mercoledì 7 dicembre 2011

Riforme

Al di là della manovra Monti, criticabile finchè si vuole, rimane ferma la necessità di fare nuove riforme che modifichino la struttura dello stato. In poche parole le più importanti sarebbero:
1. cambiamento della legge elettorale per fare in modo che venga eletta la persona decisa dagli elettori. Inoltre chi è indagato,anche se non è stato processato, NON DEVE candiarsi. E' necessaria assoluta trasparenza sul candidato (che lavoro fa? cosa ha fatto? da dove viene? ecc...). Inoltre, chi viene eletto non può continuare a fare il vecchio lavoro (gli si mantiene il posto, ma non DEVE ASSOLUTAMENTE continuare a svolgere il lavoro precedente. Basta con i doppi incarichi)
2. Occorre rendere eleggibili: il Presidente della Repubblica e il Primo Ministro. Inoltre occorre rendere eleggibile il Garante delle Comunicazione, che deve vigilare affinchè l'informazione trasmessa dai mass-media sia corretta e attendibile e il presidente di Bankitalia (per quello che può valere adesso).
3. Occorre eliminare il senato (basta con il vecchio e lento modello delle due camere) e le provincie.
4. Occorre cambiare il sistema di tassazione: 60% al comune (dove si lavora, non dove si ha la residenza), 30% alla regione, 15% allo stato, 5% all'Europa.
5. Istituire gli "uffici per il lavoro" che devono monitorare sul territorio italiano per sapere chi ci vive e come campa. L'obiettivo principale è eliminare il lavoro nero.
6. Creare il "conto corrente d'impresa". Chiunque, dal grande industriale al rivenditore di bottega deve aprire un conto corrente in una banca italiana sul quale effettuare o movimenti monetari necessari per gestire l'impresa (o il negozietto o l'ufficio). I movimenti di tali conti correnti vengono monitorati ogni istante dalla guardia di finanza. E' necessario che sia ILLEGALE finanziare attività in Italia con soldi provenienti da conti correnti esteri. Inoltre deve essere ILLEGALE spostare soldi dal conto corrente d'impresa all'estero o a tearze società. I soldi possono essere usati per comprare materiale, pagare servizi o stipendi.

Occorre anche abolire le società prestanome rendendole ILLEGALI.

Vediamo se, a questo punto, L'Italia riesce a diventare un repubblica seria (invece di rimanere la solita repubblica da banane).

martedì 6 dicembre 2011

Governo nuovo, stile nuovo

Fa un pò impressione passare in pochhi giorni da un governo retto da in premier che racconta berzellette a destra e a manca e che continua a sostenere che la crisi non c'è, ad un governo in cui il premier dice che siamo sull'orlo della catastrofe. Mi viene in mene la scenetta in cui un paziente va da due medici per sapere che cos'ha che nova. Il primo minimizza e sostiene che non c'è nulla di preoccupante; il secondo, con fare severo e accigliato, sostiene che ormai non c'è nulla da fare e che è meglio che si prepari al peggio. Una situazione del genere apparirebbe a chiunque, nella vita reale, assurda. Invece, nella vita politica italiana appare più che normale, normalissima. Si passa dalle stelle alle stalle in pochi secondi. Si passa dai sorrisini di mister Big ai pianti della Fornero. Ma allora uno, con un minimo di razionalità potrebbe chiedersi: "Finora, che cosa è stato fatto?". Chiaramente Monti ha subito evidenziato che quello che ha fatto lui in pochi giorni è più di quello che, negli ultimi quasi 20 anni, è stato fatto dalla classe dirigente italiana. Effettivamente è così e il motivo è chiaro: i politici italiani fanno fatica ad assumersi delle responsabilità perchè hanno paura di perdere voti. E' difficile inalzare l'età delle pensione, perchè c'è il rischio che la popolazione di anziani in Italia, in prossimità delle pensione, la maggioranza di quelli che votano, non ti votino più. I politici italiani sono delle puttane che in cambio di soldi pretendono voti. Purtroppo è anche colpa degli elettori italiani. Se le puttane esistono, è perchè esistono i puttanieri. Ora, se i puttenieri smettessero di andare a puttane, probabilmente la professione più antica del mondo svanirebbe. Nello stesso modo, se gli elettori italiani votassero i politici in base ad altre esigenze, ad altri ragionamenti, che non sia il semplice interesse personale (o la scatola di pasta in vambio del voto, o il voto mafioso) probabilmente qualcosa cambierebbe, anche mantenendo il porcellum. E' necessario rigore, ma prima di tutto è necessario pretendere il rigore da noi stessi. E' triste pensare che sia dovuta intervenire le BCE per imporre il rigore politico in Italia. Ciò fa capire che siamo ancora un paese retrogrado. Bisognerebbe insegnare nelle scuole un'etica del voto: cioè su quali principi basrsi prima di votare una persona. E il primo principio è quello descritto nel vangelo nell'episodio dell'adultera che sta per essere lapidata. I cosidetti "zelanti" della legge voglioni sfidare Gesù: hanno trovato una donna che tradiva il marito in flagrante reato. La legge di Mosè è chiara: le adultere vanno lapidate. quindi, caro Gesù, se la lapidiamo agiamo correttamente, o no? O forse la legge è sbagliata? Gesù non risponde subito, ma con calma e fermezza dice una cosa che raggela tutti: "chi di voi è innocente, scagli la prima pietra". Possiamo pretendere che gli altri siano giusti, se non siamo giusti noi stessi? Possiamo pretendere rigore dagli altri, se non siamo rigorosi noi stessi? Attenzione: ciò non significa perdonare chi sbaglia perchè possiamo sbagliare anche noi. Questo è un ragionamento sbagliato,e le persone intelligenti non fanno ragionamenti sbagliati. Significa che se dobbiamo pretendere un miglioramento da parte degli altri, dobbiamo prima migliorare noi stessi. Noi siamo obbligati a migliorarci, per pretendere miglioramenti dagli altri. Gli ultimi 20 anni sono stati un'occasione persa, da parte degli italiani, per migliorarsi. Triste da ammettere, me è così. Tra un pò sarà Natale. Spero che qualcuno, invece di limitarsi ad andare a vedere il solito cinepanettone, sfrutti il periodo per fare un esame della sua coscienza e capire se che che doveva fare l'ha fatto oppure no.

mercoledì 2 novembre 2011

Finis vitae

Purtroppo siamo agli sgoccioli. La situazione ttuale non va per niente bene e, sicuramente, è piuttosto penoso vedere come si agitano, si insultano, urlino e offendano i membri della cosiddetta "classe dirigente". Assomigliano all'orchestrina del Titanic che ha continuato a suonare finchè la nave non è affondata, trascinando anche loro nell'abisso. Purtroppo, non così avviene per i politici italiani. Se la nave affonda, loro si salvano sempre. dovrebbe intervenire un forte scossone. E' interessante notare che il fattore scatenante della Rivoluzione Inglese, Americana e Francese sono state le tasse. Carlo I, la madepatria Inghilterra o Luigi XVI sono stati fatti fuori dai rivoluzionari perchè studi di vedersi imporre tasse arbitrariamente, senza una minima previa consultazione. E' nello stesso tempo interessante notare che l'aumento dell'IVA, dell'accisa sui carburanti, il probabile ripristino dell'ICI sulla prima casa o il prelievo dai conti correnti di chi, ahimè, non può portare i soldi all'estero,in Italia non facciano tanto clamore. Forse che gli italioti sono grassi e panciuti e possono permettersi di pagare nuove tasse? Anche a veder ei sondaggi fatti da certi programmi televisivi, sembra che gli italiani, comunque vadano le cose, voteranno sempre alla solito maniera. E allora? In che sperare? Nel commissariamento da parte dell'Europa o dell'FMI? Meglio ritornare sotto spagnoli, francesi o austro-ungarici come in passato?

Intanto in Rai certi personaggi scomodi sono stati mandati via in previsione della futura campagna elettorale. Per la Rai si paga il canone: a che pro se l'informazione è pilotata? Cerchiamo, una volta per tutte, di avere una visione reale delle cose.

giovedì 29 settembre 2011

Lavitola e gli altri

Si capisce che Lavitola è un pezzo grosso, ma non si riesce a capire che cosa faccia veramente per campare. Per questo motivo ribadisco la necessarietà di un Ufficio del Lavoro che certifichi in maniera seria il lavoro di qualunque italiano. Che lavoro fa Lavitola? E' un giornalista, un pescivendolo un immobiliarista? Che lavoro fa Ricucci? E' un dentista o un immobiliarista? E Tarantini? E' un immobiliarista, un venditore di apparecchi sanitari o un organizzatore di bunga party? Forse il termine più giusto è quello di "faccendiere", termine usato per la prima volta, mi sembra, in un processo sul caso Sindona. Il faccendiere è, citando il dizionario del Corriere della sera.it, "Chi si dà da fare in traffici spesso poco chiari; procacciatore d'affari, mediatore senza scrupoli". Traffici poco chiari, impossibilità di definire lavera professione, appunto.

