lunedì 21 dicembre 2009

Gelo metereologico e gelo morale

Ho appena dato un'occhiata ai racconti allucinanti delle odissee a cui son costretti alcuni cittadini italiani di fornte al caos trasporti che si sta verificando in questi giorni in Italia. Treni con ritardi di ore ed ore, ragazzi che non riescono ad arrivare a scuola, gente costratta viaggiare nel freddo, totale mancanza di informazioni, e così via. Mi ha colpito la testimonianza di una donna, che arrivata a Roma con un volo Alitalia poi è rimasta bloccata per tutta la notte in aeroporto e solo il mattino successivo, con un bus, ha raggiunto la sua meta finale, Napoli. In poche parole si chiedeva se, invece di comportarsi civilmente, si fosse messa a urlare e a spaccare tutto, avrebbe ottenuto più attenzione? Ormai si vive nella più totale apatia. Le cose si sfasciano e la gente non si prende più nemmeno la briga di reagire. Chi deve garantire il servizio semplicemente o sta zitto o chiede di non essere disturbato. Sicuramente non c'è la possibilità di fare nulla, quindi è inutile stare a sentire le lamentele della gente. Ma come si lamenta la gente? Limitandosi a fare domande o chiedendosi perchè paga le tasse? Però, alla fine, non si fa mai nulla. "A chi tocca non s'ingrugna". Se il bambino perde la lezione scolastica o se il cittadino italiano perde ore di lavoro... perchè pensarci? Tanto nessuno è responsabile dei disastri che stanno accadendo. Almeno Tartaglia ha avuto il coraggio di fare qualcosa. Uno psicolabile ha avuto più coraggio di fare di tutto il popolo italiano messo assieme. Dopo l'odissea, l'Ulisse italiano torna a casa dove trova la tivù e la sua pastasciutta e tutto viene dimenticato.

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