mercoledì 26 agosto 2009

Riflessione di mezza estate

In realtà, più che di mezza estate, sarebbe una riflessione di fine estate. Che novità ci sono, o dovrebero esserci? Invece delle novità, ci sono le assenze. Che fine ha fatto Mister Big? Ai primi di Agosto è andato in Abruzzo per vedere come sono le casette di legno per i terremotati. Solito discorsino, poi è sparito. Si è rifatto vivo per commentare i soliti spropositi di Bossi e dei leghisti: abbasso l'inno di Mameli, viva il dialetto, abbasso il sud sprecone e nullafacente, abbasso i clandestini extracomunitari ecc... Poi l'ultima sparata: le gabbie salariali, ossia adeguare i salari al costo delle vita del posto. A parte il fatto che tutti noi definiamo qusto periodo storico come era della globalizzazione, ossia era in cui i confini tra stati vengono ridotti (non le differenze), per cui, invece del dialetto, nelle scuole si dovrebbe insegnare l'inglese, lingua internazionale, al posto dell'italiano, ma che senso ha contrattare il salrio in base al costo della vita? Forse perchè è comparsa un'indagione statistica che ha rilevato che al sud il costo degli affitti è del 16% meno caro che al nord? A parte il fatto che, come abbiamo deto, per affidarci alle indagini statistiche bisogna, prima di tutto, conoscere in dettaglio la metodologia usata per raccogliere i dati, ma siamo sicuri che basta solo l'affitto (in media) meno caro per dire che al sud il costo della vita è meno caro? Da cosa dipende, in realtà, il valore delle cose? Non è che per caso al sud c'è meno domanda rispetto al nord di case, poichè molti giovani sono costretti a rimanere con i genitori visto che non hano lavori o stipendi tali da permettersi di pagare gli affitti? Come si sa, la legge fondamentale dell'economia è il rapporto tra domanda e offerta: se si abbassa la domanda, si abbassano i prezzi. Penso che questo sia un importante punto interrogativo e, come al solito, la classe dirigente non sembra che se ne stia occupando seriamente. Non solo. Come ho detto prima Mister Big è sparito. Fini che fa? Gli unici che propongono qualcosa sono Bossi & Co. L'opposizione? Tutto tace.