Regola numero uno: Se non sai quale mestiere attribuire ad una persona, quella persona è un faccendiere (o un criminale). C'è una piccola differenza tra un faccendiere e un criminale vero e proprio: il faccendiere gode dell'appoggio dei potenti, e quindi è al riparo della legge. Il criminale, solitamente, no.

Come fa il faccendiere a godere dell'appoggio del potente di turno? Potrebbe essere un parente, una amico di vechia data, ma più probabilmente è un "furbetto" che riesce ad ottenere l'appoggio del potente di truno secondo me in due modi:
1. Riesce a procurare al potente le cose che gli interessano (solitamente soldi, oggetti di lusso e belle donne)
2. Sa qualcosa a proposito del potente di turno che gli consente di ricattarlo

I due modi possono intreciarsi tra loro. Ad esempio, il faccendiere procura la coca al potente che, in questo modo, diventa ricattabile perchè il faccendiere sa che il potente fa uso di droga.

Il faccendiere è utile alla società? No, perchè per arricchirsi, per fare i suoi affari il faccendiere non ha alcuno scrupolo a piegare la volontà del potente di turno (in parole povere a corromperlo), denneggiando, così chi vuole rispettare le regole della burocrazia o del mercato. In questo modo quello che prevale non è la competenza, il saper fare, ma il saper corrompere.

E' possibile eliminare il faccendiere? A parte l'ovvia risposta che se il potente di turno fosse una persona onesta ed integerrima, allora il faccendiere non potrebbe fare i suoi loschi affari, l'unica possibilità rimane al popolo italiano che dovrebbe punire (non votandoli) i politici che aiutano i faccendieri. Tuttavia, il popolino è spesso ignorante sui rapporti tra politici e faccendieri, anche perchè non ci sono tanti giornalisti che cercano di indagare sui personaggi che fanno affari loschi.

E allora? Allora a risentirci all'apparizione del prossimo Lavitola (e, intanto, altri soldi finiscono dalle casse dello stato ai conti esteri). Tanto la crisi la paga sempre il solito gruppo di italioti.

mercoledì 14 settembre 2011

Stare con i maiali

La cosa bella di essere entrati in Eurolandia è il fatto di poter capire meglio adesso quali sono i paesi europei ben governati e quali mal governati.

Sicuramente l'Italia è un paese mal governato. Finora la clase dirigente italiana ha campato di bugie e malaffare, ma ora tutto questo dovrebbe cambiare. Una parte degli italiani ha pensato di poter convivere con questo governo di malaffare, soprattutto perchè traggono beneficio da un governo debole, disposto a fare mille condoni e nessun controllo per stabilire se gli italiani stanno alle regole oppure no.

L'unica cosa che si riesce a fare contro l'evasione fiscale è mandare degli spot ridicoli su radio e TV.

E' anche vero che c'è gente che ha lavorato tanto, ha fatto tanti sacrifici e rischia ora di perere il minimo che ha guadagnato. Questo non è ammissibile. E' anche vero che in futuro in Italia la faranno da padrone gli attuali extra comunitari, gli unici ad accettare lavori di ogni tipo e sottopagati e a fare tanti figli (con buona pace della Lega).

Intanto, di fornte ai problemi reali, la nostra classe dirigente si occupa di problemi inesistenti. La Lega pensa di creare la Padania, che non si farà mai, Mister Big pensa a fare del bene alle famiglie in crisi, soprattutto a "certe" famiglie (con tutti i disoccupati e anziani con misere pensioni che abbiamo in giro), e tutti gli altri pensano solo a fare tanti bla bla.

Purtroppo c'è la BCE, ci sono la Frnacia e la Germania, ci sono i mercati e il mondo della finanza che emettono tutto lo stesso verdetto: l'Italia è mal governata. Ora, bisogna vedere se il mal governo a noi ci va bene, oppure se bisogna in qualche modo uscirne.

Ci sono tante cose da cambiare, ma il primo passo si può fare sempre alle prossime elezioni politiche.

giovedì 4 agosto 2011

La solita morale

Al di là dell'importanza o meno del discorso di Mister Big alla camera, che tutti giudicano come un discorsetto senza sostanza, e al di là del fatto che senza o no l'intervento di Mister Big, i mercati continuano ad agire come pare loro. Le parole di Msiter Big sicuramente non hanno lo stesso peso di quele di Obama e meno male che è al capo della settima (?) potenza industriale. Intanto a vegliare sulla situazione economica ci pensa Napolitano (così Mister Big è libero di continuare con i suoi bunga bunga).

E' un pò triste vedere come i nodi, alla fine, giungano al pettine. Devo dire che effettivamente la funzione di Mister Big è stata quella di ridurre al lumicino la forza del governo per consentire ai furbetti di gestire con comodo i propri affari (poco leciti), con la convinzione che con il totale controllo dei mass-media, soprattutto della TV, era possibile nascondere al popolino la reale incapacità e inettitudine del governo.

Berlusconi è riuscito a:
1. Impedire la costituizione di un moderno partito di destra, di un partito vero fatto di congressi e votazioni (con l'aiuto, dobbiamo dire, di un Fini poco accorto);
2. Rendere insulsa l'esistenza della lega (che vogliono fare i leghisti? secessione? federalismo? dare un lavoro al Trota?)

In più, l'opposizione si è dimostrata anch'essa poco concreta. Invece di promuovere una valida alternativa, si limita a tanti bla bla.

Però l'inettitudine dei poltici è compensaa dal fatto che basta andare a ravanare nelle tasche degli italiani per sopperire al deficit dello stato. Certo, il deficit è il frutto di una cattiva gestione, ma poi sala fuori sempre la possibilità di usare i soldi risparimati dagli italiani e la tassa sulle loro proprietà per ripianare un pochino il problema.

In questi giorni è tornata in auge la proprosta dell'ex socialista Amato di prelevare soldi dai conti correnti degli italiani, oppure di alzare le rendite catastali e istituire nuove tasse sugli immobili. Sappiamo tutti che dietro ai risparmi dei singoli cittadini ci stanno anni di sacrifici e che tali sacrifici gli italiani li fanno per la loro famiglia (figli e nipoti). Ora spero sia chiaro per tutti che tali sacrifici vengono fatti per i politici corrotti e per i furbetti del quartierino. Non esistono giustificazioni in merito. Chi ti preleva soldi senza permesso è in sostanza un ladro.

Certo, l'escamotage è istituire nuove tasse o innalazare quelle esistenti. Negli USA la polemica tra il Pesidente e il Conresso verte soprattutto sulla questione delle tasse. Gli americani si ricordano ancoa bene che hanno iniziato la rivoluzione contro l'Inghilterra per una serie di imposizioni fiscali ingiuste imposte arbitrariamente da quest'ultima.

Bisognrebbe stabilire una regola chiara sulle tasse: non è possibile aumentare o creare nuove tasse senza una valida giustificazione. Ad ogni tassa deve corrispondere un servizio. Per cui lo stato dovrebbe essere obbligato ad un bilancio trasparente in cui ad ogni spesa per servizio sociale o assisteniale deve essere associata la tassa da cui si ricavano i soldi. Non solo: nel budget si deve indicare la quantità di soldi sprecati o spesi male. Per cui prima si riduce la quantità di spreco e poi si innalzano, eventualmente, le tasse. L'idea sarebbe che ogni bilancio economico di ente o istituzione statale venga effettuato da uomini della guardia di finanza. Almeno così il governo sa quanto deve spendere e dove sono le fonti di spreco.

L'obiettivo è cercare di mantenere le tasse più base possibili. Questo perchè:
1. Se si aumentano le tasse, si abbassano i consumi e l'attività economica ristagna;
2. Se si colpiscono i risparmi, frutto di lavoro e sacrifici, o i beni necessari (come la casa), si rende più difficile, per la gente cercare di mantenere un profilo onesto o di sviluppare la propria esistenza (si cerca di nascondere i soldi altrove; si fa fatica a comprarsi la casa per la famiglia).

Come fanno gli altri apesi europei? Anche loro hanno i loro problemi, tuttavia riescono a risolverli. In Italia è tutto più difficile. Alla fine, comunque, la morale è sempre questa: quando lo stato è in difficoltà si chiede il pizzo ai riparmiatori italiani.

mercoledì 3 agosto 2011

AAA golpe cercasi

Mentre la situazione economica in Italia degenera velocemente, la cosidetta classe dirigente parla e parla. Intanto il parlamento andrà in vacanza da domani fino al 12 settembre. 40 giorni di vacanza con la crisi non che bussa ma che letteralmente sta buttando già la porta. Mentre si rivelano i soliti inciuci anche da parte di Tremonti e del PD, che dovrebbe fare da contr'altare, si scopre che non si sta facendo nulla di rilevante per migliorare le cose, soprattutto da parte dei politici che cercano di mantenere in vita i loro privilegi.

