sabato 28 marzo 2009

Sepolcri imbiancati

quando vedo le immagini del congresso del nuovo partito, il popolo delle libertà, mi viene in mente, non so perchè, una delle tante accuse che Gesù rivolgeva ai farisei: "Siete come sepolcri imbiancati! Fuori hanno un bell'aspetto ma dentro nascondono il marciume." Come per i farisei, così per il nuovo (nuovo?) partito la strategia è sempre quella di cambiare tutto perchè tutto rimanga come prima (e qui citiamo il Tomasi di Lampedusa). Vuote parole, vuoti discorsi, inutili trionfalismi e ipocrite autocelebrazioni. Si tira un pò sempre in ballo la minaccia comunista (ma i partiti comunisti non sono usciti dal parlamento?). Come nella "fattoria degli animali", in cui i maiali, che hanno preso il potere (comandati dal maiale Napoleon), inventano sempre l'esistenza di una minaccia invisibile costituita dal maiale Palla di Neve, nel loro caso e, nel nostro caso, costituita, per Mister B, sempre dallo spettro comunista, mentre per i leghisti è l'extracomunitario. Intanto la gente normale si rode ogni giorno con problemi normali non necessariamente creati da spettri comunisti. Ritorno a pensare, però, che nel paese manca un forza vitale, dettata dalla necessità di capire che se si vuole vivere in un sistema è necessario che tutte le componenti sociali funzionino. Devono funzionare i manager come gli operai, gli acquirenti come i venditori, i lavoratori dipendenti come quelli autonomi e così via. Invece l'Italia, o meglio, gli italiani non hanno una visione sistemica del paese. Perciò in Italia non succede quello che succede in Francia: il manager della 3M viene sequestrato dagli operai perchè ha intenzione di licenziare, per fargli capire che in tempi di magra tutti devono tirare la cinghia. Invece in Italia chi ha operato male continua a prosperare. E ci si riduce a tradurre tutto in corporazione familistica, per cui uno ha diritto al posto solo perchè "figlio di..." o "conoscente di...". E come si può pretendere giustizia, se tutti noi siamo, in qualche modo, "figli o conoscenti di..."? Ho iniziato il discorso con Gesù: lui era il messia atteso più di 2000 anni fa. Ora c'è qualche messia all'orizzonte in grado di sistemare le cose in Italia? O dobbiamo sempre costruire nuovi sepolcri imbiancati?