Per cui proponiamo noi qualcosa di nuovo per sistemare l'andazzo di cose in Italia. In Italia si dovrebbe istituire l'UFFICIO DEL LAVORO. I costi non sarebbero elevati, perchè basta usare le prefetture che già ci sono. Ogni italiano, compiuti i 18 anni d'età, dovrebbe OGNI ANNO recarsi nell'UFFICIO DEL LAVORO, per fare cosa? Per dichiarare cosa fa per vivere, dove risiede e dove è domiciliato. Inoltre, bisognerebbe imporre per legge che chi mente o fornisce dati falsi all'UFFICIO DEL LAVORO, rischia 5 anni di galera (minimo). Perchè? Per i seguenti motivi:
1. Emersione del lavoro nero. Chi campa con lavoretti in nero o saltuari, dichiara questo stato di cose all'UFFICIO, il quale, ovviamente, non manda in galera il lavorante in nero o la ditta che assume in nero, bensì raccoglie tutta una serie di informazioni utili che dovranno essere usate dal governo regionale o comunale per capire cosa si deve fare per ridurre il fenomeno del lavoro nero.
2. La tassazione. Se uno lavora in Italia e guadagna un sacco di soldi, ma dichiara di risiedere all'estero, deve pagare le tasse in Italia. In realtà, sarebbe giusto che le tasse vengano pagate nel posto in cui si lavora, anche se si ha la residenza altrove. Un italiano che lavora a Parigi paga le tasse in Francia. Un francese che lavora a Roma, paga le tasse in Italia. Questo perchè è giusto che la zona che offre più lavoro ha diritto a pretendere più tasse. Il discorso è più chiaro se parliamo di federalismo fiscale: se un calabrese si trasferisce a Milano per lavoro, ma mantiene la residenza, supponiamo, a Reggio Calabria, le tasse le deve pagare alla regione Lombardia. La regione Calabria non può pretendere nulla, perchè dato che la persona ha dovuto andarsene per trovare un lavoro, è sbagliato pretendere soldi da uno che non ha avuto possibilità di trovare lavoro nel paese o nella città in cui è nato. Inoltre è giusto che la persona goda di tutti i servizi del luogo in cui lavora, anche se ha la residenza altrove. Se fossimo in un contesto normale, questo discroso non avrebbe rilevanza. Ma in Italia non siamo in un contesto normale. Si sa che nelle regioni del sud la mafia la fa da padrone, impedendo ai cittadini onesti di lavorare in tranquillità. Molti meridionali si recano altrove per lavorare soprattutto perchè non possono far nulla al sud, dove la mafia strangola chiunque cerca di mettersi in proprio.
3. Assistenza a chi ha difficoltà a trovare lavoro. L'UFFICIO DEL LAVORO è un network, una rete, che mette assieme richieste ed offerte di tutta Italia (ed anche dell'Europa). Così una ditta di Bologna che ha bisogno di elettricisti può mettersi in contatto con persone di diverse parti d'Italia che cercano un lavoro da elettricista. Qualcuno potrebbe dire che già internet ora permette di stabilire questi contatti. E' vero, ma solo per il lavoro in ditte private. La novità sarebbe anche di mettere in contatto richieste di assunzioni da parte degli enti pubblici con persone che hanno titoli e requisiti per lavorare nel settore pubblico. In questo modo si vedrebbe subito se i concorsi sono pilotati o meno e si eviterebbe l'assunzione di gente raccomandata.
L'UFFICIO DEL LAVORO rappresenta un sistema integrato di raccolta di informazioni, volto a stabilire quanti italiani, o gente straniera residente in Italia, lavorano, che tipo di lavoro fanno e la qualità della vita conseguente ai guadagno del loro lavoro. A differenza di una normale società per sondaggio, i dati dell'UFFICIO DEL LAVOR sarebbere più attendibili perchè ogni italiano è OBBLIGATO a dare informazioni e perchè chi fornisce dati falsi sarebbe PERSEGUITO penalmente. Il lavoro è una cosa importante, perchè senza lavoro non si vive. E' giusto, perciò, che lo stato abbia informazioni attendibili sullo status lavorativo dei cittadini italiani, anche perchè lo stato stesso vive delle tasse pagate con il lavoro degli italiani.

domenica 16 agosto 2009

Sostiene Tremonti

Sebbene venga considerato come una specie di Mister No, in realtà Giulio Tremonti è un ministro che avrebbe delle buone idee, relativamente al modo di cambiare la gestione dell'economia in Italia, se non fosse per la palla al piede di Mister Big. Mentre Mister Big ha bisogno di denari per comprarsi l'approvazione della gente (vedi la Banca del Mezzogiorno) e sicuramente per tappare buchi imprevisti (vedi 35 milioni di euro spesi per non si sa che cosa), Tremonti ha proposto una serie di cose (anche se non sono, in realtà, una novità) che se venissero applicate determinerebbero dei cambiamenti positivi in Italia. Queste sono:
1. Il federalismo fiscale, quello vero, per intenderci, non quello finto della Lega. In altri termini, si dovrebero pagare le tasse prima ai comuni e alle regioni (per cui i membri dei consigli comunali e regionali devono essere letti dal popolo) e poi allo stato e infine all'europa. Il federalismo non è costoso, anzi, eliminerà strutture pubbliche ridondanti. Al limite metterà in maggiore evidenza quella parte d'Italia dove la politica è un continuo intralllazzo.
2. La tassazione di Bankitalia (e della BCE). Il tentativo non è riuscito, perchè, ovviamente, le banche private vogliono godere dei loro privilegi. Il punto è che il conio del denaro è un problema di livello europeo: bisognerebbe creare una zecca (quindi un istituto pubblico) europea.
3. Il rientro dei capitali all'estero. Finalmente si pensa a come colpire i grandi evasori fiscali. Anche in questo caso le proposte sono piuttosto timide. Sarebbe opportuno elaborare un principio molt chiaro: lo stato aiuta chi paga le tasse. Non è un ente di beneficenza. Inoltre, chi fa profitti in Italia, deve pagare le tasse in Italia, indipendentemente dalla sua residenza. Ricordiamoci di Maradona o Pavarotti o Rossi. Troppo facile dire: "Ho la residenza all'estero". Anche qui ci vorrebbe maggiore chiarezza a livello europeo: se uno ha la residenza a Roma ma lavora a Parigi, a chi deve pagare le tasse, all'Italia o alla Francia? Non è più come una volta quando si nasceva, si cresceva e si moriva sempre nello stesso paesino. Secondo me, le tasse vanno pagato al paese in cui si lavora, e non dove si ha la residenza. Questo è un principio importante, perchè è giusto stimolare i paesi con elevato tasso di disoccupazione a creare posti di lavoro, altrimenti più disoccupazione, meno tasse, meno servizi e maggiore scontento della gente.