Forse qualcuno, adesso, si sentirà molto insoddisfatto. Oppure si cotinuera nel solito tran tran quotidiano.

Il meccanismo democratico è lento nell'evolversi. Questo perchè esistono varie fasi e ogni fase richiede il suo tempo. Magari una dittatura avrebbe una capacità d'azione più veloce, tuttavia sappiamo bene a cosa potrebbe portare.

Mister Big tempo fa si lamentava, come capo del governo di non avere abbastanza poteri. Persino il presidente degli USA non ha il massimo dei poteri, ma deve vedersela contro altre istituzioni, come il Congresso.

Ma qui non si tratta di poteri, bensì di buonsesnso. In Italia si cerca di applicare la stessa filosofia Keynesiana che si è applicata negli USA: quando va male lo stato spende. Il punto è che negli USA lo stato, in realtà spende poco, dato che istruzione, salute e pensioni sono a carico del cittadino costretto a farsi un'assicurazione privata. In Europa prevale una logica un pò diversa, alla quale anche l'Italia aderì tempo fa. Lo stato deve usare i suoi soldi per garantire servizi ed assistenza ai cittadini. La crescita economica dipende dall'iniziativa personale (altrimenti avremmo uno stato con economia comunista). Nel periodo di vacche magre, cosa contribuisce a dare forza all'iniziativa personale? Peccato che l'idea di confindustria sia sempre di chiedere allo stato maggiori investimenti. E si ritorna sempre al circolo vizioso. A questo punto tanto vale impostare un'economia comunista. Non è lo stato che deve fare girare l'economia, ma le imprese private.

Negli USA la Apple ha un patrimonio superiore quello dello stato americano. In Italia non esite un'impresa con un solido patrimonio. Com'è possibile? La fiat se n'è andata dall'Italia quando ha scoperto che il governo non era più disposto a concedere gli incentivi per l'acquisto di una nuova auto. Non credo che la Apple abbia fatto soldi con gli incentivi statali.

E' chiaro che il modello americano funziona quando sono chiari i confini tra economia a politica. In Italia vige sempre quella zona grigia che non permette mai di sentirsi sicuri, certi di quel che accade, fino a quando qualche magistrato non scopre gli altarini.

Cosa si potrebbe fare per cambiare lo status quo? Forse nemmeno le elzioni bastano, se non si riforma la legge elettorale e se la gente non inizia dare voti in massa ad alternative politiche credibili, smettendola di votare per i soliti partiti pieni di maganccioni. Oppure un golpe, anche se, se qualcuno si ricorda tempo fa un golpe si tentò, il golpe borghese ma senza esiti rilevanti. Chissà cosa sarebbe successo se fosse riuscito.

martedì 2 agosto 2011

La figura del menga

Purtroppo, nonostante le mie raccomandazioni nel blog precdente, le cose vanno di male in peggio.

Nel pezzo preceente dicevo che è ora di interromepere il crcolo vizioso di malaffare tra imprenditori furbastri (che definisco sempre come i "furbetti del quartierino") e politici corrotti. Il politico corrotto si fa dare le tangenti dagli imprenditori, quindi si arricchisce. In cambio, usa i soldi pubblici (quindi i soldi del povero pantalone) per far arricchire l'imprendiore furbetto. Alla fine chi ci rimette sono i poveri cittadini che meriterebbero assitenza dallo stato, ma che non la ottengono perchè "mancano i soldi". Ma và?!

Ecco che pure Tremonti cade nel circolo vizioso, il Ministro dell'Economia stesso, lui che, in teoria,avrebbe potuto riformare il sistema di gestione dei soldi pubblici.

Invece si scopre che per qualche anno è vissuta in un appartmento intestato a Milanese, ora sotto indagine per corruzione e si scopre che Tremonti li pagava metà dell'affitto in nero (alla faccia della lotta all'evasione). Non solo, l'altra metà chi la pagava? Tra l'altro c'è unanorma di legge che stabilisce che se i contratti d'affitto non vengono registrati entro 30 giorni sono nulli. Chi paga e chi riceve i soldi senza un regolare contratto d'affitto evade le tasse. L'affitto della casa di Milanese ammontava a 8500 euro al mese. Tremonti ha dichiarato che ne pagava 4000 in contanti (alla faccia dello spesometro, ideato proprio dal Ministro stesso). Tremonti stesso, arrmpicandosi sugli specchi, dice di aver fatto una leggerezza (sempre il solito meccanismo: o ti fai passare per criminale oppure per stupido).
Alla fine rimane sempre un mistero chi pagasse l'altra metà. Milnee corre in aiuto a Tremonti e dichiara che metà affitto lo pagava lui, e l'altra metà Tremonti.

Tuttavia, precedentemente, un piccolo imprenditore edile, Tommasi di Lernia, dihiara che l'affitto lo pagava interamente Angelo Proietti, un imprenditre il quale, in cambio di questo favore riceve (indovinate un pò) appalti dall'ENAV e dalla Sogei, società pubblice suprevisionate dal (indovinate un pò) Ministro dell'Economia che è (indovinate un pò) Tremonti, appunto. E qui il circolo si chiude.

Meno male che il cancro peggiore dell'Italia è il circolo di malaffare tra imprenditori e politici, che determina un arricchimento di quest'ultimi a spese dei cittadini, che vedono i soldi delle loro tasse arricchire i soliti furbetti.

In altri paesi l lotta a questo sistema di malaffare sarebbe generale e sistematica da parte di tutta la cittadinanza. In Italia c'è, invece, un vago torpore, sotto questo punto di vista. Probabilmente perchè i media sono controllati dai politici, che fanno di tutto per mantenere la gente nell'ignoranza. Oppure forse perchè siamo arrivati al massimo livello di qualunquismo, per cui non ci si stupisce più di nulla, ormai. Anche Bersani ha perso parecchi punti, in seguito al caso Penati.

Ritornando al caso Tremonti, ci sono altri due elementi da evdenziare. Il primo è il famoso litigio tra Tremonti e Berlusconi dovuto al fatto che Tremonti temeva di finire sotto l'attacco della stampa berlusconiana, come successe al direttore dell'Avvenire Boffo. Il secondo è la giustificaione addotta da Tremonti per spiegare perchè avesse preso alloggio in casa di Milanese. Il motivo è che tremonti si sentiva spiato dalla Guardia di Finanza, in particlare dal Gen. Adinolfi e si vocifera che dietro il generale ci sia tato l'intervento di Berlusconi. Il problema è che Tremonti e Berlusconi sono arrivati ai ferri corti verso la fine dll'anno scorso, mentre Tremonti occupava già da un pezzo la casa di Milanese. Comunque, stando a queste voci, ora si scopre che c'è una guerra in atto tra Tremonti e Berlusconi. A questo punto, uno dei due (più probabile Tremonti dato che l'altro è il capo del governo) dovrebbe dimettersi e andarsene, visto che non esise più alcun rapporto (se c'è mai stato) di fiducia tra i due. Bisognerebbe vedere poi la reazione di Bossi alle eventuali dimissioni di Tremonti.

Alla fine della fiera, rimane il fatto che in un paese come l'Italia, con un'elevatissima percentuale di evasione, che dovrebbe essere combattuta dalla Guardia di Finanza, la stessa Guardia di Finanza ne esce cone le ossa rotte. Si ritorna sempre ai vecchi metodi piduisti per cui c'è sempre qualcuno che "rema contro" dall'interno. Questo a scapito di trasparenza e legittimità. Non è bene che il capo dela Guardia di Finanza, lo stesso Ministro dell'Economia, dichiari che nel suo corpo ci siano manovratori e trame oscure.

Intanto gli evasori fiscali si stanno godendo lo spettacolo

mercoledì 27 luglio 2011

Chi tira la carretta

Quando Tremoni in parlamento presentava la sua ultima manovra fianziaria parlava del Titanic. Su questo blog è da tempo che si cita il Titanic, o meglio, che si parla di Italic al posto di Italia, per dire come l'andazzo economico del paese va di male in peggio.

Probabilmente dovrei chiedere al Ministro dell'Economia i diritti d'autore.

Si possono fare tutte le manovre finanziarie che si volgiono, ma il punto è che l'Italia è un paese a crescita zero. E' difficile ripianare un debito se non si guadagna. Sono state addotte molte motivazioni: fuga dei cervelli, crisi globale, crescita della Cina, bla, bla, bla...

secondo me i motivi sono sostanzialmente due:
1. Una classe politica che in cambio di soldi concede scorciatoie ai soliti "furbetti del quartierino";
2. I furbetti del quartierino che, una volta ottenuti gli appalti e i soldi dallo stato, invece di reinvestirli li nascondono in società off-shore.

A questo punto rimane da chiedersi chi è che in Italia tira veramente la carretta, ossia lavora, e con il proprio lavoro dà lavoro e soldi ad altri e paga regolarmente le tasse.

