lunedì 28 settembre 2009

Siamo alle solite...

Dopo aver visto l'ennesima grande pubblicità tributata dai tg al Leader Maximo, mi viene da chiedermi: forse sto sognando? Anche un povero di mente si sarebbe reso conto che non possiamo permetterci un leader che in realtà, invece di dire cose che hanno un vero contenuto, fa da intrattenitore ad un pubblico di fedelissimi(?), ai quali, probabilmente, piace il genere trash.

La domanda è: il leader è una persona che riesce ad autoimporsi agli altri, oppure, in qualche modo, viene scelto da altri che possono così manovare nell'ombra? Magari qualcuno potrebbe dire che tale domanda non ha senso, soprattutto nel caso di Mister Big, che più di tutti, anche con la sua ricchezza, dovrebbe essere una persona in grado di decidere arbitrarimente e autonomamente le sue azioni. In altre parole, nessuno più di Mister Big dovrebbe godere della libertà di decidere per conto proprio. Chi potrebbe avere la minima influenza sulle scelte e decisioni del Leader Maximo (a parte qualche escort)?

Eppure tempo fa sul sito di Dagospia sono comparse delle domande, presentate a suo tempo dl giornale "La Padania" della Lega il 19 agosto del 1998. Ecco le domande (le cifre sono in lire essendo l'euro ancora di là da venire):

1. Il 26 settembre 1968, la sua Edilnord Sas acquistò dal conte Bonzi l'intera area dove lei, signor Berlusconi, edificherà Milano2. Lei pagò il terreno 4.250 lire al metro, per un totale di oltre tre miliardi di lire. Questa somma dal '68, quando lei aveva 32 anni e nessun patrimonio familiare a disposizione, era di enorme portata.
Oggi, tabelle Istat alla mano, equivarrebbe a oltre 38.739.000.000 di lire. Dopo l'acquisto, lei aprì un gigantesco cantiere edile, il cui costo arriverà a sfiorare i 500 milioni al giorno, che in 4-5 anni edificherà l'area abitativa di Milano2. Tutto questo denaro chi gliel'ha dato, signor Berlusconi? Chi si nascondeva dietro le finanziarie di Lugano? Risponda.

2. Il 22 maggio 1974 la sua società Edilnord Centri Residenziali Sas compì un aumento di capitale che così arrivò a 600 milioni di lire (4,8miliardi di oggi Fonte Istat).Il 22 luglio1975-un anno dopo-la medesima società eseguì un altro aumento di capitale passando dai suddetti seicento milioni a due miliardi(14 miliardi di oggi. Fonte Istat. Anche in questo caso, che è solo l'esempio di alcune delle tante e fortissime ricapitalizzazioni delle sue società, signor Berlusconi, vogliamo sapere da dove e da chi le sono pervenuti tali ingentissimi capitali in contanti. Se lei non lo spiega signor Berlusconi, si è autorizzati a ritenere che sia denaro di dubbia origine, denaro dell'orribile odore.

3. Il due febbraio del 1973, lei, signor Berlusconi, fondò un'altra società: la Italcantieri Srl. Il 18 luglio 1975 questa sua piccola impresa diventò una Spa con un aumento di capitale a 500 milioni. In seguito, quei 500 milioni diventeranno 2 miliardi, e lei farà in modo di poter emettere anche un prestito obbligazionario per altri due miliardi. Nell'arco di nemmeno tre anni, una società forte di capitale di 20 milioni appunto la Italcantieri Srl, si trasformerà in un colosso, moltiplicando per cento il suo patrimonio. Come fu possibile? Da dove prese, chi le diede, in che modo entrò in possesso, signore Berlusconi, di queste fortissime somme in contanti? Risponda. Lo spieghi.