Anche la pubblica amministrazione avrebbe bisogno di riforme serie, ma questo governo sembra il meno adatto. Sono fuori luogo le accuse di fannulloneria ai dipendenti pubblici del Ministro Brunetta, così come il Ministro per la semplificazione Calderoli non ha pensato ad eliminare le provincie, forse perchè molti leghisti sono presidenti di provincie del Nord. Accanto a Tremonti ci voerrebbero persone coraggiose e serie. Invece abbiamo persone ricattabili (vedi il premier) o dei fanatici che si perdono in sciocchezze come il dialetto nelle scuole (vedi i leghisti).

Si potrebbe fare, ma no si farà e, alla fine, le forze disgregatrici in Italia aumenteranno. La debolezza dell'attuale governo, nonostante i vani tentativi di nasconderla, è più che evidente. Ci vorrebbe uno che ha le idee chiare sulla forma futura da dare all'Italia.

martedì 11 agosto 2009

Riflessioni di mezza estate

Mentre milioni di italiani si fanno chilometri di code sull'autostrada, o viaggiano su treni senza aria condizionata e scassati per andare nei luoghi di villeggiatura, metrne i più importanti tg nazonali si ostinano a propinarci servizi sull'esodo dei vacanziari, su come si passa il tempo in spiaggia, sui flirt estivi o su come nutrire o portare fido a spasso, gli operai si barricano nelle fabbriche che vengono chiuse, il governo pensa a spaccare definitivamente l'unità d'Italia con le gabbie salariali, e io ho trovato il tempo di legger eil libro "PAPI" di Gomez, Lillo e Travaglio. La letture è sconcertante per due fondamentali motivi:
1. il primo è il fatto che ormai la stampa e i media italiani NON INFORMANO. Non abbiamo più professionisti del settore dell'informazione che cercano di indagare e capire quello che sta ora succdendo in Italia. Ormai il cittadino italiano è al di fuori di ogni possibilità di ottenere la giusta e corretta informazione, importante per sapere e decidere.
2. abbiamo un capo del governo totalmente inaffidabile. Dovrebbe essere rimosso al più presto dal suo incarico. Non ci sono idee serie e soprattutto manca la volontà di lavorare per l'interesse del paese.

Ma andiamo per ordine.

Non voglio soffermarmi sui gusti sessuali del premier, sui festini di Villa Certosa, sulle operazioni per piazzare nelle fiction, con l'aiuto di Saccà, le ragazze con cui stabilisce dei rapporti, o per farle eleggere nel parlamento nazionale, europeo, o nei consigli regionali, sui voli con gli aerei di stati nei quali viaggiano rpiù ragazze a amici del premier che personale dello stato.

Traggo spunto da alcune affermazioni della ex-moglie del premier, Veronica Lario, che, in modo conciso ma preciso, ha perfettamente delineato il cancro che avvelena l'attuale governo, in primis nella persona del premier.

La prima è questa: "Per una strana alchimia, il paese tutto concede e tutto giustifica al suo imperatore". Anch'io penso la stessa, identica cosa. In altri paesi, vedi gli USA, gli scandali di questo tipo avrebbero portato a inevitabili dimissioni. In Italia no. Fino a sentire parole di commevente sostegno, come quelle di Cossiga, che suggeriscono al premiere di non chiedere scusa agli italiani perchè trattasi di fatti personali. La tesi di Travaglio invece è opposta: gli italiani hanno diritto a conoscere i problemi, di natura psichica e fisica, del premier, dato che quest'ultimo ha la massima responsabilità in quanto guida del paese. Faccio il solito esempio: salireste a bordo di un aereo sapendo che il pilota sniffa coca? Come si fa a stare tranqulii con un premier che passa il tempo dietro alle gonnelle e arriva sempre in ritardo, o addirittura rimane assente, nei più importanti appuntamenti di politica? E soprattutto con un premier che si fa ricattare da un agente dei serivzi segreti, la cui moglie ha frequentato il premier, perchè degradato, o da una ragazzina appena diciottene desiderosa di fama e notorietà o da una prostituta delusa perchè non le è stato fatto un favore.