Probabilmente qualche salumaio e qualche fornaio. Per gli altri, ad es., idraulici o dentisti bisogna vedere se fatturano.

E meglio nascondere i soldi in società off-shore, invece di creare nuove fabbriche. Creare una fabbrica e dare posto di lavoro ad altri è un'impresa piena di grattacapi. E' più facile evadere il fisco. Soprattutto se il fisco è una giungla di norme e regole di difficile comprensione. Poi vai a finire nelle grinfie di Equitalia.

Personalmente, lo stato non può chiedere troppi soldi a chi avvia un'impresa. E' vero che ci sono agevolazioni fiscali per chi cerca di avviare una nuova impresa, ma il problema è che chiedere soldi in tasse alle imprese è immorale quasi come chiedere il pizzo. Chi avvia un'impresa deve affrontare, DA SOLO, motli problemi. Si indebita, perde tempo per i documenti, i certificati, deve pagare gli stipendi della gente, i fornitori. Si assume molti rischi che lo stato non si assume. Potrei capire se lo stato fin dal'inizio si assumesse una parte dei rischi. Altrimenti è troppo comdo chiedere dei soldi senza aver dato nulla in cambio. La mia idea sarebbe questa: chi avvia un'impresa deve essere agevolato burocrticamente e finanziariamente. Inoltre, quando l'impresa è avviata, lo stato non può chiedere più del 5% di tasse, solo sui profitti. Supponiamo che il guadagno sia 100, allora solo 5 va allo stato. E' necessario, però, che l'impresa abbia un conto corrente in un istituto bancario italiano, che i movimenti di tale conto siano monitorati anche dai finanzieri, e che tutti i movimenti di bilancio avvengano tramite questo conto corrente. Chiaramente, il proprietario dell'impresa è libero di prelevare per sè i soldi dal conto corrente, però si vedrebbe subito se il furbo, nel senso che li mette in un conto off-shore oppure li usa per altri motivi. E, probabilmente, si smetterebbe di usare i conti off-shore per pagare tangenti a chicchessia.

In altri termini, ogni impresa o attività, deve avere il suo conto corrente in Italia. Tutto ciò cha va o viene dai conti off-shore è da considerarsi illegale.

Verrebbe però così a mancare lo sporto preferitto dai ricconi italiani: nascondere i soldi all'estero, continuando a far finta di essere quelli che "tirano la carretta".

venerdì 8 luglio 2011

Verso la Grecia (2)...

La parola d'ordine è affidabilità. Il concetto non è molto difficile. Se i titoli tedeschi vanno meglio rispetto a quelli italiani è perchè i tedeschi e il loro governo sono più affidabili. Meno sprechi e meno mafie. Se la Grecia è in crisi è perchè finora il governo greco è poco affidabile. Se io presto i soldi a qualcuno, tendo a prestarli a qualcuna che sicuramente me li ridarà oppure a qualcuno che sicuramente non me li restituirà? Il problema è il mercato finanziario. Nel mercato finanziario, chi ha i soldi li investe in titoli di stato o di imprese che sono solide, sicure, affidabili, ossia gestite da gente seria. Per cui se i titoli di stato italiani non vengono comprati è perchè il governo italiano è inaffidabile. Questa è un'equazione matematica.

altrimenti l'Italia dovrebbe rispondere a produrre, ma come? Se la Cina produce a basso costo, dobbiamo trovare nuovi settori di mercato, ma quali? Se con l'informatica gli americani si sono crati il loro mercato, noi, in Italia, abituati a sprechi e mafie che possiamo fare?

Probabilmente, l'unica impresa affidabile in Itala è la mafia, appunto.

mercoledì 6 luglio 2011

Verso la Grecia...

La manovrina di Tremonti evidenzia tutta l'incapacità di una classe dirigente incapace di riformare seriamente il problema. Il vero motivo per cui la Fiat è scappata negli USA è che i politici italiani non hanno concesso gli incentivi per l'acquisto di una nuova auto, mentre in confindustria rimangono ancora quelli che sperano nell'auito di stato per tirare avanti. Purtroppo, un sistema basato su tangenti, lobby, amicizie, ha determinato un peggioramento, uno scadimento della qualità della clase politica e imprenditoriale italiana. Il politico usa il suo potere per arrichhirsi e l'imprenditore usa i suoi soldi per accaparrarsi lavori che poi svolge male. Non sarebbe una brutta idea far fare la Salerno-Reggio Calabria ai giapponesi, se qualcuno di voi si ricorda la famosa strada distrutta in Giappone dal terremoto e poi rifatta in una settimana (sigh!). A confindustria piace un ministro delle finanze che tagli pensioni, sanità, scuola ecc.. perchè poi dovrebbe (ribadisco, dovrebbe) dare qualche soldino ai poveri imprenditori. Non più a Marchionne che, per ripicca, ha sbattuto la porta e se ne è andato negli USA, dove Obama qualche soldo gliel'ha dato (sempre a condizione di restituirli).

Così non va bene e la Grecia si avvicina, perchè l'alternativa è erodere il risparmio degli italiani. Con i figli disoccupati anche a 40 anni, mentre Mister Big continua con i suoi festini, prima o poi qualcuno si incavolerà e farà qualcosa di decisivo.

Ci sono due problemi molto gossi. Da una parte c'è una lcasse politica di parassiti, ossia non ci sono solo i politici che vediame sempre in TV (Ma quando lavorano?), a Porta a Porta o a Ballarò. Ci sono tanti altri politici meno famosi che, dato che sono "amici", quando va loro male, devono trovarsi lo stesso un "posto" in provncia, in qualche ente inutile, in qualche settore dell'amministrazione ingrandito a dismisura. E questi non fanno niente e ci costano, pure troppo. A che serva ormai la politica, se le strategie politiche vengono decise dalla BCE? Non c'è solo il problema della auto blu, dei voli di stati e dei privilegi economici di chi sta in camera e senato. Di fornte alla necessità di maggiori sacrifici, l'esempio deve venire dall'alto. Poi non stupiamoci se la gente è stufa di Equitalia. Probabilmente si stuferà anche di chi sta sopra ad Equitalia.

C'è una classe imprenditoriale che spera sempre nell'aiutino di stato. Ora, parlare male degli enti pubblici e poi sperare nell'aiutino di stato è un paradosso logico. In realtà, smette di essere un paradosso se leggi: "I soldi delle tasse degli itlaiani dateceli a noi, che provvederemo a fornire i servizi che prima erano forniti da enti pubblici (vedi il caso dell'acqua)". Ovviamente, dato che in Italia non esiste una vera concorrenza tra privati, dato che con la tangente, con la bustarella, ti compri l'appalto o la gara, ecco che poi al grullo italiano arriveranno servizi peggiori a costi più alti. Per cosa, poi, risparmiare a fatica ogni mese? Per pagare gli aumenti delle bollette e della benzina e basta?

A volte, quando la macchina è troppo rotta, conviene romperla del tutto e costruirne una nuova.

lunedì 23 maggio 2011

Il teatrino italiano (1)

Standard and Poor's sta declassando l'Italia. Il motivo è abbastanza chiaro: manca una reale dirigenza politica che permetta di fare le riforme necessarie per le ripresa. Forse qualcuno dovrebbe dire a quelli di Standard and Poor's che la ripresa economica in Italia è un problema non semplice. A Milano, la solita lobby di affaristi (e probabilmete qualcuno foraggiato dalla 'ndrangheta) è in fibrillazione perchè c'è il rischio concreto che i vecchi referenti politici, come la Moratti, escano di scena. "Oddio, e ora? Come gestiremo l'affaire Expò 2015?". Ah beh, se i problemi fossero solo questi. Intanto Mister Big spunta come un fungo in tutti i tg, Formigoni riciccia l'anticristo, si tira fuori il pericolo di una Milano stile "1992, fuga da New York", invasa da bande dei centri sociali, islamici, narcotrafficanti e chi più ne ha più ne metta. La Moratti tira fuori dal cilindro pure il voto di scambio: se mi voti ti condono le multe che hai preso finora. E meno male che si parla di voto di scambio solo per il Sud.

La debolezza del sistema è evidentissiam: non ci sono programmi. Solo, la necessità di gestire un grosso affare grazie all'expò. Poi, dopo il 2015 già mi vedo 100% Brumotti andare in giro per gli stand e i palazzi abbandonati dell'expò.

Intanto Report parla di un generazione di italiani fuorigioco, incapaci di trovare lavori decenti, di farsi una famiglia e abbandonati a se stessi. I migliori se ne vanno. E poi si parla di produttività. In Spagna, però, i giovani danno vita ad un largo movimento di protesta per far senitre le loro ragioni.