4. Il 15 settembre 1977 la sua società Edilnord Sas, signor Berlusconi, cedette alla neo costituta Milano2 Spa tutto il costruito di Milano2 più alcune aree ancora da edificare. Tuttavia, quel giorno lei decise anche il contestuale cambiamento di nome della società acquirente. Infatti l'impresa Milano2 Spa cominciò a chiamarsi con un proprio da quella data. Quando fu fondata a Roma, il 16 settembre '74 rispondeva al nome di immobiliare San Martino Spa, "forte di lire 1.000.000 di capitale e amministrata da Marcello Dell'Utri, il suo "segretario". Sempre il 15 settembre 1977, quel milione salirà a 500, il 19 luglio 1978 a due miliardi. Un'altra volta: tutto questo denaro da dove arrivò?

5. Signor Berlusconi, il cuore del suo impero, la notissima Fininvest, lei sa bene che nacque in due tappe. Il 21 Marzo 1975 a Roma lei diede vita alla Fininvest Srl, 20milioni di capitale, che l'11 novembre diventeranno 2 miliardi con il contestuale trasferimento della sede a Milano. L'8 Giugno 1978, ancora a Roma, lei fondò la Finanziaria di Investimento Srl, soliti 20 milioni, amministrata da Umberto Previti, padre del noto Cesare. Il 30 giugno 1978, quei 20 milioni diventeranno 50, e il 7 dicembre 18 miliardi ( 81 miliardi di oggi ). Il 26 gennaio 1979 le due "Fininvest" si fonderanno. Ebbene, questa gigantesca massa di capitali da dove arrivò, signor Berlusconi?

6. Signor Berlusconi, lei almeno una volta sostenne che le 22 holding alla testa del suo impero societario vennero costituite da Umberto Previti per pagare meno tasse allo Stato. Nessuno dubiterà mai più di queste sue affermazioni quando lei spiegherà per quale ragione affidò consistenti quote delle suddette 22 holding alla società Par.Ma.Fid. di Milano, la medesima società fiduciaria che nel medesimo periodo gestì il patrimonio di Antonio Virgilio, finanziere di Cosa Nostra e grande riciclatore di soldi sporchi per conto di Alfredo Giuseppe Bono, Salvatore Enea, Gaetano Fidanzati, Carmelo Gaeta e altri boss della mafia siciliana operanti a Milano. Perché la Par.Ma.Fid. ?

7. E' universalmente noto che lei, signor Berlusconi, come imprenditore è nato col "mattone" per poi approdare alla tivù. Ebbene, sul finire del 1979, lei diede incarico ad Adriano Galliani di girare l'Italia ad acquistare frequenze televisive, ed infatti Galliani si diede molto da fare. Iniziò dalla Sicilia, dove entrò in società con i fratelli Inzaranto di Misilmeri, frazione di Palermo, nella loro rete Sicilia Srl. Soltanto che Giuseppe Inzaranto , neo socio di Galliani, era anche marito della nipote prediletta di Tommaso Buscetta che nel 1979 non è un "pentito", è un boss di prima grandezza. Questo lei lo sapeva, signor Berlusconi? Sapeva di aver sfiorato i vertici della mafia?

8. E' certo che a lei, signor Berlusconi, il nome dell'Immobiliare Romana Paltano non può risultare sconosciuto. Certo ricorda che nel 1974 la suddetta società. 12 milioni di capitale, finì sotto il suo controllo amministrata da Marcello Dell'Utri. Fu proprio sui terreni posseduti da questa immobiliare che lei edificherà Milano3.
Così pure ricorderà, signor Berlusconi, che nel 1976 quel piccolo capitale di 12 milioni salirà a 500 e il 12 maggio 1977 a 1 miliardo. Inoltre lei modificherà anche il nome a questa impresa, che diventerà la notissima "Cantieri Riuniti Milanesi Spa". Ancora una volta: da dove prese, chi le fornì, i 988 milioni ( 5 miliardi d'oggi) per quest'ennesima iniezione di soldi?

