimo consiglio, suggerisco di considerare la fiducia al 68% nel premier sballata per l'87%. Spero anche che Mister Big non ponga, a sua volta, fiducia in tali sondaggi e che li usi come uno dei tanti modi per mentire.

domenica 26 luglio 2009

Vietnam Italia

Dopo la morte di Alessandro Di Lisio, il parà caduto in un'attentato in Afghanistan, e gli affannosi tentativi (Bossi permettendo) del governo italiano di dimostrare di avere tutto sotto controllo, nessuno, finora, ha cercato di fare una riflessione approfondita sul motivo per cui ci sono soldati italiani in Afghanistan. Qui occorre una riflessione geopolitica: ormai esistono nazioni nel mondo che sono scoppiate, nazioni come, appunto, l'Afghanistan, la Somalia, il Congo, la Nigeria, in cui i problemi della fame e della sicurezza sono all'ordine del giorno. In questi paesi i cittadini sono lasciati a se stessi, non esiste un governo che si preoccupi del problema del lavoro e della sicurezza, qualità fondamentali per poter vivere tranquillamente. Quando il governo latita, ecco che la mafia si impone come risorsa alternativa. Così in Somalia abbiamo i pirati, in Yemen abbiamo i rapitori di turisti, in Afghanistan e in Iraq i terroristi. Forse pochi sanno che l'Afghanistan è il maggior esportatore di oppio del mondo, fin dai tempi di Bin Laden e dei Talebani. Il governo afghano, allora, approvava tale tipo di economia. E' un pò come se Tremonti ci dicesse di coltivare oppio per incrementare il livello del PIL. In questi stati, privi della capacità di garantire un minimo di ordine, è necessario l'intervento di stati stranieri che mandino i loro soldati per consentire ai deboli governi di mantenere una parvenza di legittimità. Quindi, noi italiani, che dobbiamo istituire le ronde per mantenere la sicurezza nel nostro paese, visto che non abbiamo i soldi per pagare la benzina delle auto della polizia, abbiamo, però, tanti soldi per mandare i nostri soldati a mantenere in vita i governi di altri paesi; governi che, da soli, non durerebbero neanche un giorno. E' un altro esempio dell'effetto retroattivo delle azioni malvage: abbiamo fatto del male alle nazioni povere dell'Africa, dell'Asia e del Sud America. Ora siamo noi costretti a intervenire, pagando di tasca nostra, per evitare che le cose peggiorino ulteriormente. Se aumenta il numero di nazioni in fallimento, aumenta il numero di clandestini che entrano nelle nostre frontiere, così come i profitti delle diverse mafie e delle diverse organizzazioni terroristiche. I leghisti, dimostrando il loro usuale elevato tasso d'intelligenza, pensano sempre alla strategia del "Meglio guardare al nostro orticello". Ma ormai è tardi: ciò che è stato scartato è divenuto pietra d'angolo. Le nazioni che sono state scartate diventeranno affare nostro e saremo noi, alla fine, a pagarne il conto, sia in termini di soldi, che in termini di vite umane.

Il mulo e il carretto

Mentre è chiara la strategia attendista del governo in tempo di crisi, ossia aspettiamo tempi migliori, forse a qualcuno non è ancora chiara la strategia del governo riguardo le spese. Perchè si pagano le tasse? Per avere assistenza sanitaria, istruzione, una pensione per la vecchiaia, infrastrutture (ferrovie, strade, connessioni telefoniche), sostegni in caso di infortunio, ecc.... Il vantaggio lo vediamo se guardiamo quello che sta succedendo adesso ai disoccupati degli Stati Uniti: Perso il lavor si perde tutto:niente assistenza sanitaria, niente scuola, niente cibo, casa, ecc... Obama sta cercando di rendere l'assistenza sanitaria possibile per tutti anche per i disoccupati, ma si deve scontrare con la cultura di un paese in cui ognuno deve pensare a sè, altrimenti son cavoli tuoi. Gli americani non sono molto solidali. Probabilmente perchè sono discendenti di gente che è sempre stata discriminata per la relgione o il suo modo di vivere e, quindi, ha sempre cercato un posto dove vivere senza dar conto a nessuno. Nemmeno al governo autorizzato.

In Italia si applica, con i soldi delle tasse, la strategia del mulo che tira il carretto. Supponiamo che un contadino abbia caricato il carro con diverse botti, e che, ad un certo punto,il mulo debba affrontare una strada in salita. La pendenza della strada si fa sempre più erta, e fa sempre più fatica a tirrare il carro. Il contadino decide di togliere una botte al carro. Il mulo riprende a tirare, ma la pendenza lo costringe a fermarsi di nuovo. Allora il contadino tira giù un'altra botte. E così, alla fine aumenta il numero di botti tolte dal carro per permettere al mulo di superare la salita. La salita rappresenta il debito pubblico, le botti sono i servizi sociali, il contadino è il governo, il mulo sono i soldi delle tasse. La strategia è chiara: se i soldi delle tasse non sono sufficiente a tamponare il debito pubblico, bisogna rinunciare a qualche servizio sociale: togliamo prima la botte dei trasporti, ed ecco la privatizzazione di Alitalia o delle autostrade; poi togliamo la botte dell'istruzione ed ecco le scuole con i muli che crollano come quella di Rivoli in cui è morto un ragazzo o le università del sud Italia costrette a chiudere per mancanza di fondi; poi togliamo la botte dell'assistenza sanitaria ed ecco il commissariamento delle asl del sud Italia; infine vediamo se possiamo togliere la botte delle pensioni, aumentando l'età pensionabile di uomini e donne.

