giovedì 12 maggio 2011

Italiani brava gente

Prendo un pò spunto dalle utlime vicende tra la Moratti e Pisapia per far capire come le cose in Italia non stiano affatto andando bene. Ormai, nelle campagne elttorali, non si parla più di problemi della gente e delle soluzioni possibili; ormai i candidati si buttano solo fango addosso, si condisce la campagna elettorale con veleni di ogni tipo, si cerca solo di sminuire l'altro. Almeno prima qualche motivo sociale ed economico lo si metteva. Sebbene fossero già divenuti slogan logori e inefficaci (Più lavoro per tutti! Più case per tutti! Più benessere per tutti!) almeno davano ai discorsi dei politici un senso un pò dignitoso. Ora invece siamo arrivato al livello della pura offesa.

Probabilmente ci sarà un grave problema alla base. Di fronte all'impossibilità di fare programmi, o meglio, di proporre programmi per poi doverli rispettare, è meglio buttrala in caciara. La cosa più preoccupante, comunque, sono gli elettori italiani. Ma ci rendiamo conto che tutti gli schemi sono saltati? Il problema maggiore è il motore economico. Chi e è che, adesso, con la crisi economica, riesce a muovere l'economia in Italia?

In Italia, qualche tempo fa, esistevano degli imprenditori che assicuravano una sorta di garanzia alla stabilità sociale. Questi imprenditori garantivano lo stipendio a molti italiani per pareccho tempo. Ora, con la delocalizzazione, i fallimenti e, soprattutto, con l'incapacità di portare avanti progetti a lungo termine, quest vecchie figure di imprenditori sono scomaprse. E non basta nemmeno la piccola e media impresa per sopperire alla scomparsa delle grandi imprese (Vedi Fiat e Parmalat). Questi grandi imprenditori garantivano stabilità sociale dal basso, fornendo redditi a famiglie per lungo tempo, e pretendevano una classe politica responsabile, per poter continuare, con tranquiliità, la loro attività d'impresa.

Ora, parafrasando un battuta del Gattopardo, i vecchi leoni o gattopardi sono scomparsi e il loro posto è stato preso da sciacalli, affaristi senza scrupoli che cercano di massimizzare il massimo profitto in breve tempo, creano aziende per giustificare fondi finanziari, esportano tutti i guadagni in società off-shore e nei paradisi fiscali e poi sarà quel che sarà.

E in Italia? In Italia i politici non sanno più che pesci pigliare. Sanno benissimo che senza una ripresa economica non possono garantire alcun miglioramento della società. E allora? O si chiamano in Italia imprenditori stranieri, che prendano in mani le redini produttive del paese, oppure si dovrebbe tornare alla vecchia industria di stato. Sembra che, con Tremonti, stia prevalendo questa seconda opzione.

Intanto, chi può, cerca di massimizzare i profitti se gode di un minimo di appoggio politico (vedi costo della benziana e delle bollette energetiche). Poi si vedrà.

In qualunque modo si guardi la situazione, rimane sempre sospesa la domanda dell'Innominato dei Promessi Sposi: E poi?

Intanto la caciara politica e il cattivo gusto continuano.

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