Non è possible pensare ad uno sviluppo economico se non si creano le condizioni per aiutare e favorire coloro che hanno buone idee. Non si tratta solo di economia, ma anche di cultura. I politici sono diventati un inutile peso. Cercano di ottenere il massimo dei privilegi, di controllare i voti e di stabilire un rapporto di connivenza con i "furbetti del quartierino". Questi pagano tangenti e in cambio ottengono soldi (pubblici) e favori dai politici. Ora sarebbe necessario avere dei politici che cerchino di far funzionare il "sistema Italia", facendo in modo che ognuno riesca a dare il meglio di sè. Purtroppo, in Italia, dare il meglio di sè significa, in molti casi, rompere le uova nel paniere, mettere in discussione un sistema di amicizie e alleanze. Un bravo politico dovebbe prendere le sue decisioni senza guardare in faccia a nessuno, ma in base a determinati principi. E' possibile cambiare tutto questo? Forse è più giusto dire che bisogna cambiare tutto questo. Altrimenti torniamo all'Italia prima dell'unità quando era governata da francesi, spagnoli e austriaci. In questo caso saremo spartiti, anche se economicamente e non militarmente, tra francesi e tedeschi. Inoltre, è ora di finirla di imprenditori e manager che, presi i soldi, scappano, nel senso che cercano subito di metterli in un conto off-shore, invece di pensare a reinvestirli in Italia. Basta usare l'industria per accumulare capitali da esportare all'estero.

Dimenticavo la Lega, che sembra, ora come ora, il maggior insoddisfatto dei risultati elettorali. Effettivamente la Lega ha perso voti, e ora cerca un modo per riguadagnarli. Chiaramente, il modo è, come al solito, sbagliato. Ma prossimamente dirò il perchè.

martedì 17 maggio 2011

I problemi continuano

Finita l'orgia elettorale, con i consueti tentativi di giustificazione, per chi ha perso, e i tentativi di assegnarsi un medaglia, per chi ha vinto, rimane sempre il fatto che occorre che qualcuno adesso si dia effettivamente da fare per risolvere i tanti problemi che attanagliano il paese. Per qualcuno, il risultato di queste elezioni è l'indizio che il vento sta cambiando. Per qualcun altro sta tirando, invece, una brutta aria. Al di là della brutta figura di Mister Big e di Lady Mestizia (come già denominata sul sito Dagospia), un'altra informazione interessante è che la Lega è rimasta al palo. Anzi, ha perso addirittura qualcosina. Proabilmente sta venendo a galla il bluff leghista, un partito che negli ultimi tempi sta facendo poco o nulla, tanne che sostenere ad oltranza Mister Big e i suoi vizietti (in cambio di cosa?). Forse anche il fatto che i mafiosi adesso si stanno mettendo d'accordo con qualche amministratore leghista, per farsi dare qualche appaltino al Nord, può aver fatto storcere il naso a più di qualcuno. Compaiono anch alcune sorpese: De Magistris al Sud e il Movimento e 5 Stelle al Nord. In realtà, sono due casi ben noti da tempo. Il problema è che, finora, sia la carta stampata che la tv li hanno (volutamente) ignorati, perchè stavano un pò troppo rompendo le scatole al centodestra e al centro sinistra. L'Udc può fare la voce grossa solo a Napoli, dove riesce a racattare ancora un pò di voti. Al Nord, invece, rimane sempre a livelli minimi. Ma dove stanno e, soprattuttto, chi sono questi moderati che Casini sta cercando con il lanternino?

Tempo fa venne proposto da Mario Segni un referendum per cambiare il sistema di voto in Italia. Gli italiani scelsero il maggioritario, rispetto al proporzionale. Io votai, allora, per il proporzionale, convinto che (si era agli inizi di tangentopoli) il maggioritario avrebbe favorito i vecchi partiti dei tangentari. Il fatto di poter, con pochi voti in più, avere molti più seggi in parlamento, non costituiva una buona prospettiva. Ho sempre avuto il sospetto che dietro a questo referendum ci fosse l'interesse di qualche lobby interessata a mantenere lo status quo. In altri termini, lo scandalo delle tangenti avrebbe potuto spostare l'asse dei voti a sinistra, determinando un'alterazione poco vantaggiosa della classe dirigente. Più che un problema ideologico, era un problema di conoscenza: come fare a mantenere al potere una classe politica corruttibile, una classe politica la cui ricattabilità è già nota, è già stata sperimentata? Nonostante il referendum, la vecchia DC e il vecchio PSI caddero. Ma rimaneva ancora una speranza: Silvio, ex piduista e, soprattutto, proprietario di tre canali televisivi nazionali, appena sfiorato dallo scandalo tangentopoli. Per cui chi meglio di lui avrebbe potuto sostituire una vecchia classe politica corruttibile, inetta, ma, soprattutto, molto tollerante nei confornti dei vecchi affaristi? Qualcuno ebbe la possibilità di rimpiazzare un posto che si era liberato,in quanto colpito da mandato giudiziario. C'era, però, il problema di rimettere le cose a posto, dopo la bufera tangentopoli. Qualcuno si ricorda dei continui litigi tra Bossi e Berlusconi, quando Berlusconi decise di entrare in politica? Chi fece cadere il primo governo Berlusconi? La Lega, appunto. Chi, per primo, denunciò lo strano modo in cui Silvio fece tanti soldi? La Lega. A quei tempi, inoltre, Silvio chiamò lo stesso Di Pietro per proporgli il ministero della giustizia. In seguito, Di Pietro verrà indagato dal Giudice Nordio, di Brescia, per una Mercedes che gli sarebbe stata regalata in cambio di qualche favore. Il caso finì in un nulla di fatto. Ovviamente grande pubblicità venne fatta sui telegiornali Mediaset al caso della Mercedes di Di Pietro, così come alla casa di Montercarlo di Fini, dopo che quest'ultimo ha deciso di mollare il PDL. Tutto il lavoro fatto da Mister Big per creare un centodestra monolitico è svanito nel nulla. E ora, molti si chiedono il perchè. Certo che, se la tua attività principale consiste nell'organizzare Bunga Bunga party. Oppure, semplicemente, perchè non si può cavar sangue da una rapa. Ora ci sono guai grossi, dietro l'angolo. L'Italia rischia grosso come la Grecia, l'Irlanda, il Portogallo e la Spagna. "Pigs" è il termine che si usa per indicare i paesi europei a rischio default. Sarebbe l'acronimo costituito dalle iniziali di Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna. Qualcuno sostiene che la I di Pigs stia anche per Italia. Non abbiamo più una grande industria ma, soprattutto, una classe imprenditoriale e politica in grado di allontanare lo spettro della crisi. Forse, i residui delle poche imprese e industrie ancora funzionanti verranno comprati da francesi e tedeschi. Oppure ci penseranno i cinesi. L'unico modo per uscirne è finire con la finta democrazia che abbiamo avuto fino adesso in Italia e iniziare a lavorare sul serio sulla base di regole condivise da tutti, e non aggirabili dai soliti "furbetti".

giovedì 12 maggio 2011

Italiani brava gente

Prendo un pò spunto dalle utlime vicende tra la Moratti e Pisapia per far capire come le cose in Italia non stiano affatto andando bene. Ormai, nelle campagne elttorali, non si parla più di problemi della gente e delle soluzioni possibili; ormai i candidati si buttano solo fango addosso, si condisce la campagna elettorale con veleni di ogni tipo, si cerca solo di sminuire l'altro. Almeno prima qualche motivo sociale ed economico lo si metteva. Sebbene fossero già divenuti slogan logori e inefficaci (Più lavoro per tutti! Più case per tutti! Più benessere per tutti!) almeno davano ai discorsi dei politici un senso un pò dignitoso. Ora invece siamo arrivato al livello della pura offesa.

Probabilmente ci sarà un grave problema alla base. Di fronte all'impossibilità di fare programmi, o meglio, di proporre programmi per poi doverli rispettare, è meglio buttrala in caciara. La cosa più preoccupante, comunque, sono gli elettori italiani. Ma ci rendiamo conto che tutti gli schemi sono saltati? Il problema maggiore è il motore economico. Chi e è che, adesso, con la crisi economica, riesce a muovere l'economia in Italia?

In Italia, qualche tempo fa, esistevano degli imprenditori che assicuravano una sorta di garanzia alla stabilità sociale. Questi imprenditori garantivano lo stipendio a molti italiani per pareccho tempo. Ora, con la delocalizzazione, i fallimenti e, soprattutto, con l'incapacità di portare avanti progetti a lungo termine, quest vecchie figure di imprenditori sono scomaprse. E non basta nemmeno la piccola e media impresa per sopperire alla scomparsa delle grandi imprese (Vedi Fiat e Parmalat). Questi grandi imprenditori garantivano stabilità sociale dal basso, fornendo redditi a famiglie per lungo tempo, e pretendevano una classe politica responsabile, per poter continuare, con tranquiliità, la loro attività d'impresa.

Ora, parafrasando un battuta del Gattopardo, i vecchi leoni o gattopardi sono scomparsi e il loro posto è stato preso da sciacalli, affaristi senza scrupoli che cercano di massimizzare il massimo profitto in breve tempo, creano aziende per giustificare fondi finanziari, esportano tutti i guadagni in società off-shore e nei paradisi fiscali e poi sarà quel che sarà.