Di Armati, l'agente dei servizi segreti e ricattatore, e della Saint-Just, la signorina buonasera, potete leggere sul libro. Andiamo invece a descrivere cos'è successo veramente nella vicenda Noemi e D'Addario, la verità che i media non hanno divulgato, anzi, hanno volontariamente ignorato.

Caso Noemi: perchè il premier si è fatto fotografare a Casoria, zona popolare di Napoli, al compleanno della figlia di un messo comunale e della proprietaria di una profumeria (quindi persone poco importanti). Berlusconi ha cercato poi di giustificare la sua presenza dicendo che conosceva da tanto tempo i genitori di Noemi, da più di dieci anni. Ma Berlusconi come ha conosciuto Elio Letizia, padre di Noemi? Versione Berlusconi: Elio Letizia era autista di Craxi. Bobo Craxi ed altri ex del partito socialista negano di aver mai conosciuto un Letizia autista di Craxi. Versione Letizia: ho conosciuto Berlusconi a un congresso di Forza Italia nel 2001. Quindi da meno di dieci anni come sostiene Berlusconi. Inoltre Berlusconi avrebbe incontrato Noemi diverse volte e sempre in presenza dei genitori. Una volta Noemi è andata a Roma ad incontrare Berlusconi. In quella circostanza il padre preferisce andare a vedere l'amichevole della Roma con il maggiordomo, invece di stare con la figlia e il premier. O più semplicemente Noemi stava da sola. Infine la versione di Gino Flaminio, ex boyfriend di Noemi: Berlusconi vede un book con le foto di Noemi, le telefona direttamente, senza rivelare il suo nome agli inizi. Poi alla fine le si dichiara e la invita a Roma e a Villa Certosa per il capodanno 2009. Durante il soggiorno alla villa, Gino non riesce mai a parlare con Noemi. Dopo il suo ritorno i due si separano. Allora, come è andata veramente?

Noemi, in questo aiutata dalla madre, desidera entrare nel mondo dello spettacolo. Si reca in una delle tante agenzie per modelle e si fa fare un book fotografico (regallo di mamma). Un giorno passa Emilio Fede, prende alcuni book e se li porta in redazione, forse per vedere se può trovare una nuova mateorina. Berlusconi, dopo qualche tempo, sfoglia alcuni dei book di Emilio e si innamora di Noemi. C'è anche il suo numero di telefono e le telofona. Dopo qualche mese la invita. Noemi sa che la sua grande occasione è arrivata e, quindi, accetta gli inviti. Anche alla festa di Villa Certosa. I genitori sanno e approvano. Ma... Berlusconi è affidabile? Siamo sicuri che farà diventare Noemi famosa? Oppure addirittura la farà eleggere in parlamento? Magari ministro, come la Grafagna e le altre? Come fare? Semplice: chiediamogli di partecipare alla festa dei 18 anni. Ci facciamo fotografare con lui e automaticamente saremo intervistati da tutti i giornalisti. Così la fama è assicurata. Non è chiaro se Berlusconi ha accettato spontaneamente di partecipare alla festa di Casoria o se, invece, sia stato ricattato. L'ultima versione è la più probabile: se non vieni, te ne pentirai. Diremo cose che potrebbero rovinarti la reputazione. Cosa è successo a capodanno, quando Gino non riusciva a telefonare alla sua fidanzata?

Con la D'Addario, semplicemente tramite Tarantini, lei viene presentata a Berlusconi. La D'Addario vuole realizzare il sogno di suo padre: costruire un residence in Puglia. Spera che accontentando il premier, di ottenere qualche aiuto per ottenere i premessi necessari per la costruzione. Invece niente. Dato che già altre volte ha ottenuto fregature, aveva preso l'abitudine di registrare i dialoghi con i clienti, premier incluso. In seguito alla fregatura scatta la vendetta e spiffera la sua storia alla stampa. Il resto, anche qui, come nella storia di Noemi, è un continuo arrampicarsi sugli specchi da parte di Berlusconi e dei suoi "yes-men" per sminuire le confessioni della escort.

