martedì 2 agosto 2011

La figura del menga

Purtroppo, nonostante le mie raccomandazioni nel blog precdente, le cose vanno di male in peggio.

Nel pezzo preceente dicevo che è ora di interromepere il crcolo vizioso di malaffare tra imprenditori furbastri (che definisco sempre come i "furbetti del quartierino") e politici corrotti. Il politico corrotto si fa dare le tangenti dagli imprenditori, quindi si arricchisce. In cambio, usa i soldi pubblici (quindi i soldi del povero pantalone) per far arricchire l'imprendiore furbetto. Alla fine chi ci rimette sono i poveri cittadini che meriterebbero assitenza dallo stato, ma che non la ottengono perchè "mancano i soldi". Ma và?!

Ecco che pure Tremonti cade nel circolo vizioso, il Ministro dell'Economia stesso, lui che, in teoria,avrebbe potuto riformare il sistema di gestione dei soldi pubblici.

Invece si scopre che per qualche anno è vissuta in un appartmento intestato a Milanese, ora sotto indagine per corruzione e si scopre che Tremonti li pagava metà dell'affitto in nero (alla faccia della lotta all'evasione). Non solo, l'altra metà chi la pagava? Tra l'altro c'è unanorma di legge che stabilisce che se i contratti d'affitto non vengono registrati entro 30 giorni sono nulli. Chi paga e chi riceve i soldi senza un regolare contratto d'affitto evade le tasse. L'affitto della casa di Milanese ammontava a 8500 euro al mese. Tremonti ha dichiarato che ne pagava 4000 in contanti (alla faccia dello spesometro, ideato proprio dal Ministro stesso). Tremonti stesso, arrmpicandosi sugli specchi, dice di aver fatto una leggerezza (sempre il solito meccanismo: o ti fai passare per criminale oppure per stupido).
Alla fine rimane sempre un mistero chi pagasse l'altra metà. Milnee corre in aiuto a Tremonti e dichiara che metà affitto lo pagava lui, e l'altra metà Tremonti.

Tuttavia, precedentemente, un piccolo imprenditore edile, Tommasi di Lernia, dihiara che l'affitto lo pagava interamente Angelo Proietti, un imprenditre il quale, in cambio di questo favore riceve (indovinate un pò) appalti dall'ENAV e dalla Sogei, società pubblice suprevisionate dal (indovinate un pò) Ministro dell'Economia che è (indovinate un pò) Tremonti, appunto. E qui il circolo si chiude.

Meno male che il cancro peggiore dell'Italia è il circolo di malaffare tra imprenditori e politici, che determina un arricchimento di quest'ultimi a spese dei cittadini, che vedono i soldi delle loro tasse arricchire i soliti furbetti.

In altri paesi l lotta a questo sistema di malaffare sarebbe generale e sistematica da parte di tutta la cittadinanza. In Italia c'è, invece, un vago torpore, sotto questo punto di vista. Probabilmente perchè i media sono controllati dai politici, che fanno di tutto per mantenere la gente nell'ignoranza. Oppure forse perchè siamo arrivati al massimo livello di qualunquismo, per cui non ci si stupisce più di nulla, ormai. Anche Bersani ha perso parecchi punti, in seguito al caso Penati.

Ritornando al caso Tremonti, ci sono altri due elementi da evdenziare. Il primo è il famoso litigio tra Tremonti e Berlusconi dovuto al fatto che Tremonti temeva di finire sotto l'attacco della stampa berlusconiana, come successe al direttore dell'Avvenire Boffo. Il secondo è la giustificaione addotta da Tremonti per spiegare perchè avesse preso alloggio in casa di Milanese. Il motivo è che tremonti si sentiva spiato dalla Guardia di Finanza, in particlare dal Gen. Adinolfi e si vocifera che dietro il generale ci sia tato l'intervento di Berlusconi. Il problema è che Tremonti e Berlusconi sono arrivati ai ferri corti verso la fine dll'anno scorso, mentre Tremonti occupava già da un pezzo la casa di Milanese. Comunque, stando a queste voci, ora si scopre che c'è una guerra in atto tra Tremonti e Berlusconi. A questo punto, uno dei due (più probabile Tremonti dato che l'altro è il capo del governo) dovrebbe dimettersi e andarsene, visto che non esise più alcun rapporto (se c'è mai stato) di fiducia tra i due. Bisognerebbe vedere poi la reazione di Bossi alle eventuali dimissioni di Tremonti.

Alla fine della fiera, rimane il fatto che in un paese come l'Italia, con un'elevatissima percentuale di evasione, che dovrebbe essere combattuta dalla Guardia di Finanza, la stessa Guardia di Finanza ne esce cone le ossa rotte. Si ritorna sempre ai vecchi metodi piduisti per cui c'è sempre qualcuno che "rema contro" dall'interno. Questo a scapito di trasparenza e legittimità. Non è bene che il capo dela Guardia di Finanza, lo stesso Ministro dell'Economia, dichiari che nel suo corpo ci siano manovratori e trame oscure.

Intanto gli evasori fiscali si stanno godendo lo spettacolo

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