Alla fine rimangono poche botti. Tuttavia occorre farsi alcune domande: ci sono botti che conviene togliere ed altre che conviene tenere? Perchè basta essere deputato per pochi giorni per godere poi di una pensione da parlamentare a vita? A che servono due camere legislative? Perchè i partiti politici devono godere di finanziamenti statali? Perchè spendere soldi per mandare italiani all'estero? Tralasciamo poi tutte le note dei sprechi dovute a corruzione e mafia. Infine: a furia di togliere botti dal carro, quanto conviene continuare il trasporto? In altri termini, quanto conviene vivere in uno stato che non eroga più servizi sociali, come è successo in Argentina? Chiaramente, in uno stato senza servizi sociali si allarga la differenza tra ricchi e poveri. Forse, a questo punto, conviene porsi un'altra domanda: fino a quanto la gente è disposta a tollerare la privazione di diritti essenziali, per consentire al mulo di salire la china? Credo che nessuno si preoccupi veramente di questo e, intanto, lo spettro argentino si avvicina.

venerdì 24 luglio 2009

Province di significato

Second McLuhan, il mondo attuale è una costellazione di province di significato. Che significa? Significa che, quando due persone parlano tra di loro, è necessario capire quali sono i reciproci interessi. Un esempio? Un classico esempio è quello delle elezioni: il politico che promette posti di lavoro a persone disoccupate. Al politico non gliene frega niente che il disoccupato trovi un lavoro, così come al disoccupato non gliene frega niente di dare il voto a tizio o caio, a meno che tizio o caio non gli diano qualcosa in cambio. Il politico e il disoccupato hanno diversi interessi: al primo interessano i voti; al secondo lo stipendio a fine mese. Si può giungere ad un accordo: il politico trova il lavoro al disoccupato che in cambio lo premia con il voto. Stando così le cose, è inutile parlare di principi, di etica, di valori umani, ecc... La vita non è altro che un continuo scambio economico: ti do una mucca in cambio di 5 pecore. Ti do il lavoro in cambio del voto tuo e dei tuoi famigliari.

Veniamo in Italia. Attualmente ci sono tre interlocutori: le banche, il governo italiano e confindustria. Si parlano tra loro, ma il loro linguaggio è quello tipico di gente che bada solo ai propri interessi. Alle banche interessa che i debiti vengano ripagati; al governo interessa che il debito pubblico non vada fuori controllo; a confindustria interessa tornare di nuovo a fare profitti aziendali. Chi si trova in una posizione più debole è confindustria: da una parte ci sono i debiti delle amministrazioni pubbliche, dall'altra le banche non fanno più credito alle aziende. Governo e confindustria si scagliano la palla l'uno contro l'altro: per il governo (alias Tremonti) sono le banche a dover cedere e prestare lo stesso i soldi alle aziende dilazionando o rimandando la restituzione del debito. Per le banche è il governo che deve intervenire, usando i soldi delle tasse per finanziare opere pubbliche da appaltare alle imprese private. Complimenti. E' come vedere due dottori che litigano tra loro per la diagnosi e, intanto, il paziente muore. Perchè è vero che in Italia le aziende muoiono (2000 aziende rischiano la chiusura a Varese). Anche per aprire un negozio di fiori servono parecchi soldi. Purtroppo se manca la benzina, la macchina non parte. E' uno scontro tra titani che rischia, però, di rovinare ulteriormente l'economia italiana. Che fare? (sempre la solita domanda, che fare?). Ognuno dovrebbe fare la sua, ma soprattutto, assumersi delle responsabilità ben precise: le banche dovrebbero erogare prestiti a basso interesse e dilazionabili nel tempo, per favorire l'economia in tempo di crisi, lo stato dovrebbe finanziare progetti di miglioramento delle infrastrutture per rimettere in moto l'economia. Tutti deovono fare la loro parte, ma, purtroppo, viviamo in un paese di gomma, dove ognuno rimbalza all'altro le proprie responsabilità. Alla fine vincerà l'esasperazione di chi, perduta ogni speranza, deciderà di fare sentire anche la sua voce in modo che venga chiaramente ascoltata da tutti. Anche dai sultani nel loro harem.