E in Italia? In Italia i politici non sanno più che pesci pigliare. Sanno benissimo che senza una ripresa economica non possono garantire alcun miglioramento della società. E allora? O si chiamano in Italia imprenditori stranieri, che prendano in mani le redini produttive del paese, oppure si dovrebbe tornare alla vecchia industria di stato. Sembra che, con Tremonti, stia prevalendo questa seconda opzione.

Intanto, chi può, cerca di massimizzare i profitti se gode di un minimo di appoggio politico (vedi costo della benziana e delle bollette energetiche). Poi si vedrà.

In qualunque modo si guardi la situazione, rimane sempre sospesa la domanda dell'Innominato dei Promessi Sposi: E poi?

Intanto la caciara politica e il cattivo gusto continuano.

mercoledì 27 aprile 2011

I poveracci della Lega Nord

Bisogna dire che quando Mister Big deve prendere l'iniziativa non scherza. Nel caso dei bombardamenti in Libia, addirittura se n'è fregato dell'opposizione dei leghisti. Quando conviene mandare al diavolo un alleato, conviene. Probabilmente che, in questi tempi, pensava che Mister Big fosse sotto scacco dei leghisti ha sbagliato. Con una mossa Mister Big s'è liberato di Bossi e Tremonti, facendo capire chi è che comanda. Perciò Mister Big decide non solo fregandosene di quello che pensano gli italiani (vedi il caso sul referendum contro il nucleare) ma anche fregandosene di quello che pensano gli alleati politici, da Fini a Bossi a Tremonti. Peccato che ora in Italia tutti se ne fregano di tutto. A questo punto me ne frego anch'io.

Fine della fiera...

Il fatto che Mister Big, senza dire nulla a Tremonti, abbia dato l'ok per l'opa di Lactalis a Parmalat, la dice lunga sul valore del capitalismo italiano. In altri termini, sta iniziando il De Profundis delle aziende italiane, che stanno tutte passando sotto mano francese o tedesca. Se sarà un bene o un male si vedrà. Certo che sarà più difficile, per sindacati e governo, trattare con gente che parla un'altra lingua. L'idea di Tremonti di ricreare l'IRI non sarebbe stata una brutta idea, da una parte perchè un'economia senza produzione di beni è un'economia fasulla-sarebbe a dire che la circolazione monetaria è garantita solo da banche e società finanziarie, che, come ben sappiamo, prestano denaro con interessi-dall'altra perchè l'Italia, teoricamente, è una repubblica fondata sul lavoro. Ma se in Italia non ci sono più imprenditori che aprono aziende, chi potrà lavorare? Eppure idee strategiche per il futuro ci sarebbero. Bisognava investire, a suo tempo, in aziende con elvato spessore tecnologico, in grado di produrre nuovi tipi di oggetti che possono modificare radicalmente lo stile di vita delle persone. Pensiamo al telefonino, al computer e a internete a come queste nuove realtà tecnologiche hanno cambiato lo stile di vita di miliardi di persone. Perchè al MIT di Boston si sta puntando al computer portatile che costa poche decine di dollari? Per fare in modo che anche le persone più povere possano connettersi a internet. Perchè sono scoppiate le rivolte nei paesi islamici? Grazie anche ad internet, che ha permesso a milioni di mussulmani di capire che la vita nei loro paesi era sbagliata. L'Italia è rimasta fuori da tutto questo. I giovani brillanti scappanao all'estero e, come al solito, chi si trova al Sud deve andarsene da un'altra parte dell'Italia o del mondo. Rimane solo chi è meno bravo o che fa attività poco lecite. I manager italiani hanno solo pensato e a riempirsi le tasche, l'unico motivo per cui si tiene aperta un'azienda è far soldi. Poi, se non serve più, la si chiude, si delocalizza e ci pensa la cassa integrazione agli italiani (quanti sono?) licenziati. Non si può campare, in Italia, facendo tutti il cameriere. O difendendo il Made in Italy, quando anche i cinesi vengono a produrre in Italia a costo bassisimo, ma sempre Made in Italy. Bisogna cambiare strategia. Ma nessuno ha il coraggio di farlo, o meglio, si mantiene molta gente nell'indigenza sperando che questa scambi il voto per un piatto di lenticchie.

giovedì 21 aprile 2011

corsi e ricorsi

Anni fa esisteva l'IRI e l'industria di stato. Alitalia, ferrovie, trasporti marittimi, autostrade, acciaierie, cantieristica, chimica, ecc... tutte industrie gestite direttamente dallo stato. L'Alfa Romeo era un'industria di stato. Poi, piano piano, l'IRI è stata dismessa, e tutte le industrie sono passate in mano a privati, con i ben noti risultati che vediamo oggi. Ora Tremonti sostiene che bisognerebbe ricreare l'IRI. E' strano sentire un'affermazione da parte di un politico di centrodestra e federalista. Tuttavia è comprensibile: in Italia non esistono veri imprenditori. Non esistono imprendtori della taglia di Bill Gates, Steve Jobs o Mark Zuckerberg, che creano qualcosa che prima non esisteva cambiando, in questo modo, lo stile di vita di milioni di persone in tutto il mondo. Sono alcuni esempi di persone che hanno iniziato dal nulla. In Italia, per fra l'imprenditore prima di tutto devi essere figlio di imprenditori. Solo in pochissimi casi chi parte dal nulla arriva ad una posizione importante. Un esempio, alcuni anni fa, fu dato da Raoul Gardini. Gardini è illuminante anche per il modo in cui in Italia si conducono gli affari: pagando tangenti ai politici. La maxi tangente Enimont, forse la più grande di tutta la stori italiana, ne è un fulgido esempio. Per fare affari, l'unico modo è corrompere i politici che riescono a oliare gli ingranaggi necessari per poter avere i privilegi su molteplici affari, per vincere appalti, per ricevere commesse tramite scorciatoie. Il problema è che, poi, si crea una specie di rapporto "morboso" traaffaristi e politici. I politici diventano sempre più avidi e srecano denaro pubblico per arricchire gli amici affaristi; gli affaristi temono il malcontento della gente, che, prima o poi, si rende conto che le cose funzionano sempre peggio, e cercano in tutti i modi di sostenere una classe politica indegna. Non a caso Mister Big è divenuto Presidente del Consiglio dei Ministri. Dopo Mani Pulite, il problema è stato di ricostruire il vecchio sistema di gestione degli affari, dato che la vecchia classe politica è stata, in gran parte, spazzata via. L'unica possibilità era quella di far scendere in campo Berlusconi, che non solo offriva garanzie per gli amici affaristi, ma trovava in questo modo, dopo la perdita dell'appoggio dell'amico Craxi, la via per difendere i propri affari. E così fu. Ora siamo allo sbando più totale, perchè Mister Big non ha nè la capacità, nè la forza per esercitare un solido comando. Dall'altra parte, i leghisti sono diventati pure macchiette. In nome di un federalismo inesistente, in base all'idea che l'Italia debba essere separata in due parti, tollerano tutte le gaff e le brutte figure di Mister Big, soprattutto a livello internazionale.

Tremonti dove sapere che l'uncia via di uscita è la serietà, il rigore, ma soprattutto l'onestà. Dobbiamo avere un sistem in cui l'imprenditore fa l'imprenditore, ossia porta a compimento, a realizzazione una buona idea, e il politico fa il politico, ossia deve fare in modo che tutti in Italia, abbiano pari opportunità di successo, per evitare, come sta succedendo, che quei pochi italiani che fanno ancora figli siano costretti a imparare una lingua straniera per potere parlare con i propri nipoti, dato che i figli sono stati cotretti ad emigrare per lavorare.

