mercoledì 23 febbraio 2011

Buongiorno tristezza

Dobbiamo dirla tutta: se Gheddafi deve scappare è una cosa triste, per gli italiani. Non potremmo più sperare nei suoi investimenti nelle banche e nelle imprese italiane. Inoltre, questo è un brutto colpo per la Impregilo, che sperava di poter guadagnare con la costruzione di un'autostrada in Libia. I governi itaiani, passati e presenti, hanno sempre dato una mano al leader libico. Si dice che i servizi segreti italiani hanno avvisato Gheddafi poco prima del bombardamento americano su Tripoli nel 1981,in nodo da dargli la possibilità di salvarsi. Si dice, anche, che i servizi segreti italiani abbiano indicato al leader le residenze dei dissidenti al regime che erano scappati in Italia dopo il golpe di Gheddafi. Ovviamente, avrete intuito che fine hanno poi fatto i dissidenti: tutti morti. Adesso che Gheddafi è in difficoltà e probabilmente dovrà scappare, tutti condannano il leader, mentre qualche mesa fa Mister Big gli baciava le mani. Mah! Ed ora l'Europa non muoverà un dito per aiutarci contro la propbabile e imminente emigrazione di massa di profughi dalla Libia. Per non parlare, poi, dei centrafricani che avranno un corridoio libero per arrivare in Italia. A questo punto si fanno sentire i leghisti che minacciano di far passare i profughi in alri paesi d'Europa. Il tutto sta avvendendo mentre Mister Big sta discutendo con Ghedini dell'affare Ruby. Il problema centrale è sempre quello di evitare il processo. Forse la soluzione srabbe che Cheddafi venga in Italia e diventi lui capo del governo. Magari, così, qualcosa inizierebbe a funzionare in Italia.

martedì 8 febbraio 2011

TV e politica

Sono stato un pò di tempo all'estero (in Germania) e anche lì ogni tanto mi mettevo a guardare i programmi tv (sebbene ascoltare i film o gli show in tedesco sia un pò ostico). Comunque mi sono reso di una cosa: in Germania esistono sì dei talk-show, ma raramente vi compaiono personaggi della politica. In Italia, invece, è tutto un talk show politico dalla mattina alla sera. Ogni mattina abbiamo trasmissioni come Agorà su arai 3 e Omnibus su La7. Poi ci sono L'infedele il Lunedì (La7), Ballarò il Martedì (Rai3), Annozero il giovedì (rai3) e L'ultima parola il venerdì (rai2). Inoltre, quasi tutti i giorni, abbiamo politici che parlano a Porta a porta (rai1) o a Matrix (canale 5). Ma 'sti politici che stanno sempre in tv, dove lo trovano il tempo per lavorare? Siamo, ormai, nell'era della pura immagine. Non importa lavorare, importa apparire e parlare, fare tanti bla bla inutili. Così come inutili sono i video e le telefonate di Mister Big. Ascoltare i discorsi dei politici è diventato inutile, dato che non dicono nulla e che si parla solo di gossip, di foto che esistono o non esistono del Premier nudo con le ragazze del Bunga bunga. Magari è tutta una tattica per indurti a fare qualche abbnamento a qualche canale a pagamento per vedere la partita di calcio o a qualche vecchio film. E' tutto non solo inutile, ma parecchio noioso, anche. Eppure, stranamente, qualche programma ottiene buoni indici d'ascolto. Signfica che a qualcuno piace ascoltare i politici parlare in TV. O, semplicemente, essendo nell'era del Grande Fratello, ci si diverte a vedere i politici litigare per delle cavolate. Intanto loto si beccano un sacco di soldi e non lavorano. O forse credono di meritarsi tanti soldi perchè sono ormai delle star della TV. Intanto facciamo qualcosa di più serio: smettiamo di ascoltarli, leggiamo un buon libro oppure facciamoci qualche viaggetto su internet. Sempre meglio della TV.

giovedì 3 febbraio 2011

Diritto alla Privacy

Prendo spunto da una notizia di oggi. All'Università Cattolica di Milano hanno appeso una specie di manifesto, tratto dal film "Le vite degli altri", che parla delle vicende di una agente della stasi che spiava nella case degli altri, dove, al posto dell'attore hanno messo uno di giudici di Milano. Il messaggio, ovviamente è chiaro: i giudici di Milano sono degli spioni che violano la privacy della gente (in particolare di Mister Big). Probabilmente il manifesto è stato ideati da persone di CL, che fanno tanto i moralisti, solo che, chissà perchè, non sono tanto i festi di Arcore ad indignarli, ma il fatto che qualcuno intercetti le telefonate del premier. Invece voglio sottolineare che è ora di finirla con le difesa della privacy del premier. Diciamola tutta: chi vuole fare vita pubblica non ha diritto alla privacy. Se una persona ha intenzione di assumere un incarico pubblico, questa persona deve essere trasparente. Per votare una persona è assolutamente necessario conoscere quella persona, sapere hiè, da dove viene, cosa ha fatto, se ha avuto guai con la giustizia. L'elettore ha diritto di conoscere la dichiarazione dei redditi, la residenza, lo stato famiglia, gli esiti delle ultime analisi del sangue della persona che si è candidata. Soprattutto, è necessario sapere se quella persona ha avuto, o ha, scheletri nell'armadio. Rifaccio sempre lo stesso esempio: se io venissi a sapere che il pilota di un aereo ha partecipato la sera precedente ad un coca party, farei bene o farei male a denunciare il fatto all'autorità compentente? E se l'autorità rispondese alla mia denuncia dicendomi: "Stia zitto, questi sono fatti privati del pilota!". Sì, ma se il pilota ha un malore, rischia di far precipitare l'aereo e di uccidere i passeggeri. Nello stesso modo, è giusto che io conosca tutti i fatti privati di un candidato, perchè il candidato, una volta eletto, entrerà nella stanza dei bottoni e le sue decisioni avranno un peso rilevante anche sulla mia vita. Perchè dare il voto a uno che non conosco? E giusto o no che io possa decidere sulla base di informazioni dettagliate se quel candidato sarà una persona affidabile o no? Perciò chi si candida deve rinunciare alla privacy. Non solo prima delle elezioni, ma anche dopo, per sapere se la persona continua ad essere affidabile o no. Non si tratta di moralismo, ma di affidabilità. Questa cosa è ben nota agli americani, per cui basta un semplice scandalo o sospetto per contringere ad un importante uomo politico a dimettersi. In Italia no. Tuttavia, se una persona ha incarichi di elevata responsabilità, ma, soprattutto, le sue decisioni possono influire o negativamente sulle vite degli altri, è necessario sapere tutto di quella persona. Chiaramente, se uno fa vita privata, il discorso cambia, dato che tutto ciò che fa o dice è limitato solo alla sua sfera di vita personale. E' ora di iniziare a comprendere che per sapere se una persona sarà in grado di sovlgere il suo incarico, dobbiamo sapere come vive, cosa fa per vivere e chi frequenta. Niente privacy a chi ha incarichi pubblici.