domenica 2 agosto 2009

Newton alla zecca inglese

Forse non tutti sanno che Newton, il grande scienziato inglese, nel 1696 divenne guardiano della zecca reale. Il posto gli fu trovato per dargli uno stipendio fisso. In quel periodo la zecca inglese attraversava un peiorodo di crisi. A differenza di oggi, allora il conio delle monete era effettuato, oltre che dalla zecca di stato, anche da privati. Il motivo era che la zecca, da sola, non era in grado di provvedere tutta la fornitura di denaro necessaria per l'Inghilterra e le sue colonie. Il problema, però, era che i privati tendevano a fare i furbi, nel senso che, per arricchirsi, mettevano nelle monete meno oro di quello staiblito per legge, rischiando, così, di far circolare moeta falsa. Uno dei più grando avversari dell'epoca fu William Chaloner, un fonditore privato, che arrivò a pretendere di sottoporre la zecca di stato al controllo dei suoi agenti. Newton, invece, non si perse d'animo, riorganizzò il lavoro all zecca e riuscì a trovare le prove delle truffe organizzate dai fonditori privati. Alla fine Chaloner, come molti altri, fu impiccato.

Perchè cito questo aspetto della vita di Newton? Per riconnettermi alla proposta del governo di tassare le riserve auree di Bankitalia. Forse non tutti sanno che La BCE e Bankitalia sono istituti privati. L'unità europea non è l'unità dei governi europei, bensì della banche centrali private. sapete cos'è il signoraggio? E cos'è la riserva frazionaria? E' il modo con cui le banche centrali si arricchiscono rendendo ognuno di noi debitore nei loro confronti. Ma come è possibile diventae debitori delle banche centrali? Semplice: lo stato rinuncia ad avere una zecca di stato e fa stampare i soldi ad un ente privato, la banca centrale. Lo stato emette delle obligazioni (i classici pagherò) che da alla banca centrale che a sua volta stampa i soldi che servono allo stato per pagare stipendi, servizi, ecc... Supoiniamo che lo stato abbia bisono di 100 euro. Allora emette dei pagherò di 100 euro che da alla banca che stampa il denaro. Supponiamo che il costo per produrre 100 euro sia un euro. Allora lo stato si impegna a restituire i 100 euro più 1 euro per il costo del denaro. Tuttavai, la banca si riserva di stabilire un tasso d'interesse sul debito (suppoiniamo il 10%), per cui alla fine lo stato deve restituire 111 euro. Chi da alla banca il diritto di stabilire gli interessi sul denaro prestato? Udite, udite: nessuno. In poche parole, è la banca che decide da sola quanti soldi in più deve restituire lo stato. Dato che la banca, dal punto di vista legale, è un privato, è come se io, avendo ricevuto una multa per divieto di sosta, andassi dai vigili e decidessi di pagare solo il 50% della multa. I vigili mi riderebbero in faccia. Perchè lo stato italiano (che siamo noi cittadini italiani) non ride in faccia alla banca centrale, quando questa pretende gli interessi? E' sulla base di questa pretesa infondata della banca centrale, che un professore di economia ha denunciato la stessa Banca d'Italia, stabilendo illegittimo la pretesa di interesse sul debito pe ril denaro stampato. La risposta della corte di cassazione fu: non tocca al giudice sindacare il modo in cui lo Stato italiano esplichi le proprie funzioni sovrane. Come dire: il signoraggio è al di là della legge. La Banca d'Italia, per prevenire ulteriori denunce da parte dei cittadini italiani, cita una sentenza della corte di cassazione, la sentenza del Giudice di pace di Lecce n. 2978/05. In poche parole, talle sentenza stabilisce che i singoli componenti delle collettività nazionali sono privi del potere di agire in giudizio per contestare le pubbliche potestà di emissione della moneta e di gestione del valore monetario. In altri termini, le banche centrali fanno quello che vogliono. Possono decidere di aumentare i tassi d'interesse oppure di abbassarli come volgiono. E a noi cittadini normali che succede? Semplicemente che da un momento all'altro possiamo ritrovarci a non essere più in grado di pagare le tasse del mutuo per la casa, dato che i capoccia della BCE hanno deciso di aumentare i tassi. Molto bene, non siamo nemmeno in grado di difenderci dalle speculazioni finanziarie che rischiano di impedirci di avere una casa e una vita tranquilla. La prima casa, quindi, non è un diritto ma una concessione della BCE. E' giusto che sia così?
Per questo sono d'accordo a tassare le banche centrali, anche se la manovra del goerno è ultra pasticciata, visto che le riserve aurifere sono tassate se il tassato, cioè la banca centrale, accetta di essere tassato. Ovviamente la risposta di Bankitalia e BCE è stato un fermo NO. In realtà, oggigiorno in Italia Newton sarebbe rimasto disoccupato, visto che non c'è più una zecca di stato. E i governi europei sono tutti più deboli di fronte al monolito della BCE. Ci vorrebbe una reincarnazione di Filippo il Bello, che non ha esitato a far torturare e bruciare i templari per disporre delle loro ricchezze. Siamo di fronte a governi europei poveri e impotenti contro una BCE ricca (basta vedere il valore del dollaro e della sterlina nei confronti dell'euro). Il governo sta andando nella direzione giusta, ma riuscirà a farsi rispettare? D'altronde, non essendoci leggi che governino il rapporto tra i governi e la BCE, alla fine l'ultima parola tocca al più forte. Ora come ora, i governi sono in una posizione di debolezza: se non possono spendere a causa del debito pubblico, a che servono?

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