giovedì 16 luglio 2009

Italia allo sbando

Pazzesco! Il miglior alleato di Mister Big è Beppe Grillo. Beppe Grillo vuole candidarsi alle primarie del Pd, che, invece, fa di tutto per tenerlo fuori. Forse è vero che i boss del PD temono che Grillo possa vincerle. Potere della rete? Non credo. Non ho molta fiducia nella rete, perchè la rete, in fondo in fondo, è una forma di realtà virtuale. E' vero che, come disse qualcuno, non di solo pane vive l'uomo, ma è altrettanto vero che l'uomo non può vivere di sola realtà virtuale. Bisogna un pò rendersi conto del fatto che i valori non sono niente se non esistono persone in grado di incarnarli. In altri termini, lo spirito santo da solo non basta. Ci vuole anche un organismo vivente che parli e faccia. Nella realtà virtuale della rete ognuno dice la sua, la butta lì, ma poi? Che faccia ha? Come vive? Che lavoro fa? Ma, al di là di questo, tutto sta trasformandosi in realtà virtuale. Realtà virtuale è la Lega, che porta vanti, senza mai realizzarlo, il cavallo di battaglia del federalismo; realtà virtuale è il Popolo delle Libertà (di chi?) dove non si sa quali valori incarni e per conto di chi; realtà virtuale è il PD, che non si sa quando e come si frantumerà; realtà virtuale sono tutti i partitini di sinistra esclusi, che propongono piani per difendere i soliti 4 gatti (gli operai delle fabbriche, ora che le fabbriche stanno estinguendosi).

L'unica cosa non virtuale è la crisi e il problema del debito pubblico, che ha raggiunto quaota 1.752,188 miliardi di euro.

la ricetta di Mister Big? Semplice:
1. Bloccare assunzioni nella Pubblica Amministrazione e operare tagli nella scuola, nell'università, negli ospedali, nei trasporti, nelle infrastrutture.
2. Mantenere le tasse come sono (non si doveva diminuirle? Chi continuava a dire che è uno scandalo che uno lavori fino a Luglio per pagare le tasse?). Al limite, aumentiamo le imposte indirette e i costi dei servizi. Non a caso ultimamente sono aumentate le tariffe postali.
3. Attivare qualche condono. Una mancia in più non può far male (ma le mance sono volontarie).
4. Sperare in bene. Speriamo non so, nel demone del mercato, nella bontà di Dio, che rimetteranno a posto il circuito economico. Alla faccia di chi dice, invece, che bisogna in qualche modo fare dei modelli previsionali per stabilire dei piani d'intervento.

Modelli previsionali? Piani d'intervento? Qui si parla di Politica Matematica, di gestione da parte di personale competente, di professionalità, di adeguato controllo delle risorse e di una ottimale pianificazione degli interventi. Invece, in Italia stiamo sempre a mettere le solite peccette e pezzi di scotch per tenere in piedi la baracca. Ma, alla fine, qualcosa succederà. Qualcosa di brutto. E non si tratta di Grillo che vuole la tessera del PD.

Da questo momento in poi proporremo delle soluzioni reali (non virtuali) per rimettere in sesto la baracca Italia. Chiaramente, le cose buone non verranno mai realizzate, se non cambia qualcosa a livello di personaggi politici. Ma, almeno, rimane la piccola soddisfazione del "Te l'avevo detto".

mercoledì 15 luglio 2009

Lo scandalo Watergate

Rivedendo un vecchio film in TV, "Tutti gli uomini del presidente", i cui attori protagonisti erano Robert Redford e Dustin Hoffmann, sullo scandalo Watergate, mi è venuto da chiedermi il perchè in Italia non siano mai esistiti dei Watergate. E', vero che ci fu Tangentopoli, ma da tangentopoli ad oggi sono succssi altri scandali che non hanno lascito strascichi. Paradossalmente, dopo tangentopoli, sembra di essere ritornati ad una situazione di impunità totale. Qual'è il problema? Il problema è decidere se vogliamo vivere in una democrazia o in una dittatura. Se viviamo in una democrazia, ciò significa che tutti (ma proprio tutti) devono attenersi alle regole. Se viviamo in una dittatura, solo alcuni devono attenersi alle regole. Gli altri godono di "privilegi" speciali. Gli scandali alla Watergate sono , in realtà, un segnale positivo. Lo scoppio di uno scandalo rivela che nella società sono presenti anticorpi (stampa, giustizia, commissioni d'inchiesta, investigatori, ecc...) che consentono di smascherare tutti i sotterfugi e tentativi illegali di aggirare le norme democratiche per pivilegiare alcuni a scapito di altri.

Per chi non si ricordi del Watergate, facciamo un breve riassunto dei fatti accaduti. Lo scandalo prende il nome dal Watergate Complex di Washington, un complesso di edifici, adibito ad Hotel, dove si riunivano i membri e i candidati del partito democratico. Siamo ai primi anni '70. Negli USA c'è appena stato il '68, si sono anifestati i movimenti hippye pacifisti e contro la guerra in Vietnam. La guerra, ogni anno che passa, appare sempre più inutile e dispendiosa agli americani. I membri del partito Democratico sono contrari alla guerra, mentre favorevoli sono i Repubblicani. Nel 1970 diventa presidente Richard Nixon, che riesce a farsi eleggere dopo aver fallito le elezioni del 1960, quando gareggiava contro Kennedy. Kennedy rimane, nella memoria degli americani, come l'esempio del miglior presidente americano, secondo forse a Lincoln. Come Lincoln viene, però, ammazzato. Forse negli USA i buoni presidente, pe run motivo o l'altro non sono molto apprezzati. A parte questo, Nixon è diventato l'emblema del "male", il simbolo per antonomasia del politico corrotto. Descriviamo le varie fasi dello scandalo:

1. Gli "idraulici". Il tutto inizia nel Giugno del 1972, quando un addetto alla sicurezza del complesso Watergate scopre del nastro adesivo che impedisce ad una porta esterna di chiudersi. Insospettitosi, chiama la polizia che, alla fine, dopo un appostamento cattura 5 persone: Bernard Barker, Virgilio González, Eugenio Martínez, James W. McCord Jr. e Frank Sturgis. si scoprirà ins eguito che queste persone entravano nella sede del Partito Democratico per inserire delle microspie. La notizia suscitò subito scandalo. Qualcuno spiava i membri del Partito Democratico. Ma chi? Uno degli arrestati, McCord, avena annotato, sull'agendina, il nome di E. Howard Hunt, ex agente CIA che aveva lavorato per la CASA Bianca. Anche McCord era un ex agente CIA. Che c'entra la CIA? Abbiamo a che fare con un fenomeno, molto noto in Italia, quale quell dei seriviz segreti deviati di stampo piduista?
2. "Gola Profonda". Gola profonda è il titolo di un film porno di Roger Damiano, che uscì proprio nei primi ani '70. E' anche il nome di una fonte segreta di informazioni che venivano usate dai giornalisti Bob Woodward e Carl Bernstein per i loro articoli sul Washington Post. Come si vede bene anche nel film "Tutti gli uomini del presidente", i due giornalisti ebbero il merito non solo di tenere alta l'attenzione dell'opinione pubblica sullo scandalo Watergate, ma riuscirono anche e venire a capo di un sitema diffuso di corruzione all'interno del Comitato per le Rielezione del Presidente (CPR). Ora sappiamo chie era Gola profonda: il numero due dell'FBI William Mark Felt. Felt, probabilmente, sentì l'esigenza di informare i due giornalisti, in quanto scandalizzato dal sistema di corruzione del CPR che, però, andava a includere anche enti governativi. Non solo anche l'FBI e la CIA erano coinvolte. Cosa scoprirono i giornalisti? Scoprirono ingenti movimenti di denaro, oggi diremmo di fondi neri, dentro il CPR. Inoltre, scoprirono che dietro a questi movimenti di denaro stavano persone legate alla Casa Bianca a e quindi al presidente Nixon. Nixon sapeva qualcosa?
3. I "Nastri segreti". Esiste, all'interno della Casa Bianca, un sistema di microfoni per registrare tutto ciò che viene detto. In seguito allo scandalo Watergate, fu attivata una commissione d'inchiesta da parte del Senato degli Stati Uniti. Nel Luglio del 1973, il vice consigliere del Comitato Watergate D. G. Sanders chiese ad Alexander Butterfield, vice assistente al presidente, se ci fosse un qualche tipo di sistema di registrazione alla Casa Bianca. Questi rispose di si. Il responsabile delle indagini per conto del Senato, il procuratore speciale Archibald Cox fa richiesta dei nastri alla Casa Bianca, che rifiuta in nome del privilegio dell'esecutivo (una specie di Lodo Alfano dell'epoca). A questo punto le indagini subiscono uno stop. Mentre la Corte Suprema degli Stati Uniti valutava se il privilegio dell'esecutivo poteva essere imposto, Nixon licenziò il procuratore generale Richardson e il suo vice William Ruckelshaus perchè non erano riusciti a far licenziare Cox (la toga rossa dell'epoca). Alla fine Cox fu licenziato, ma le indagini furono risprese da un altro procuratore, Leon Jaworski, che alla fine riuscì a farsi dare i natri originali dalla Casa Bianca. Stranamente, nei nastri mancavano pezzi di conversazione di Nixon con i suoi assistenti. Per questo motivo venne accusata una segretaria della Casa Bianca, Rose Mary Woods, che disse di aver involontariamente disattivato i microfoni spostando un piede. La tesi della segretara non reggeva in aula, sia perchè era praticamente impossibile con un piede spegnere i microfoni, sia perchè nei nastri v'erano parecchie cancellazioni, e ciò non poteva essere attribuito al solo caso.
4. "The Smoking Gun". Herbert Porter, uno dei collaboratori alla campagna elettorale di Nixon, dichiarò di aver testimoniato il falso di fornte all'FBI. Herbert Kalmbach ammise di essere responsabilie di attività illegali durante la campagna elettorale di Nixon. Lo staff di aiutanti di Nixon per la campagna elettorale venne accusato dal gran giurì. Lo stesso avvenne per il governatore della California, il repubblicano Ed Reinecke, accusato di spegiuro. Sebbene Nixon non fosse stato direttamente accusato di alcunchè, ormai il numero di collaboratori e assistenti condannati del Presidente era così elevato (possibile che Nixon non si fosse accorto di nulla?) che la Camera dei Rappresentanti degli Sati Uniti decise per l'impeachment del Presidente. Nixon fu condannato per abuso di potere e ostacolo al Congresso. Inoltre, nel frattempo, venne scoperta una cassetta con registrati i dialoghi tra Nixon e Haldeman, in cui Nixon dice ad Haldeman di trasmetter eun falso comunicato da parte della CIA all'FBI sulla necessità di copertura delle prove per motivi di sicurezza nazionale. Questa cassetta viene definita come una "pistola fumante", ossia la prova che evidenzia, una volta per tutte, il coinvolgimento di Nixon nel Watergate. L'8 agosto Nixon resignò le sue dimissioni.