sabato 21 marzo 2009

Mister B e gli italiani

La puntata di Annozero del 19.3.2009 parlava dell'industria del tessile a Prato. Mentre i piccoli imprenditori e gli artigiani chiedevano un anno di sospsensione per il pagamento dei debiti, 4000 opifici cinesi lavoravano a pieno regime, e per il fatto di essere in territorio italiano sul prodotto mettono l'etichetta "Made in Italy". Tenuti in condizioni disumane, migliaia di operai cinesi producono vestiti a bassissimo prezzo. Nonostante il basso prezzo vendono moltissimo, tanto che qualcuno ha affermato che un milione di euro ogni giorno viene spedito in Cina. Anche se interviene la finanza o l'ispettorato del lavoro, l'azienda dopo un breve peiodo di attività chiude per riaprire nuovamente con un altro nome. La legge prevede che la nuova impresa non paghi contributi o venga controllata per i primi 18 mesi. Passato quel periodo, per evitare controlli si chiude l'azienda in modo da non pagar sanzioni, così come quasi tutto il fatturato delle aziende cinesi è in nero. Pochissimi soldi arrivano dalle aziende cinesi per pagare ospedali, scuola e pubblica sicurezza. Come è possibile che i cinesi abbiano trovato tale paradiso in Italia? Semplice, ed è il motivo per cui gli italiani hanno votato mister B: meno controlli, meno tasse e soprattutto condoni. Probabilmente gli italiani credono veramente che in questo modo le cose miglioreranno in Italia. Se lasciamo alle piccole e medie aziende la possibilità di pagare in nero i lavoratori e anche di fatturare in nero, manteniamo attiva l'economia del paese. Tuttavia, basta essere un pochino più intelligenti per scoprire che il sistema alla fine ci danneggia maggiormente. Perchè? Beh, per primo l'abbiamo visto con i cinesi: gli italiani si credono furbi, ma alla fine è arrivato in Italia uno più furbo di loro. Chissà quanti opifici cinesi fatturano in nero in Germania o negli Stati Uniti. O forse questo capita solo in Italia? Inoltre la totale deregulation riduce le condizioni di sicurezza nei posti di lavoro, così come meno tasse significa servizi pubblici inefficienti. E' facile per il ministro Brunetta parlare male di chi lavora nel servizio pubblico quando nelle scuole, nei tribunali e nelle caserme manca personale dato che non si assume più. Un esempio? Le carceri. Striscia la Notizia, tempo fa, ha mostrato che esistono tanti edifici carcerari rimasti inutilizzati perhè manca personale nella polizia penitenziaria. Un carcere, per funzionare, necessita di personale, così come gli ospedali, i tribunali, le caserme e le scuole. Ma gli italiani, intelligentissimi, danno ascolto a Brunetta e pensano che tutti quelli che sono stipendiati dallo stato siano dei fannulloni. Ecco è solo un problema di pigrizia, non un problema strutturale che continuerà ad aggravarsi. Infine, anche per gli italiani le cose non miglioreranno. Un esempio, il servizio delle iene sulle case vendute in nero a Barletta. Vuoi una casa? Costa 300.000 euro. 200.000 me li dai in contanti e in nero, 100.000 invece li fatturiamo. Il costruttore si becca palanche di soldi e continua a pagare in nero gli operai mantenendoli in condizioni di estrema insicurezza. Tanto chi controlla? Invece, l'italiano che lavora onestamente, si è appena fatto una famiglia e vuole farsi una piccola casetta se la piglia in quel posto. Come è stato e sarà sempre.

sabato 14 marzo 2009

Venti di guerra

In Francia, l'amministratore della Continental Louis Forzy, di fronte agli operai inferociti perchè più di mille verrano licenziati, viene tempestato di uova. In Grecia, squadriglie di casseur distruggono i negozi che vendono oggetti di lusso e vestiti firmati nel centro di Atene. Ma ci sono altri segnali di forti disagi, come la rivolta che si è avuta in Lettonia, che indicano che L'Europa è seduta su una polverier. E qualcuno ha già acceso la miccia. Che succederà? E, soprattutto, cosa succederà in Italia? A differenza della Francia e della Grecia, paesi in cui il dissenso sta assumendo connotati e forme ben precise, in Italia, molto probabilmente, non succederà niente. Continueranno i Talk Show politici dove si discute di questo o di quello, ma non credo che si attueranno forme reali di dissenso. Il motivo? L'Italia è un paese che ha sempre avuto governi di gomma. A differenza di altri paesi, come gli Stati Uniti dove le regole sono chiare e chi sgamma viene punito (guardate cos'è succsso a Madoff, condannato a 150 anni, e fate il confronto con il nostro Tanzi, che fa di nuovo l'imprenditore, ma con i soldi di chi?), in Italia vige la più assoluta oscurità e incertezza. Succede qualcosa? Chi ne è il responsabile? In Italia il concetto di responsabilità è un concetto estremamente ambiguo. Non a caso le leggi e la burocrazia italiane sono tra le più ostiche del mondo, talmente ostiche da scorraggiare gli investitori stranieri. Mi ricordo di un mio amico che ebbe un incidente stradale in Turchia. Nessuno si fece male, per fortuna, e il mio amico aveva ragione: dovevano dargli la precedenza e, invece, gli hanno tagliato la strada. Ma dopo alcuni mesi, non si sa perchè, fu lui a essere condannato per l'incidente e costretto a pagare i danni. Da allora lui non ritornò più in Turchia. Perchè andare in un posto dove un oggetto di color bianco deve per forza essere considerato nero? In Italia è lo stesso: o godi della protezione di qualcuno, oppure stai in campana e in guardia, perchè prima o poi ti può capitare qualche vendetta. Ovviamente, il colpevole non verrà mai scoperto. La classe dirigente italiana è una classe di gomma: è incredibilmente abile a mascherare le sue colpe, così come il popolo italiano è un popolo di gomma: è incredibilmente abile a mascherare i suoi limiti. Alla fine ciò che conta è lo spot pubblicitario. La Calabria, una delle regioni italiane con il maggior livello di corruzione a livello istituzionale, con parenti della 'ndrangheta che occupano posti nelle aziende pubbliche, con la gente che muore per frane sulla Salerno-Reggio Calabria e i treni che si fermano a Lamezia, intanto manda lo spot di Gattuso per publicizzare le bellezze artistiche e paesaggistiche della regione. Come se, avendo qualche tratto di mare limpido o una vecchia cattedrale bastasse a dire che la popolazione è brava e onesta. Talmente brava e onesta da esporta il suo modello di comportamento anche all'estero, come abbiamo visto a Duisburg. E questo vale anche per il resto d'Italia. In Italia non ci saranno gli operai francesi disposti a tutto per salvare il loro posto di lavoro o gli squadristi greci che rompono tutto ciò che costituisce un'immagine falsa e inutile del paese. Il problema veramente importante sarà sempre quello: Beckham rimarrà al Milan?