I goffi tentativi di nascondere la verità, più la mancanza di ogni cautela e ritegno nel frequentare decine di ragazze, reclutate tramite personaggi loschi, come Tarantini, oppure direttamente, come nel caso Noemi, l'uso dei voli di stato e l'impiego di carabinieri e personale del servizio di sicurezza alle dipendenze dello stato (quindi pagato con le nostre tasse) dimostra che siamo di fronte a dun serio problema. Farlo passare per semplic gossip da spiaggia è un errore. In primis, il premier ha sicuramente un problema di personalità. Il fatto di circondarsi di tante ragazze, di riempirle di gioielli, tutti uguali, a forma di farfalla o di tartaruga, di regalare soldi e auto (a proposito la BMW, che produce le mini, ringrazia) dimostra che il premier ama apparire potente e generoso, chiaro indizio del problema opposto, ossia quello di sentirsi insicuri e inadeguati. Sicuramente c'è poi la sindrome del Pigmalione, visto che a 70 anni suonati predilige le ragazze molto giovani o minorenni. Infine c'è qualche problema di QI, ossia di quoziente intellettivo, visto che si è fatto fregare (o ricattare) parecchie volte dalle tipe che sperano in validi contraccambi. Insomma, qualcosa non va nell'uomo. E quindi veniamo alla frase della Lario: perchè gli italiani lo lasciano fare? Quale alchimia consente all'imperatore, o al sultano, di fare tutto quello che vuole, senza una sonora a chiara protesta dei cittadini normali? Io avrei in mente delle risposte, che bisogna darsi, perchè, come dicevo, il problema non è un premier malato, ma un popolo insulso che non si interessa della qualità dei suoi politici. Secondo me:
1. Sicuramente gli italiani riflettono poco: non si informano a dovere e si accontantano della pappa delle tv e dei giornali. Il controllo dei media non è secondario, ma no è tutto. Se tv e giornali non dicono la verità, questa va ricercata altrove. E, in più, si deve sempre ragionare. Dato il seguente calcolo: 2 + ... = 5, è ovvio che il numero mancante è 3. La censura televisiva e la campagna denigratoria dei giornali hanno avuto qualche effetto, ma forse perchè gli italiani non si interessano tanto al caso.
2. "Con Francia o Spagna, purchè se magna": gli italiani sono dei qualunquisti. Destra, centro, sinistra? L'importante è stare con chi ci procura la pappa. Al limite, lo mandiamo al diavolo quando la pappa non c'è più.
3. "Chiagne e fotti": gli italiani sono maestri nella recita. Facciamo la sceneggiata, per dimostrare che stiamo male e dobbiamo pagare meno tasse, o che abbiamo diritto a maggiori interventi dello stato. Il concetto di verità, in Italia, non è molto apprezzato. Se il premier mente a noi, noi mentiamo al premier.
4. La famiglia viene prima della società: per gli italiani contano di più i legami stretti di parentela e di amicizia. Forse il concetto di società civile è troppo astratto. Così come è astratto il concetto di responsabilità verso il prossimo, anche se sconosciuto. facciamo del bene a chi conosciamo. Chi non conosciamo lo trascuriamo. Il premier apprezza gli amici e le belle donne che incontra. Chi non incontra, i disoccupati, gli studenti, la gente che fa fatica a campare, sono trascurati, visto che il premier non li invita a capodanno a Villa Certosa.

Non so se ho risposto all'interogativo. Tuttavia il futuro dell'Italia, a queste condizioni, rimane un grosso interrogativo. Ma una risposta deve esserci...

