giovedì 3 febbraio 2011

Diritto alla Privacy

Prendo spunto da una notizia di oggi. All'Università Cattolica di Milano hanno appeso una specie di manifesto, tratto dal film "Le vite degli altri", che parla delle vicende di una agente della stasi che spiava nella case degli altri, dove, al posto dell'attore hanno messo uno di giudici di Milano. Il messaggio, ovviamente è chiaro: i giudici di Milano sono degli spioni che violano la privacy della gente (in particolare di Mister Big). Probabilmente il manifesto è stato ideati da persone di CL, che fanno tanto i moralisti, solo che, chissà perchè, non sono tanto i festi di Arcore ad indignarli, ma il fatto che qualcuno intercetti le telefonate del premier. Invece voglio sottolineare che è ora di finirla con le difesa della privacy del premier. Diciamola tutta: chi vuole fare vita pubblica non ha diritto alla privacy. Se una persona ha intenzione di assumere un incarico pubblico, questa persona deve essere trasparente. Per votare una persona è assolutamente necessario conoscere quella persona, sapere hiè, da dove viene, cosa ha fatto, se ha avuto guai con la giustizia. L'elettore ha diritto di conoscere la dichiarazione dei redditi, la residenza, lo stato famiglia, gli esiti delle ultime analisi del sangue della persona che si è candidata. Soprattutto, è necessario sapere se quella persona ha avuto, o ha, scheletri nell'armadio. Rifaccio sempre lo stesso esempio: se io venissi a sapere che il pilota di un aereo ha partecipato la sera precedente ad un coca party, farei bene o farei male a denunciare il fatto all'autorità compentente? E se l'autorità rispondese alla mia denuncia dicendomi: "Stia zitto, questi sono fatti privati del pilota!". Sì, ma se il pilota ha un malore, rischia di far precipitare l'aereo e di uccidere i passeggeri. Nello stesso modo, è giusto che io conosca tutti i fatti privati di un candidato, perchè il candidato, una volta eletto, entrerà nella stanza dei bottoni e le sue decisioni avranno un peso rilevante anche sulla mia vita. Perchè dare il voto a uno che non conosco? E giusto o no che io possa decidere sulla base di informazioni dettagliate se quel candidato sarà una persona affidabile o no? Perciò chi si candida deve rinunciare alla privacy. Non solo prima delle elezioni, ma anche dopo, per sapere se la persona continua ad essere affidabile o no. Non si tratta di moralismo, ma di affidabilità. Questa cosa è ben nota agli americani, per cui basta un semplice scandalo o sospetto per contringere ad un importante uomo politico a dimettersi. In Italia no. Tuttavia, se una persona ha incarichi di elevata responsabilità, ma, soprattutto, le sue decisioni possono influire o negativamente sulle vite degli altri, è necessario sapere tutto di quella persona. Chiaramente, se uno fa vita privata, il discorso cambia, dato che tutto ciò che fa o dice è limitato solo alla sua sfera di vita personale. E' ora di iniziare a comprendere che per sapere se una persona sarà in grado di sovlgere il suo incarico, dobbiamo sapere come vive, cosa fa per vivere e chi frequenta. Niente privacy a chi ha incarichi pubblici.

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