9. Lei, signor Berlusconi, certamente rammenta che il 4 maggio 1977 a Roma fondò l'immobiliare Idra col capitale di 1 (un) milione. Questa società, che oggi possiede beni immobili pregiatissimi in Sardegna, l'anno successivo -era il 1978- aumentò il proprio capitale a 900 milioni di lire in contanti. Signor Berlusconi, da dove arrivarono gli 899 milioni che fecero la differenza? E poi: da dove, da chi, perché lei entrò in possesso delle stratosferiche somme che le permisero di far intestare all'Immobiliare Idra proprietà in Costa Smeralda - ville e terreni - il cui valore è da contarsi in decine di miliardi? Dica la verità, signor Berlusconi. Sveli anche questo mistero impenetrabile.

10. Signor Berlusconi, in più occasioni lei ha usato -vedi l'acquisto dell'attaccante Lentini dal Torino Calcio, ad esempio- la finanziaria di Chiasso denominata Fimo. Anche in questo caso, come in precedenza per la finanziaria Par.Ma.Fid. , ha scelto una società fiduciaria al cui riguardo le cronache giudiziarie si sono largamente espresse. La Fimo, infatti, era la sede operativa di Giuseppe Lottusi, riciclatore di soldi sporchi della cosca dei Madonia e Lottusi il 15 novembre del 1991 verrà condannato per questo a vent'anni di reclusione. Ebbene, la transizione per l'acquisto di Lentini, tramite la Fimo, avvenne nella primavera del 1992. Perché la Fimo, signor Berlusconi?

In poche parole, anche per le mente meno brillante, appare chiaro da queste domande ben circostanziate, che Mister Big è stato finanziato da qualcuno. Ergo, ha iniziato la sua attività riciclando i soldi di altri, probabilmente di mafiosi che avevano messo i soldi in Svizzera o per trasmite di Dell'Utri e Previti. Quindi Mister Big non appare come un self-made man alla Bill Gates, per intendersi. Sicuramente ha lavorato bene per incrementare il patrimonio delle sue attività, ma sembra strano che non sapesse da chi e perchè gli venivano dati tanti capitali all'inizio della sua attività. Un imprenditore del Nord che si è arricchito grazie ai soldi della mafia. Questo, sicuramente, volveva denunciare allora la "Padania", ossia la Lega. E ora? Ora Mister Big va bene alla Lega. E gli italiani? Credono ancora nel mito del Self-made man, dell'uomo che si è fatto da sè? E la questione con l’egiziano Frank Agrama, il tipo che compra i diritti televisivi di film e telefim per conto di Mediaset e Fininvest a prezzo elevati per le due società? Il Pubblico Ministero della procura di Milano Fabio De Pasquale pensa che Agram venda a prezzi alti i diritti alle società di Berlusconi su mandato dello stesso Berlusconi per poi nascondere i capitali in società off-shore o in Svizzera, alla faccia dello scudo fiscale per il rientro dei capitali. Comunque sia, Mister Big deve ringraziare parecchi personaggi "occulti" per la sua fortuna economica. A quando un vero leader?