Il Watergate fu uno dei più grossi scandali che portò, per la prima volta nella storia degli USA, alle dimissione del Presidente. L'Italia, in fatto di scandali, purtroppo, non è seconda rispetto agli USA. Anzi. Il problema è che, soprattutto, in questi ultimi anni, il rischi di un Watergate è praticamente nullo. Perchè?
1. Mancano organi di stampa come il Washington Post e, principalmente, giornalisti del tipo Bob Woodward e Carl Bernstein in grado di svolgere indagini per informare e mantenere attiva l'attenzione dell'opinione pubblica.
2. Mentre negli USA viene mantenuta una forte separazione tra i le varia istituzioni federali (Presidenza, Cogresso, Corte Suprema), in Italia c'è una continua interferenza di una istituzione contro l'altra. Quale istituzione italiana, oggidì, accuserebbe di abuso di potere il premier?
3. Negli Stati Uniti, a differenza dell'Italia, mentire costituisce un grave reato. Chi mente è segnato a vita. In Italia mentire è praticamente lecito.
4. Nel Watergate probabilmente l'opinione pubblica ha influito non poco sulla decisione delle dimissioni di Nixon. Agli inizi la sua popolarità era molto alta, per finire praticamente a zero alla fine delle indagini. Oggi, nonostante tutto, Mister Big dichiara di godere del 64% di popolarità. Vero o falso? Dati inventati o dati reali? Basta dare una casetta ai terremotati per cancellare tutte le precedenti nefandezze?
5. Il Watergate ha messo in evidenza anche una certa partecipazione della CIA, che cercava di depistare le indagini. In Italia, i depistaggi dei servizi segreti "deviati" sono una cosa tipica quanto il Grana Padano, la Pizza Napoletana e le Olive all'Ascolana. Rcordiamoci di Ustica, della bomba a Bologna, di Piazza Fontana e così via. Se non si eliminano le strutture di depistaggio, non si potrà mai fare chiarezza sui fatti.
6. In Italia le "gole profonde" sono poche. L'omertà non è solo un fatto tipico siciliano.

Quindi alla fine in Italia non ci sono e non ci saranno Watergate, segno che l'organismo è privo di anticorpi. Al prossimo arrivo dell'influenza non saremo ben messi.

martedì 14 luglio 2009

I bocciati

Sui giornali appaiono titoloni che affermano che quast'anno il numero di studenti bocciati alle medie e alle superiori è aumentato. Era ora che la si smettesse con il finto buonismo. Non c'è niente di peggio che convincere un somaro di essere bravo. Se si pretende poco si ottiene poco. Nello stesso momento il ministero della entrate afferma che il 50,5% degli italiani dichiara un reddito inferiore ai 15 mila euro annui. Il reddito medio annuo è di 18.892 euro (per i pochi che si intendono di statistica, bisogna vedere come è stato calcolato il reddito medio. Uno conto è fare la media aritmetica, un altro la mediana). Adesso il fisco scopre che gli italiani sono poveri. Un altro indice interessante è il crollo del gettito iva, che indica una riduzione degli acquisti. Dunque, gli italiani nel 2007 sono poveri. Ma sarà vero? Adesso Tremonti sta presentando un ddl per il rientro dei capitali fuggiti all'estero. La ricetta? Sempre quella: condono. In Italia le banche sono l'unica istituzione economica che regge. Ma perchè io, se dovessi essere un riccone e avessi capitali all'estero, dovrei far rientrare i miei soldi in Italia? Per investirli in bondo Parmalat? Per investirli nella neo fallimentare CAI ex Alitalia? Per investirli nella new economy italiana, in un paese che, a differenza di altri, non ha l'e-commerce perchè le poste funzionano male? In un paese privo di concorrenza dove fanno soldi solo coloro che godono di agganci politici (vedi voce tangenti)? L'unica cosa per cui varrebbe investire soldi in Italia sarebbe quella di dare alla mafia l'opportunità di emttere azioni in borsa. Se così fosse, io le comprerei subito, visto il fatturato di 130 milioni di euro all'anno. Ora Tremonti dichiara che il debito pubblico aumenterà. Riusciremo a sfondare il tetto dei 1800 miliardi di euro entro quest'anno? Ritorniamo all'antica domanda: chi comanda veramente in Italia? Le banche, o meglio, la BCE. I governi non sono altro che ragionierati, enti di ragioneria che devono far quadrare i bilanci. E che fa il governo italiano? Spera in tempi migliori. D'altronde lo slogan non è che la crisi è solo una paura,un fatto psicologico? Purtroppo i nostri ragionieri sono dei mediocri ragionieri. Gli attuali ragionieri sono bocciati. Forse arriverà qualche soldo da Gheddafi che ha bisogno di autostrade e ferrovie. Ma contro i veri nuovi giganti, come Cina, India e Brasile, che facciamo? Non credo sia finita la minaccia di tempi duri. Abbiamo a che fare con un ferito che continua a perdere sangue. Quanto durerà? Che energie sono attivate in Italia per uscire dalla crisi? Cosa investiamo per i futuri settori strategici dell'economia:
1. fonti energetiche alternative al petrolio
2. nanotecnologie
3. bioingegneria
4. nuove tecnologie elettroniche
Chi ci farà uscire dalla crisi?