martedì 29 marzo 2011

Solita sceneggiata

Mister Big va al Palazzo di Giustizia di Milano. Intanto, un suo attendente manda 600 sms per far venire qualche fans pro-berlusconi. alla fine solita battuta sui soldi delle tasse spesi male: 2 milioni di euro per indagini sul suo conto inutili, dato che lui è innocente. Se è per questo, perchè non dire dei 400 milioni di euro spesi in più per aver scorporato il referendumdalle elezioni europee, comunali, provinciali… previste per il 6-7 giugno. Siamo alle solite: bisogna evidenziare la pagliuzza nell'occhio degli altri ed evitare di mostrare la trave che è nel nostro occhio. Se Gesù fosse vivo, probabilmente, a Mister Big, gli sputerebbe in faccia. Tutto quello che fa Mister Big contrasta con gli insegnamenti di Gesù. Sempre con ub bel sorriso in faccia, qualsiasi cosa succeda. Intanto continua la tragedia a Lampedusa, per gli immigrati clandestini. La bella idea di Frattini è dare loro dei soldi perchè tornino a casa. Non è malaccio: faccio 2-3 salti in Italia così racimolo un bel gruzzoletto. Oppure si fa una legge chiara e la si fa applicare senza distinzioni: per entrare in Italia ci vuole il visto dell'ambasciata e senza visto si viene riportati a casa o in qualche altro posto senza indugi. Nel senso che se non te ne vai, vai in prigione, come si fa negli USA. E' tanto problematico? Il problema è che ci vuole un leader nel vero senso della parola, uno che fa e che sa fare. Ma si ritorna al solito punto: le lobby di affaristi italiano non vogliono un gatto tanto vigile, altrimenti come fare affari usando le scorciatoie? Inoltre, la vogliamo mettere la comodità di avere dei leader corruttibili, ricattabili? Tuttavia, questo ci ha portato alla fuga della FIAT negli USA così come alla scalata di francesi, e tedeschi, alle aziende italiane. In poche parole, tra qualche anno tutta l'economia italiana sarà gestita da stranieri. Sarà un problema in più, con gli operai e gli impiegati costretti a imparare una seconda lingua per parlare con il capo-azienda. Siamo tanto bravi a farci del male, a indebolire hi dovrebbe difenderci, a impedire che emerga qualche nuova energia, da ritornare di nuovo soto il giogo francese, spagnolo o autro-ungarico. Alla faccia dei 150 anni di unità e soprattutto di indipendenza dell'Italia. Mai come quest'anno si è parlato di unità d'Italia. Di solito, più si difende una posizione, più questa posizione risulta, oggettivamente, debole. Lo stesso vale per l'unità d'Italia.

lunedì 14 marzo 2011

Terremoti e centrali elettriche

E' interessante notare come il tremendo terremoto in Giappone abbia rispolverato il terrore di Chernobyl. Adesso si parla di dannin a tre centrali nucleari. Non si capisce se a Fukushima c'è stata o ci sarà anche la fusione del nocciolo. A parte questo, adesso in Italia si sta di nuovo scatenando la polemica sul nucleare. Ci fu un referendum subito dopo Chernobyl in Italia e gli italiani votarono contro il nucleare. Adesso qualcuno, i soliti affaristi, vedono in quella scelta un errore. Tuttavia anche in Italia ci sono terremoti, forse non così forti come in Giappone e ci sono altri problemi. Il problema delle centrali giapponesi non è lo spegnimento ma il raffreddamento. Se non si raffredda l'impianto, la reazione nucleare continua. E per far raffreddare un impianto occorre acqua, tanta acqua, per questo le centrali nucleari sorgono vicino a fiumi, laghi o mari. Non solo: si dice che le scorie di Uranio stano esaurendo. Che senso ha costruire per 20 anni una centrale e poi scoprire che non la si può usare perchè non c'è più Uranio? E le scorie nucleri, che rimangono radioattive per millenni, dove le mettiamo? Tanti problemi che rischiano dai annullare i vantaggi dovuti alla riduzione dell'acquisto del petrolio. Intanto si tolgono gli incentivi per le rinnovabili (eolico e solare), come mai? Forse perchè questi incentivi aiutavano le piccole imprese, che facendosi avanti magari rompono le scatole a qualche pesce grosso.

I pesci grossi sono gli affaristi italiani che cercano di speculare su qualsiasi cosa pur di fare qualche soldo. In Italia, a differenza dell'estero, non si può pretendere che un affarista faccia i soldi da solo. Deve per forza mettersi sempre in società con qualche politico. In Italia fare affari significa dare soldi e voti ai politici. Per queso motivo i politici italiani sono sempre più inetti. Se non trovano un comitato d'affari, una banca, un'impresa edile, una società d'affari, non si va avanti. Anche per il re delle pubblicità è necessario trovare qualche affarista che lo mantenga. Chiaramente, più un politico è compromesso e ricattabile, meglio è, così è possibile occuparsi dei propri affari senza che qualcuno (finanza, carabinieri, perchè no, anche i giudici) venga a ficcare il naso nelle tue faccende.

Peccato, però, che questo sistema impedisca ad affaristi stranieri di investire in Italia (e poi ci lamentiamo della "chiusura" dei cinesi alle nostre imprese) e che impedisca un sano ricambio della classe dirigente.

Probabilmente per qualche anno ci sarà un forte opposizione per l'installazione di centrali nucleari in Italia. Ma poi, quando lentamente, ma inesorabilmente, cominceremo a dimenticarci della tragedia giapponese, gli affaristi tornerano di nuovo in campo con la solita tiritera sul perchè il nucleare è tanto utile in Italia. A meno che Gheddafi non si riprenda il potere e inizi a bombardarci, dopo aver capito che gli affaristi italiani sono uomini senza qualità.

mercoledì 23 febbraio 2011

Buongiorno tristezza

Dobbiamo dirla tutta: se Gheddafi deve scappare è una cosa triste, per gli italiani. Non potremmo più sperare nei suoi investimenti nelle banche e nelle imprese italiane. Inoltre, questo è un brutto colpo per la Impregilo, che sperava di poter guadagnare con la costruzione di un'autostrada in Libia. I governi itaiani, passati e presenti, hanno sempre dato una mano al leader libico. Si dice che i servizi segreti italiani hanno avvisato Gheddafi poco prima del bombardamento americano su Tripoli nel 1981,in nodo da dargli la possibilità di salvarsi. Si dice, anche, che i servizi segreti italiani abbiano indicato al leader le residenze dei dissidenti al regime che erano scappati in Italia dopo il golpe di Gheddafi. Ovviamente, avrete intuito che fine hanno poi fatto i dissidenti: tutti morti. Adesso che Gheddafi è in difficoltà e probabilmente dovrà scappare, tutti condannano il leader, mentre qualche mesa fa Mister Big gli baciava le mani. Mah! Ed ora l'Europa non muoverà un dito per aiutarci contro la propbabile e imminente emigrazione di massa di profughi dalla Libia. Per non parlare, poi, dei centrafricani che avranno un corridoio libero per arrivare in Italia. A questo punto si fanno sentire i leghisti che minacciano di far passare i profughi in alri paesi d'Europa. Il tutto sta avvendendo mentre Mister Big sta discutendo con Ghedini dell'affare Ruby. Il problema centrale è sempre quello di evitare il processo. Forse la soluzione srabbe che Cheddafi venga in Italia e diventi lui capo del governo. Magari, così, qualcosa inizierebbe a funzionare in Italia.

martedì 8 febbraio 2011

TV e politica

Sono stato un pò di tempo all'estero (in Germania) e anche lì ogni tanto mi mettevo a guardare i programmi tv (sebbene ascoltare i film o gli show in tedesco sia un pò ostico). Comunque mi sono reso di una cosa: in Germania esistono sì dei talk-show, ma raramente vi compaiono personaggi della politica. In Italia, invece, è tutto un talk show politico dalla mattina alla sera. Ogni mattina abbiamo trasmissioni come Agorà su arai 3 e Omnibus su La7. Poi ci sono L'infedele il Lunedì (La7), Ballarò il Martedì (Rai3), Annozero il giovedì (rai3) e L'ultima parola il venerdì (rai2). Inoltre, quasi tutti i giorni, abbiamo politici che parlano a Porta a porta (rai1) o a Matrix (canale 5). Ma 'sti politici che stanno sempre in tv, dove lo trovano il tempo per lavorare? Siamo, ormai, nell'era della pura immagine. Non importa lavorare, importa apparire e parlare, fare tanti bla bla inutili. Così come inutili sono i video e le telefonate di Mister Big. Ascoltare i discorsi dei politici è diventato inutile, dato che non dicono nulla e che si parla solo di gossip, di foto che esistono o non esistono del Premier nudo con le ragazze del Bunga bunga. Magari è tutta una tattica per indurti a fare qualche abbnamento a qualche canale a pagamento per vedere la partita di calcio o a qualche vecchio film. E' tutto non solo inutile, ma parecchio noioso, anche. Eppure, stranamente, qualche programma ottiene buoni indici d'ascolto. Signfica che a qualcuno piace ascoltare i politici parlare in TV. O, semplicemente, essendo nell'era del Grande Fratello, ci si diverte a vedere i politici litigare per delle cavolate. Intanto loto si beccano un sacco di soldi e non lavorano. O forse credono di meritarsi tanti soldi perchè sono ormai delle star della TV. Intanto facciamo qualcosa di più serio: smettiamo di ascoltarli, leggiamo un buon libro oppure facciamoci qualche viaggetto su internet. Sempre meglio della TV.