sabato 19 settembre 2009

(non) sostiene Fini

Probabilmente Gianfranco Fini si è stancato, querelando Feltri, di essere sotto il tiro incrociato. E molto più probabilmente si è stancato dell'atteggiamento di Mister Big, che prima manda i sui cani ad azzannare e poi interviene cercando di calmare le acque. Prima il bastone e poi la carota. Ovviamente, una persona intelligente si sente presa in giro da questo atteggiamento di Mister Big. Adesso si sente l'esigenza di riuniore consigli ufficiale tra i leader del PDL e di smetterla con le cenette ad Arcore, per ridurre, in qualche modo, l'autoritarismo di Mister Big. Bene venga se nel PDL si instaura una gestione democratica, sebbene la gente che lo compone si caratterizzi per la servilità al boss. Ma il punto è:"Perchè ora?". Non si sapeva già fin da prima com'era il carattere di Mister Big? Non si potevano prendere provvedimenti già fin dagli inizi? Oppure il pifferaio di Hamelin è riuscito a ingannare tutti? O, forse, in Italia domina il gene del servilismo? Perchè si è dato credito e si continua a dare credito a Mister Big? Possibile che solo l'ex moglie si si resa conto dei suoi problemi? Il potere, quando è fine a se stesso, è dannoso. Persino Hitler aveva degli ideali. Ora, chi gestisce il potere in Italia, non ha alcun ideale, a meno che non si voglia intendere per ideale la cura dei propri affari. Qualcuno che si sta rendendo conto del problema serio, ossia quello di una politica senza futuro perchè incapace di generare e attuare dei seri progetti sociali, è il Vaticano. Paradossalmente, adesso sono i preti che si rendono conto che l'Italia si sta sfaldando, da una parte perchè i leghisti fanno la voce grossa, dato che Mister Big ormai ha perso i favori del sud. Si sa che per ottenere i voti al sud bisogna pagare (i boss politici, chiaramente). Niente soldi, niente voti. Al nord la forza trainante e la lega con il "Dagli all'extracomunitario". Poi si scopre che i salari sono troppo bassi, quindi niente casa e niente figli. E la lega? Ovviamente la lega non ha alcun piano per risolvere il problema del lavoro e degli stipendi bassi. Quindi? Forse alle prossime elezioni dovrà candidarsi il Papa in persona. Occorre qualcuno che abbia delle idee chiare e dei progetti seri per il futuro dell'Italia. Mandare a casa Mister Big non è sufficiente. E' necessario che si manifestino persone e forze nuove in grado di riformare il paese. Se Fini condivide questa idea, allora forse si può cominciare a pensare a qualcosa di concreto.

martedì 15 settembre 2009

Il duce mancato

Uffff… Ci risiamo con la solita propaganda politica basata sul finto fare. Adesso Mister Big, che è rimasto silente per tutto il mese d’Agosto fino ad oggi (escluso lo show con Zapatero) deve fare lo spot con le 94 casette di Onna tramite un trasmissione televisiva a livello nazionale. Per fare il proclama non si è esitato a spostare o interrompere altri programmi televisivi che potevano essere di disturbo. Certo che il proclama dovrebbero farlo i trentini che hanno costruito le casette. E le altre decine di migliaia di sfollati, dove andranno a finire? Ovviamente tutti i principali tg danno man forte al Mister Big che ormai si atteggia come un Mussolini. Almeno Mussolini agiva di sua propria iniziativa, mentre l’attuale Dux si fa fare la scaletta politica da Bossi. L’unica cosa che riesce a fare è sparare a zero contro Repubblica che continua a proporre la questione dei festini con le escort e la vicenda Noemi (probabile futuro ministro ) e contro chi osa esprimere opinioni diverse, come Fini. In poche parole siamo passati da un Dux a un ducetto. Il punto è che non basta straparlare in tivù, per poter essere sicuri del consenso della gente. Gli italiani, purtroppo, sono persone che assistono all’arena politica così come gli antichi romani guardavano i combattimenti dei gladiatori nella antiche arene. Si osserva il combattimento e si incita il combattente più valoroso. Mister Big è chiaramente in difficoltà e sta cercando, in qualche modo, di recuperare consenso. Anche tramite un proclama attraverso Porta a Porta. Poi si scatenano i fidi Bulldog (vedi Feltri) per sputtanare quelli che la pensano diversamente (o più semplicemente, quelli che continuano a pensare ancora con la propria testa). Io, ormai, quando vedo Mister Big in tivù nei suoi monologhi, cambio canale. Tanto so che non si dice e non si fa niente di nuovo. Occorre vedere, adesso, fino a che punto reggerà la Lega, che si disinteressa degli operi a rischio licenziamento che occupano le fabbriche. Forse, in futuro, qualcuno riuscirà ad aprire gli occhi anche sulla Lega. Ormai la politica del finto fare è agli sgoccioli. A quanto ammonta il debito pubblico italiano? Quali prospettive ci sono per i nuovi disoccupati? Infine, quanti terremotati de L’Aquila e dintorni ritorneranno quest’anno a casa?