sabato 7 marzo 2009

Italia in crisi (1)

Probabilmente tra un pò vedremo anche in Italia quello che abbiamo già visto nel resto del mondo: banche che chiudono, licenziamenti in massa, chiusura di ospedali, scuole e università (per non parlare delle pensioni). In poche parole vedremo quello che è successo in Argentina. Il problema è che i bond argentini sono stati una fregatura. E i bond italiani? Si riuscirà a piazzarli sul mercato, come spera Tremonti? O l'asta andrà deserta e il Titanic Italia affonderà del tutto? Adesso si sta pubblicizzando il ritorno della grandi opere: ponte sullo stretto, fine dell'eterno cantiere sulla Salerno-Reggio Calabria più qualche altra autostrada. Non solo. L'economia non tira? Via libera alla costruzione di nuove case. Riempiamo ancora il suolo italiano di cemento, un suolo sul quale appena viene qualche goccia di acqua in più si scatenano frane e alluvioni. Per non parlare dei terremoti. Messina e Reggio furono completamente distrutte dal terremoto del 1908. E ora si vuole fare un ponte sospeso sopra lo stretto. Sarà in grado di resistere a terremoti al di sopra dell'ottava magnitudo (come fu quello del 1908) o crollerà come un castello di carte? E se sui cantieri ci metterà mano la mafia, non è che la costruzione del ponte durerà 100 anni, tempo nel quale si inventerà, nel frattempo, il teletrasporto? Non voglio ritornare alla ricetta di Mr. Spogli per far funzionare l'Italia. Credo che a questo punto la ricetta per migliorare le cose possa articolarsi solo in due vie:
1. Eliminazione dell'eccessivo peso burocratico e fiscale alle aziende. Le aziende devono essere libere di muoversi. Soprattutto, chi vuole iniziare un'attività, anche un semplice bar, basta carte bollate e ore perse per richieste di permessi. Non si potrebbe fare tutto in un'ora nell'apposito ufficio comunale?
2. Fare in modo che i soldi guadagnati dalle imprese, SE messi da parte per far funzionare l'attività, non vengano tassati. Occorre evitare anche la fuga di capitali all'estero e che i capitali rimangano in Italia per essere nuovamente usati in attività produttive. L'ideale è che ci sia un controllo dello stato sui conti usati dalle imprese, anche se, la storia dei conti dormienti in base alla quale lo stato può prelevare soldi dal conto corrente senza chiedere permessi ai proprietari lascia un pò di dubbi.