domenica 2 agosto 2009

Newton alla zecca inglese

Forse non tutti sanno che Newton, il grande scienziato inglese, nel 1696 divenne guardiano della zecca reale. Il posto gli fu trovato per dargli uno stipendio fisso. In quel periodo la zecca inglese attraversava un peiorodo di crisi. A differenza di oggi, allora il conio delle monete era effettuato, oltre che dalla zecca di stato, anche da privati. Il motivo era che la zecca, da sola, non era in grado di provvedere tutta la fornitura di denaro necessaria per l'Inghilterra e le sue colonie. Il problema, però, era che i privati tendevano a fare i furbi, nel senso che, per arricchirsi, mettevano nelle monete meno oro di quello staiblito per legge, rischiando, così, di far circolare moeta falsa. Uno dei più grando avversari dell'epoca fu William Chaloner, un fonditore privato, che arrivò a pretendere di sottoporre la zecca di stato al controllo dei suoi agenti. Newton, invece, non si perse d'animo, riorganizzò il lavoro all zecca e riuscì a trovare le prove delle truffe organizzate dai fonditori privati. Alla fine Chaloner, come molti altri, fu impiccato.

Perchè cito questo aspetto della vita di Newton? Per riconnettermi alla proposta del governo di tassare le riserve auree di Bankitalia. Forse non tutti sanno che La BCE e Bankitalia sono istituti privati. L'unità europea non è l'unità dei governi europei, bensì della banche centrali private. sapete cos'è il signoraggio? E cos'è la riserva frazionaria? E' il modo con cui le banche centrali si arricchiscono rendendo ognuno di noi debitore nei loro confronti. Ma come è possibile diventae debitori delle banche centrali? Semplice: lo stato rinuncia ad avere una zecca di stato e fa stampare i soldi ad un ente privato, la banca centrale. Lo stato emette delle obligazioni (i classici pagherò) che da alla banca centrale che a sua volta stampa i soldi che servono allo stato per pagare stipendi, servizi, ecc... Supoiniamo che lo stato abbia bisono di 100 euro. Allora emette dei pagherò di 100 euro che da alla banca che stampa il denaro. Supponiamo che il costo per produrre 100 euro sia un euro. Allora lo stato si impegna a restituire i 100 euro più 1 euro per il costo del denaro. Tuttavai, la banca si riserva di stabilire un tasso d'interesse sul debito (suppoiniamo il 10%), per cui alla fine lo stato deve restituire 111 euro. Chi da alla banca il diritto di stabilire gli interessi sul denaro prestato? Udite, udite: nessuno. In poche parole, è la banca che decide da sola quanti soldi in più deve restituire lo stato. Dato che la banca, dal punto di vista legale, è un privato, è come se io, avendo ricevuto una multa per divieto di sosta, andassi dai vigili e decidessi di pagare solo il 50% della multa. I vigili mi riderebbero in faccia. Perchè lo stato italiano (che siamo noi cittadini italiani) non ride in faccia alla banca centrale, quando questa pretende gli interessi? E' sulla base di questa pretesa infondata della banca centrale, che un professore di economia ha denunciato la stessa Banca d'Italia, stabilendo illegittimo la pretesa di interesse sul debito pe ril denaro stampato. La risposta della corte di cassazione fu: non tocca al giudice sindacare il modo in cui lo Stato italiano esplichi le proprie funzioni sovrane. Come dire: il signoraggio è al di là della legge. La Banca d'Italia, per prevenire ulteriori denunce da parte dei cittadini italiani, cita una sentenza della corte di cassazione, la sentenza del Giudice di pace di Lecce n. 2978/05. In poche parole, talle sentenza stabilisce che i singoli componenti delle collettività nazionali sono privi del potere di agire in giudizio per contestare le pubbliche potestà di emissione della moneta e di gestione del valore monetario. In altri termini, le banche centrali fanno quello che vogliono. Possono decidere di aumentare i tassi d'interesse oppure di abbassarli come volgiono. E a noi cittadini normali che succede? Semplicemente che da un momento all'altro possiamo ritrovarci a non essere più in grado di pagare le tasse del mutuo per la casa, dato che i capoccia della BCE hanno deciso di aumentare i tassi. Molto bene, non siamo nemmeno in grado di difenderci dalle speculazioni finanziarie che rischiano di impedirci di avere una casa e una vita tranquilla. La prima casa, quindi, non è un diritto ma una concessione della BCE. E' giusto che sia così?
Per questo sono d'accordo a tassare le banche centrali, anche se la manovra del goerno è ultra pasticciata, visto che le riserve aurifere sono tassate se il tassato, cioè la banca centrale, accetta di essere tassato. Ovviamente la risposta di Bankitalia e BCE è stato un fermo NO. In realtà, oggigiorno in Italia Newton sarebbe rimasto disoccupato, visto che non c'è più una zecca di stato. E i governi europei sono tutti più deboli di fronte al monolito della BCE. Ci vorrebbe una reincarnazione di Filippo il Bello, che non ha esitato a far torturare e bruciare i templari per disporre delle loro ricchezze. Siamo di fronte a governi europei poveri e impotenti contro una BCE ricca (basta vedere il valore del dollaro e della sterlina nei confronti dell'euro). Il governo sta andando nella direzione giusta, ma riuscirà a farsi rispettare? D'altronde, non essendoci leggi che governino il rapporto tra i governi e la BCE, alla fine l'ultima parola tocca al più forte. Ora come ora, i governi sono in una posizione di debolezza: se non possono spendere a causa del debito pubblico, a che servono?