martedì 7 luglio 2009

Partito Sfascista Italiano

Con l'avvio del G8 in Italia, nonostante strascichi di polemiche, come quelle del "Guardian" che proprone di sostituire l'Italia con la Spagna nel G8, in quanto il vertice organizzato in Italia palesa gravi lacune organizzative (sopperite in parte dai servizi segreti USA) e un'agenda di lavori confusa e sostanzialmente priva di temi importanti, ennesima dimostrazione del "finto fare" di centrodestra, per cui si parla di tutto e di tutti ma alla fine non si conclude niente. Aggiungerei anche gli sprechi di soldi statali per la costruzione delle infrastruttture alla Maddalena, ennesimo esempio di cattedrale nel deserto (chi le userà poi?), dove all'inizio si era deciso di tenere il vertice e i problemi relativi alla ricostruzione del L'Aquila e dei paesi limitrofi. Tra scandali e scandaletti, l'emiro Big (da Mister B a Mister Big e adesso all'emiro Big, visto il suo harem di veline, attricette e quant'altro), cerca di dare un'immagine di sè positiva, mentre i VERI grandi si fanno gli affari tra di loro (vedasi l'accordo USA e Russia per la riduzione delle armi) e, soprattutto, hanno bisogno di parlare con gente della specie "homo faber" e non della specie "homo bla bla".

Ma veniamo ora alla citazione di alcuni brani da un libro:

"Si pensi, di quali pietosi elementi siano composti, in generale, i cosiddetti «programmi di partito», e come di tempo in tempo vengano spolverati e rimessi alla moda! [...] Una sola preoccupazione spinge a costruire programmi nuovi o a modificare quelli che già esistono: la preoccupazione dell'esito delle prossime elezioni. Non appena nella testa di questi giullari del parlamentarismo balena il sospetto che l'amato popolo voglia ribellarsi e sgusciare dalle stanghe del vecchio carro del partito, essi danno una mano di vernice al timone.[...] E costoro ricorrono alle vecchie ricette, formano una «commissione», spiano gli umori del buon popolo, scrutano gli articoli dei giornali e fiutano gli umori delle masse per conoscere che cosa queste vogliano e sperino, e di che cosa abbiano orrore. Ogni gruppo professionale, e perfino ogni ceto d'impiegati viene esattamente studiato, e ne sono indagati i più segreti desiderii.[...] Le commissioni si adunano e «rivedono» il vecchio programma e ne foggiano uno nuovo. E nel far ciò, quei signori cambiano le loro convinzioni come il soldato al campo cambia la camicia, cioè quando quella vecchia è piena di pidocchi. Nel nuovo programma, è dato a ciascuno il suo. Al contadino è data la protezione dell'agricoltura, all'industriale quella dei suoi prodotti; il consumatore ottiene la difesa dei suoi acquisti, agli insegnanti vengono aumentati gli stipendi, ai funzionari le pensioni. Lo Stato provvederà generosamente alle vedove e agli orfani, il commercio sarà favorito, le tariffe dei trasporti saranno ribassate, e le imposte, se non verranno abolite, saranno però ridotte. [...] Quando poi il giorno delle elezioni è passato e i parlamentari del quinquennio hanno tenuto il loro ultimo comizio, per passare dall'addomesticamento della plebe all'adempimento dei loro più alti e più piacevoli compiti, la commissione per il programma si scioglie. E la lotta per il nuovo stato di cose riprende le forme della lotta per il pane quotidiano: presso i deputati, questo si chiama «indennità parlamentare»"
Sembra la descrizione dell'Italia di oggi. Chi l'ha scritto? Adolf Hitler nel 1924 e il titolo del libro è "Mein Kampf" (La mia battaglia). La Germania del 1924 fu la fucina del futuro partito nazista. Perchè il partito Nazista vinse? Troviamo già una premonizione nel seguente estratto:

"Manca loro (ai partiti borghesi di potere) quella grande attrazione magnetica a cui la larga massa obbedisce solo sotto la impressione di grandi ed eminenti punti di vista, sotto la forza persuasiva d'un'assoluta fede nella bontà di questi punti di vista accoppiati alla fanatica volontà di battersi per essi.
Ma in un tempo in cui l'una delle parti, armata di tutte le armi di una concezione del mondo sia pure mille volte delittuosa, si lancia all'assalto dell'ordine costituito: opporre resistenza l'altra parte può solo se la resistenza stessa riveste le forme d'una fede nuova, nel caso nostro, d'una nuova fede politica, e se alla parola di una debole e codarda difesa sostituisce il grido di guerra d'un coraggioso e brutale assalto"

L'analisi è semplice è chiara. Nel vasto bacino dell'immoralità, dell'interesse personale, dei privilegi ad personam, alla fine è destinato ad emrgere quel movimento che si richiama (nel bene o nel male) a dei valori che fanno presa sulle coscienze della gente. Il voto di scambio vale fino ad un certo punto. Oltre un certo limite, è necessario che emergano dei valori, che nel vuoto morale delle istituzioni rette da personaggi squallidi, possono assumere connotazioni anche estremiste. Se a tutto questo si aggiunge una forte crisi economica, ecco spiegarsi il successo del Nazismo in Germania. E adesso in Italia? Gli ingredienti ci sono tutti: crisi economica e vuoto morale. Forse qualcuno pensa che ormai, nel 2009, sia impossibile la costituzione di forze politiche estremiste in grado di arrivare al potere.