Occorrerebbe però capacità d'innovazione e inventiva. In altri termini, bisognerebbe smettere di fare cose che potrebbero fare anche operai del terzo mondo. Non a caso, nei paesi industriali le società che hanno fatto più progressi sono quelle erogatrici di servizi, come le società telefoniche, le compagnie di volo low-cost, le compagnie di spedizione ecc... Ad esempio, se l'altà velocità ferroviaria prende piede in Italia, converrebbe fin da ora investire su questa. L'idea non è tanto difficile: si construiscono infrastrutture (aeroporti, strade, ferrovie, porti) e poi si lascia ai privati il compito (in piena e libera concorrenza) di garantire i migliori servizi a prezzi più bassi. E questo si potrebbe fare anche in altri paesi. Ad esempio, i cinesi hanno chiesto ai tedeschi di costruire il treno ad alta velocità che collega Shangai all'aeroporto. Possiamo forse in Italia creare imprese che costruiscono infrastrutture ed erogano servizi anche in altri paesi? In questo modo non siamo più schiavi del frigorifero e dell'automobile per incrementare il nostro PIL. Per non parlare dell'energia. Obama sostiene che bisogna investire in forme pulite di energie. C'è qualcuno in Italia che si sta attrezzando per costruire pannelli solari che poi verrano venduti negli Sates?

Idee per uscire dalla crisi ce ne sono. Manca chi deve metterle in atto. Troppa fatica, troppa burocrazia e troppa poca lungimiranza della classe dirigente italiana. Intato Mister B. ha intascato 159 milioni di euro di divedendi dalle sue società. Che stia progettando una buonuscita in caso di aggravio della crisi?

lunedì 2 marzo 2009

Italia (non) lavora

Articolo 1 della costituzione: "L'Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro". Peccato che ormai di lavoro, in Italia, ce ne sia sempre meno. Il 2009 appare come l'anno dei licenziamenti. basta farsi un giro su internet per comprendere il fenomeno. Ovviamente i telegiornali stanno bene attenti ad iniziare i titoli di testa con frasi del tipo: "Licenziati tot operai alla..", "In questo mese tot aziende hanno chiuso.." e così via. Ora che anche i parititi di sinistra sono scomparsi, chi parla più delle centinaia di migliaia di operai che perderanno il posto di lavoro? Chi darà loro voce? Chi pagherà (sicuramente) le tasse? Per fortuna un disoccupato in Italia non perde il diritto alla salute, come negli USA. Ma vogliamo pensare anche alla perdita di dignità che comporta la perdita del posto di lavoro? Alla vergogna che si prova nel sentirsi inutili? Se qualcuno ha letto il libro "No logo" della Kelin, si rende conto che la quota maggiore di spesa per un'impresa, al giorno d'oggi, è la pubblicità. Eclatante è il caso della Nike, che fa produrre le sue scarpe nei paesi del terzo mondo, dove la manodopera costa pochissimo, e paga miliardi a gente come Michael Jordan perchè pubblicizzi il prodotto. Forse risparmiare prima sulla pubblicità e poi sui posti di lavoro converrebbe di più, in tempi di crisi come questi. Ovviamente, il nostro Mister B propone la ricetta contraria: fai più pubblicità così vendi di più. Ma in tempi di magra più soldi alla pubblicità significa meno posti di lavoro e quindi meno gente che acquista. E qui si ritorna sempre al problema della visione "sistemica" o "orticellista" delle cose. C'è chi riesce a vedere le cose nel suo complesso e chi, invece, si preoccupa del proprio orticello. La classe dirigente italiana è "orticellista", per cui siamo inesorabilmente destinati al fallimento. Chiaramente in controtendenza contro la classe dirigente statunitense, tedesca e francese che, attaccando i famigerati paradisi fiscali, sta assumendo sempre più una visione sistemica dell'economia finanziaria. Poveracci gli operai italiani, comunque, perchè ormai sono soli e nessuno si preoccuperà per loro. Come andrà a finire?