sabato 30 gennaio 2010

Italic (2)

Finalmente confindustria sta affermando che il numero di disoccupati in Italia supera il 10%. Ci stiamo avviando verso un lento, ma inesorabile declino. Mentre l'unica cosa di cui si occupano i governanti è quello di trovare il modo per bloccare le inchieste giudiziarie, mentre gli italiani fanno fatica a sposarsi e sempre più le donne italiane mettono al mondo pochi bambini e in tarda età, mentre gli immigratti continuano ad aumentare, mentre i redditi italiani sono tra i più bassi in europa e le tasse tra le più alte, mentre si santifica Bettino quando aparecchi dei soldi dei conti esteri viaggiano in giro per il mondo e mentre Mister Big truffa le sue stess televisioni per farsi qualche conticino estero per le vecchiaia (dal caso Parmalat al caso Mediaset), la nave Italic sta per speronare l'iceberg. Bisognerebbe fare qualcosa, ma i tg non fanno altro che parlare di casi di cronaca, della cisi della Juve e di come nutrire meglio i cani. NON SIAMO INFORMATI. Se qualcuno leva una voce di protesta viene tacciato di comunismo. Ma quali comnisti? Che senso ha lo stato italiano? Sembra di essere alla fine della seconda guerra mondiale, quando, deposto il duce, non si capiva più chi comandava in Italia. Se il probelma è lavorare sul PIL, allora dobbiamo intervenire sui lavoratori italiani e ricreare la forza produttiva italiana. Invece l'unica proposta del governo per rilanciare l'economia è quella di costruire il ponte sullo stretto. Ma se l'economia non tira chi ci passerà sul ponte. L'immensa opera (a carico dello stato e quindi a carico delle nostre tasse) finirà come il canale che collega il Mar Bianco con il Mar Baltico? Il canale, fatto cotruire da Stalin negli anni '30 usando gli schiavi dei gulag fu celebrato come un'opera magnifica, ma invece delle centinaia di navi alla fine era tanto se ci passava qualche chiatta al mese. Un'opera faraonica e inutile, visto che l'economia russa non giustifica una simile infrastruttura. Ma in russia c'era la dittatura. In Italia, teoricamente, c'è una Repubblica. Se le cose non vanno bene, è possibile dirlo e, soprattutto, qualcuno si assumerà le responsabilità di cambiarle?

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