Oppure...

E le ronde? "Pattuglie cittadine", "Guardia Padana", "Ronde nere". Adesso che parlamento e senato hanno approvato le ronde non è che queste potrebbero divenire la fucina dove verrà forgiato il futuro Partito Nazionalista Italiano? Avremmo un futuro Adolfo italiano, leader incontrastato e assoluto? E saremmo tutti contenti visto che sarà il futuro leader a decidere per noi, togliendoci di dosso la preoccupazione di dover sapere e pensare? Ora è l'era dei partiti sfascisti. Tra qualche anno arriverà il partito dell'Uomo Nuovo.

venerdì 3 luglio 2009

Ingarbugliamento all'italiana

Prima parlavo di golpe all'italiana. Ora parliamo di ingrabugliamento all'italiana. Il classico malcostume italico di sollevare polvere ad ogni scandalo. Si tira in ballo tutti. Tutti sono colpevoli, nessuno è innocente. Poi la scelta è puramente una questione di cricca. Se tu se di quella cricca, rimani con loro, chiarezza o no. Mentre in Russia, almeno nell'era Gorbaciov si parlava di glasnost, trasparenza, in Italia tutto rimane oscuro, indecifrabile, complesso, impenetrabile. Non si capisce quali giri stanno emergendo dalle indagini della procura di Bari, quali giri stanno emergendo dalla cena tra i giudici della Corte Costituzionale e Berlusconi, quali tra gli Agnelli e i conti esteri. Almeno negli USA l'unica situazione poco chiara è l'affidamento dei figli di Michael Jackson. Purtroppo ci dovrebbe essere un corretta informazione e giornalisti che facciano indagini, anche se poi a far indagini serie si rischia di fare la fine di Ilaria Alpi o Mauro De' Mauro. Alla fine sarà solo il tempo a permetterci di capire come sono andati realmente i fatto, quando la frittata è stata fatta. Non è solo un problema di informazione, bensì di azione. Per agire bisogna prima sapere. Ad esempio, che sta succedendo all'interno della Chiesa con i Lefevriani? Siamo di fronte ad un ritorno ai dogmi pre concilio 2°? Chiaramente l'assenza di informazione significa subordinazione: chi non è informato è doverosamente fuori dai giochi. Chi è fuori dai giochi è un impotente al quale rimangono due strade: strafottersene o spaccare tutto. Quello che avviene al G8 è sempre la solita filosofia: c'è chi decide per tutti (senza necessariamente sentire di spiegare chiaramente il perchè) e c'è chi cerca di far capire che ci sono anche gli altri, i quali avrebbero la loro da dire. Vedremo come andrà a finire, così come vedremo quello che succederà in Italia per gli extracomunitari. Alla fine si è deciso con la soluzione peggiore: sbattiamo fuori il diverso perchè mette in crisi il nostro sistema di vita. I cinesi hanno capito che il paese delle "non-regole" è per loro una cuccagna; albanesi e rumeni si sentono a casa loro, sfruttando appieno il sistema di impunità all'italiana; i neri, che molto spesso cercano lavoro, forse faranno come i neri degli USA quando vedono filmati di poliziotti bianchi che massacrano di botte un nero; gli zingari continueranno come prima a fare di testa loro. Rimaniano in paese delle "non-regole", il paese dove tutto è oscuro e poco chiaro, dove tutto è confuso, dell'eterno confine tra luce e ombra.