giovedì 3 febbraio 2011

Diritto alla Privacy

Prendo spunto da una notizia di oggi. All'Università Cattolica di Milano hanno appeso una specie di manifesto, tratto dal film "Le vite degli altri", che parla delle vicende di una agente della stasi che spiava nella case degli altri, dove, al posto dell'attore hanno messo uno di giudici di Milano. Il messaggio, ovviamente è chiaro: i giudici di Milano sono degli spioni che violano la privacy della gente (in particolare di Mister Big). Probabilmente il manifesto è stato ideati da persone di CL, che fanno tanto i moralisti, solo che, chissà perchè, non sono tanto i festi di Arcore ad indignarli, ma il fatto che qualcuno intercetti le telefonate del premier. Invece voglio sottolineare che è ora di finirla con le difesa della privacy del premier. Diciamola tutta: chi vuole fare vita pubblica non ha diritto alla privacy. Se una persona ha intenzione di assumere un incarico pubblico, questa persona deve essere trasparente. Per votare una persona è assolutamente necessario conoscere quella persona, sapere hiè, da dove viene, cosa ha fatto, se ha avuto guai con la giustizia. L'elettore ha diritto di conoscere la dichiarazione dei redditi, la residenza, lo stato famiglia, gli esiti delle ultime analisi del sangue della persona che si è candidata. Soprattutto, è necessario sapere se quella persona ha avuto, o ha, scheletri nell'armadio. Rifaccio sempre lo stesso esempio: se io venissi a sapere che il pilota di un aereo ha partecipato la sera precedente ad un coca party, farei bene o farei male a denunciare il fatto all'autorità compentente? E se l'autorità rispondese alla mia denuncia dicendomi: "Stia zitto, questi sono fatti privati del pilota!". Sì, ma se il pilota ha un malore, rischia di far precipitare l'aereo e di uccidere i passeggeri. Nello stesso modo, è giusto che io conosca tutti i fatti privati di un candidato, perchè il candidato, una volta eletto, entrerà nella stanza dei bottoni e le sue decisioni avranno un peso rilevante anche sulla mia vita. Perchè dare il voto a uno che non conosco? E giusto o no che io possa decidere sulla base di informazioni dettagliate se quel candidato sarà una persona affidabile o no? Perciò chi si candida deve rinunciare alla privacy. Non solo prima delle elezioni, ma anche dopo, per sapere se la persona continua ad essere affidabile o no. Non si tratta di moralismo, ma di affidabilità. Questa cosa è ben nota agli americani, per cui basta un semplice scandalo o sospetto per contringere ad un importante uomo politico a dimettersi. In Italia no. Tuttavia, se una persona ha incarichi di elevata responsabilità, ma, soprattutto, le sue decisioni possono influire o negativamente sulle vite degli altri, è necessario sapere tutto di quella persona. Chiaramente, se uno fa vita privata, il discorso cambia, dato che tutto ciò che fa o dice è limitato solo alla sua sfera di vita personale. E' ora di iniziare a comprendere che per sapere se una persona sarà in grado di sovlgere il suo incarico, dobbiamo sapere come vive, cosa fa per vivere e chi frequenta. Niente privacy a chi ha incarichi pubblici.

martedì 18 gennaio 2011

Io sono leggenda

Che Silvio vada a puttane, sono affari suoi. Il problema è che puttane ci sta andando il paese. E nessuno si lamenta. Anche dopo l'ennesimo scandalo Ruby e festini, probabilmente vale il teorema per cui è meglio un gossip indecente rispetto alla verità. La verità fatta di persone che perdono lavoro, della benzina che aumenta sempre, del costo della vita, del debito pubblico alle stelle, della difficoltà per i giovani di trovare lavoro e di (dopo la riforma Gelmini) studiare. Ora, in tutti i giornali e talk-show si parla di "Berlusconi è libero di fare festini con chi gli pare" oppure "Berlusconi non è degno di rappresentare l'Italia". Francamente che Berlusconi vada a puttane o sotto un tram, non me ne può fregare di meno, se non avesse incarichi istituzionali. Se fosse un cittadino privato, sarebbero affari suoi. Ma chi ricopre incarichi istituzionali, per cui ogni decisione che prende ha delle ricadute anche sulle vite altrui, allora il discorso cambia. Ti faresti operare da un chirurgo che sniffa cocaina? Saliresti su un aereo il cui pilota si fa di eroina? Certamente, il chirurgo e il pilota potrebbero dirti che la droga è un affare privato, ma questo vale se loro, poi, se ne stanno chiusi in casa tutto il giorno. Se ciò che fai in privato ha delle ricadute su ciò che fai in pubblico, hai l'obbligo etico e morale di evitare di prendere delle brutte abitudini. Puoi andare a puttane, ma questo non deve comportare la possibilità di essere ricattati per non rimanere compromessi e di essere costretti a regalare soldi, case e cariche pubbliche. La politica è una cosa seria che deve essere fatta da gente seria. La politica dovrebbe essere un esempio di lavoro e sacrificio. Invece è diventato un casino, nel vero senso della parola. Dove sta il merito, se per fare carriera e arricchire basta aprire le cosce o porgere il culo? Ma dove sta, soprattutto, l'indignazione della gente che lavora con fatica giorno per giorno e cerca di insegnare ai suoi figli concetti come responsabilità, rispetto e onestà? Magari sono io che mi sbaglio: ormai tutti gli italiani sono come Silvio: mentono, vanno a puttane, riciclano i soldi altrui, assegnano incarichi di responsabilità a leccaculo idioti, raccontano barzellette idiote, bestemmiano ed evadono le tasse. Forse sono rimasto solo io a indignarmi. Io sono leggenda.

domenica 9 gennaio 2011

Il regno degli imbecilli

Un comico spagnolo in un programma televisivo ha detto questa battuta: "In Italia non è difficile trovare lavoro se persino uno che racconta le barzellette e palpa il fondoschiena alle ragazze riesce a diventare primao ministro". Il Fatto Quotidiano pubblica un articolo in cui si dice ch PD e PDL non rappresentano più il futuro in quanto non attraggono gli interessi dei govani. Probabilmente è vero, così come sarà vero che il 40% delle casalinghe voterebbe Berlusconi. Intanto si parla di uno scontro tra Berlusconi e Tremonti. Tremonti, che tiene ben chiusi i cordoni della borsa, vorrebbe sostituirso a Silvio dato che gode di maggiore prestigio e rispetto da parte della Comunità Europea. Non a caso Feltri sostiene che, essendo Tremonti il miglior ministro, è naturale che aspiri alla ledership. Infine la Russa si mette a litigare con i generali dell'esercito sul caso Miotto e pensa di organizre un mini Sanremo in Afghanistan. Intanto i problemi avanzano, come un fiume in piena inondazione, e non si arrestano. Sicramente ha ragione Grillo nel sostenere che il caso Battisti, così come prima il caso di Sarah Scazzi, è un modo pe ditrarre la gente dai veri problemi.

Il vero problema è solo uno: i soldi delle tasse non vengono spesi come si dovrebbe. Inoltre emerge una altro probelma: l'Italia non è più un paese in crescita. Gli italiani prima hanno accumulato qualcosa, chi più chi meno, adesso stanno rosicchiando quello che hanno messo da parte. Intanto benzina e bollette e altre tasse aumentano e nessuno fa niente per verificare l'effettivo livello di vita degli italiani. E i ministri non trovano di meglio che attibuire agli altri le colpe dei loro fallimenti. Per Sacconi se i giovani non trovano lavoro è colpa dei genitori che li inducono ad evitare di scegliere lavori un pò più umili per cui c'è richiesta. Nevica e si bloccano treni e autosrade? Di chie è la colpa? Certamente non di chi gestisce le autostrade (ormai privatizzate) o dell'amministratore delegato Moretti. Crollano i muri a Pompei? di chie è la colpa. Sicuramente non del ministro Bondi. L'abilità di tutti gli attuali ministri è lo scaricabarile e la menzogna. Per esempio, grande menzogna è ciò che ha detto il ministro Gelmini della riforma universitaria. Dato che in Italia il diritto allo studio è sancito dalla costituzione, che stabilisce che lo Sato Italiano debba farsi carico con borse e assegni del sostentmento degli studenti di famiglie povere, com'è che con la riforma Gelimni la gestione delle borse passa dagli enti regionali alla Consap S.p.A., una società privata che puzza di società finanziara che eroga prestiti ale famiglie che si indebitano sempre più prima ancora che i figli possao laurearsi e trovare (se lo travano) un lavoro? Almeno all'estero c'è la clausola che se trovi lavoro allora puoi restituire i soldi.

Ormai i deficit e le inadempienze dello stato sono sulle spalle degli italiani, ossia gli italani pagheranno con i risparmi, accumulati a prezzo di sacrifici, i servizi di cui avrebbereo diritto. E, intanto, continueranno a pagare sempre le tasse, sia dirette che indirette. Che dire? Non significa essere imbecilli, pagare due volte la stessa cosa? Probabilmente la tattica è fare in modo che ognuno di noi si senta un imbecille isolato, nel senso che se on ci rendiamo conto che altri sono insoddisfatti come noi, difficilmente possiamo pensare che qualcosa cambi, e lasciamo le cose come stanno. Questo spiegherebbe perchè le casalinghe amano tanto Berlusconi, dato che stanno spesso da sole in casa.