Quella del formaggio

L'altro ieri Patrizia D'Addario ha fatto la sua prima uscita pubblica in un noto locale parigino. Agli ospiti maschi venivano regalate le maschere riproducenti la vaccia di Berlusconi. Ormai penso che tutti sappiano chi è Patrizia D'Addario. E' quella del formaggio. Il tizio del formaggio è quello che ti mette a posto. Se un bullo, che impone la sua autorità con la violenza, incontra uno ancora più bullo, allora ha trovato quello del formaggio. La cosa strana è che sia stata una escort a rovinare l'immagine di Berlusconi. Non sono state le fatidiche toghe rosse, nè i comunisti dell'opposizione e nemmeno il popolino italiano. E' stata una escort, alias una prostituta. Ovviamente quelli dell'entourage del premier hanno gridato alla tesi del complotto, ma, probabilmente, le cose sono più semplici di quel che si pensa. Avendo avuto a che fare con parecchi uomini, ed essendosi resa conto che la maggior parte degli "utilizzatori finali" erano tanto rapidi nel fare promesse quanto costanti nel disattenderle, ecco che le viene l'idea di registrare gli incontri, in modo tale che, se dovessero di nuovo rifiutare di accontentare le sue richieste, avrebbe usato le registrazioni per ricattarli. Lo stesso avrà pensato di Berlusconi. Meglio premunirisi per tempo, per essere sicuri, poi, di farmi dare quello che voglio. Travaglio aveva ben messo in evidenza, a suo tempo, il problema della ricattabilità del premier, che, forse per ingenuità o forse per eccessiva sicurezza, non si è peritato di controllare bene con quale tipo di ragazze andava ad incontrarsi. Sicuramente il premier non sta facendo una bella figura. Anzi, per dirla tutta, ha fatto proprio la figura del pirla, ben pubblicizzata dalla stampa estera ma, ovviamente, non dalla nostra. Vorrei però mettere in evidenza anche il fatto che se la D'Addario ha fatto fare una brutta figura al premier, nello stesso tempo ha fatto fare brutta figura al popolo italiano. Come? Semplicemente dimostrando di non essersi tirata indietro quando si doveva dichiarare o evidenziare le debolezze del premier. In altri termini, il popolo piglianculo italiano non batte ciglio e non si lamenta, nonostante i grossi problemi che questo governo sta creando alla qualità della sua vita, mentre una prostituta non si tira indietro quando c'è da evidenziare i panni sporchi di personaggi altolocati. Il popolo italiano è incapace di denunciare e lamentarsi. Scalfari si è appena lamentato nel suo editoriale del fatto che non si conosce la fine dei 35 miliardi di maggiori spese ordinarie fatte dal governo. A cosa servono questi 35 miliardi, come verrano utlizzati, ma, soprattutto, chi ha deciso di aumentare le spese ordinarie? Mentre in Italia, una prostituta ha il coraggio di lamentarsi perchè è stata pagata meno di quanto pattuito, il popolo italiano non si lamenta quando qualcuno gli soffia 35 miliardi sotto il naso (rammento che sempre di soldi derivanti da tasse si tratta. E chi le paga, le tasse? Chi lavora per privarsi una parte dello stipendio pagando le tasse?). La differenza tra il popolo italiano e le prostitute è che quest'ultime, almeno, si fanno pagare per farselo mettere in c...o. Gli italiani, invece, pagano perchè qualcuno glielo metta dentro.