giovedì 2 luglio 2009

I veri problemi

E' passato, finalmente, in senato il reato di clandestinità. Perciò chi entra di soppiatto in Italia, grazie alle mafie che prosperano sul traffico di clandestini, viene arrestato o espulso immediatamente. Saranno contenti i leghisti. In poche parole non vogliamo i morti di fame extracomunitari, ma nello stesso tempo non vogliamo i cervelli, gli italiani istruiti e i bravi ricercatori che alla fine decidono di andarsene all'estero perchè in Italia, tra concorsi truccati o continuamente rimandati perchè il ministero non vuole più pagare gli stipendi a chi lavora all'università, non c'è più speranza. Molti cervelli riparano in USA, perchè? Gli USA hanno capito che non è tanto l'industria con gli operai a mantenere in alto il PIL. Per mantenere alto il PIL si fa produrre la merce nei paesi del terzo mondo, dove la manodopera costa meno e le tasse non esistono, si paga qualche mazzetta al governo locale il quale da al proprio popolo l'illusione di pensare al suo benessere facendogli trovare posti di lavori finanziati da industrie estere. In questo modo l'industria fa affari d'oro, anche se c'è un problemino. Il problemino è che l'industria vende la marce alla gente degli Stati Uniti. Ora, negli USA, gli edifici industriali sono vuoti e silenti, ormai fossili di quel periodo in cui il maggior produttore mondiale era appunto rappresentato dagli USA. Bisognerebbe trovare altri lavori ai cittadini USA, ma quali? Non tutti possono mettere su in proprio un'impresa, una bottega artigianale, una professione privata. Il problema è: quanta disoccupazione all'interno del nostro stato possiamo sostenere? La disoccupazione è un grosso problema: non solo rischia di bloccarsi la catena economica interna di un paese, ma, alla fine, si crea una situazione di disagio interno pericolosa per la stabilità del paese. I vecchi rimedi alla disoccupazione (escluse epidemie, guerre e carestie) erano l'emigrazione (classico è l'esempio delle migliaia di italiani che ai primi del '900 sono emigrati un USA) oppure la costituzione di lavori sociali o ammortizzatori, ossia un pò di soldi dati alla gente per grantire un minimo di sopravvivenza sociale. E i cinesi? I cinesi, forse, hanno trovato un altro rimedio: la creazione di industrie e bottege artigianli fuori dalla Cina ma che impiegano operai cinesi. Un esempio evidente sono gli opifici tessili di Prato. A Prato esistono decine e decine di opifici gestiti da cinesi che impiegano solo manodopera cinese. Producono merce a basso prezzo che viene sempre venduta. Perchè non assumere anche operai italiani? Forse nemmeno gli italiani vogliono, a causa del bassissimo salario e dell'ambiente di lavoro poco salutare. Viene da pensare alla protesta del Febbraio scorso degli operai inglesi contro gli operai italiani assunti dalla Total per la raffineria Lindsey Oil di Grimsby. In Italia non si è assistito ad una forte protesta contro gli operai cinesi che lavorano sul suolo italiano. Magari con il reato di clandestinità molti opifici cinesi verranno chiusi. Comunque il rimedio cinese, sebbene nuovo perchè prevede l'installazione di manodopera cinese in altri paesi, Europa in primis, in realtà trae ispirazioni dai metodi colonialistici delle potenze europee, tra cui l'Italia. Per esempio, molti italiani hanno trovato in Libia l'opportunità di lavorare e prosperare. Poi, come sappiamo, è arrivato Gheddafi e li ha cacciati tutti. Il colonialismo fu utile per le potense europee, come Inghilterra, Olanda e Francia, per dare ai poveracci in patria l'opportunità di fare fortuna nei paesi colonizzati. Joseph Conrad, l'autore di "Lord Jim" e "Cuore di tenebra" ha ben espresso il significato del colonialismo dei suoi tempi. Se prima era l'Europa a colonizzare, ora è la Cina, anche se in forme diverse. Quindi l'Italia dovrebbe riprendere a colonizzare? Sappiamo che in Cina il mercato dell'auto è in espansione. Trasferiamo all'estero gli operai di Termini Imerese? Oppure torniamo all'emigrazione in massa dei primo del '900, solo che allora emigravano i poveracci, adesso i cervelli. Ma l'attuale governo, addottante la filosofia del "temporeggiatore" riaasumibile nella frase: "Speriamo che i temi cupi passino" a cosa serve? E' dal 1929 che sappiamo che il libero mercato non funziona. Occorre l'intervento degli stati, e prima si interviene, meglio è. Così come prima una malattia viene curata, più alta è la probabilità di guarire. Sicuramente deve cambiare il ruolo sia di Stato che di Confindustria. Il primo deve avere un ruolo più incisivo nella politica economica, il secondo deve smettere di considerare il primo, alla stregua Keynesiana, come il Babbo Natale a cui chiedere aiuto in tempi di vacche magre. Occorre una nuova strategia comune con un unico obiettivo: mantenere attiva la produttività economica. Come? Ecco alcuni spunti:
1. Creazione di una joint-venture tra imprese e stato, con l'obiettivo di mantenere costante la ricchezza delle imprese. Questo per avere una riserva di liquidità anche in tempi critici e non ricorrere sempre all banche.
2. Creare un Istituto bancario nazionale, in grado di fornire liquidità in tempi di crisi e di controllare l'operato di altre banche. L'Istituto deve garantire i soldi pubblici o privati investiti in imprese.
3. Selezionare in maniera adeguata le figure dei manger. In questo caso il manager deve essere un professonista a non il solito "figlio di..." e dovrebbe esserci in Italia una scuola in grado di laureare bravi manager.
4. Attivare sistemi, anche di collaborazione internazionale, per migliorare i rapporti commerciali in altri paesi. Questo per grantire scambi più equi ed evitare che la crisi di un paese estero abbia ripercussioni su di noi.
5. Per quanto riguarda la politica economica estera, creare una sinergia tra imprese nazionali e Stato, al fine di dare forti appoggi a quelle imprese che cercano di fare reddito all'estero.

Non sono cose facili da realizzare, ma qualcosa si deve pur fare. Altrimenti torniamo tutti a fare gli emigranti.