domenica 13 settembre 2009

Italia in crisi (7)

Finalmente Mister Big è riuscito in un’impresa degna di par suo: mettere in crisi l’unità del PDL. Mister Big si lascia troppo guidare dal Senatur, che, con i suoi accoliti, propone riforme idiote, come il dialetto nelle scuole e cerca di convincerci con tesi oltre i limiti della fantascienza che i guai del suo amico sono dovuto ad una vendetta della mafia. Era ora che Fini si svegliasse e cominciasse adire la sua, invece di inghiottire i rospi e rimanere in silenzio. In altri termini, era ora che Fini esprimesse le sue opinioni che, essendo diverse da quelle di Mister Big, generano la disapprovazione di quest’ultimo che, a sua volta, pensa bene di usare i suoi cani (leggi i giornali Libero e Il Giornale) per infangare tutti quelli che gli remano contro. Penso che sia chiaro a tutti (se per qualcuno questo non è chiaro c’è da preoccuparsi) che sia arrivato il moneto di cambiare. E’ inutile tenere un governo da operetta, che non governa e non sa fare le giuste riforme, sia perché Mister Big pensa solo alle bene donnine (bene vada in pensione e con i suoi soldi organizzi tutte le feste che vuole) sia perché ci sono persone come i leghisti che non riescono a progettare una riforma federale nel vero senso della parola. Intanto aumentano gli immigrati gli operai si rinchiudono nelle fabbriche per evitare il licenziamento, le istituzioni pubbliche vanno in crisi perché non si assume più gente. Forse fini, assieme a Casini e Rutelli, sta pensando ad un nuovo partito, in grado di accogliere le esigenze della media borghesia. Sta di fatto che stiamo perdendo, nel frattempo troppi treni:
1. Mentre USA e altri attaccano i paradisi fiscali per evitare la fuga di capitali all’estero, in Italia si è rimasti ancora nella fase delle buone intenzioni. D’altronde, non è forse chi ci governa uno dei primi ad aver inviato soldi all’estero per evitare controlli fiscali?
2. Non si riesce a modificare strutturalmente l’amministrazione pubblica, per poter attivare un regime di federalismo fiscale.
3. In Italia mancano quelle forme di controllo che permetterebbero enormi risparmi sulla spesa pubblica. Si pensi solo alle case del L’Aquila costruite senza tenere conto delle norme antisismiche.
4. E’ necessaria una strategie per le infrastrutture che abbassi e non alzi i costi della vita. Invece, chissà perché, quando arriva l’estate ecco arrivare puntuali gli incrementi dei pedaggi autostradali.
5. E’ necessaria una strategia alternativa per l’energia. Investire sul solare, per rendere più produttivi i pannelli solari e sui biocarburanti, per importare meno petroli, dato che cinesi e indiani stanno passando dalle biciclette alle auto.
Inoltre, bisogna pensare che l’Italia è diventata una società multietnica, multirazziale e multiculturale, oltre che multireligiosa. Il Senatur e compagni non possono continuare a battere sullo stesso chiodo. Come fanno le fabbriche del Nord a funzionare senza gli immigrati? Visto che gli immigrati servono, allora bisogna regolarsi in altri modi, come si fa nel resto d’Europa. Purtroppo dal germe della PD non può nascere nulla di buono. L’impostazione della PD è che gli italiani sono pecoroni e come tali vanno trattati. Quindi governo forte con popolo debole. Invece scopriamo che in Italia sono i governi ad essere deboli e il popolo forte, nel senso che se il sistema Italia regge è perché ciascuno, nel suo piccolo, si sforza di far funzionare le cose. Meno male che è così, altrimenti, se dovessimo ogni volta attendere il diktat dal governo, saremmo già sprofondati nel baratro. Ora, però, mi sembra sia giunto il momento di pretendere un governo fatto di gente che sappia assumersi le responsabilità delle sue scelte ed azioni.