domenica 16 agosto 2009

Sostiene Tremonti

Sebbene venga considerato come una specie di Mister No, in realtà Giulio Tremonti è un ministro che avrebbe delle buone idee, relativamente al modo di cambiare la gestione dell'economia in Italia, se non fosse per la palla al piede di Mister Big. Mentre Mister Big ha bisogno di denari per comprarsi l'approvazione della gente (vedi la Banca del Mezzogiorno) e sicuramente per tappare buchi imprevisti (vedi 35 milioni di euro spesi per non si sa che cosa), Tremonti ha proposto una serie di cose (anche se non sono, in realtà, una novità) che se venissero applicate determinerebbero dei cambiamenti positivi in Italia. Queste sono:
1. Il federalismo fiscale, quello vero, per intenderci, non quello finto della Lega. In altri termini, si dovrebero pagare le tasse prima ai comuni e alle regioni (per cui i membri dei consigli comunali e regionali devono essere letti dal popolo) e poi allo stato e infine all'europa. Il federalismo non è costoso, anzi, eliminerà strutture pubbliche ridondanti. Al limite metterà in maggiore evidenza quella parte d'Italia dove la politica è un continuo intralllazzo.
2. La tassazione di Bankitalia (e della BCE). Il tentativo non è riuscito, perchè, ovviamente, le banche private vogliono godere dei loro privilegi. Il punto è che il conio del denaro è un problema di livello europeo: bisognerebbe creare una zecca (quindi un istituto pubblico) europea.
3. Il rientro dei capitali all'estero. Finalmente si pensa a come colpire i grandi evasori fiscali. Anche in questo caso le proposte sono piuttosto timide. Sarebbe opportuno elaborare un principio molt chiaro: lo stato aiuta chi paga le tasse. Non è un ente di beneficenza. Inoltre, chi fa profitti in Italia, deve pagare le tasse in Italia, indipendentemente dalla sua residenza. Ricordiamoci di Maradona o Pavarotti o Rossi. Troppo facile dire: "Ho la residenza all'estero". Anche qui ci vorrebbe maggiore chiarezza a livello europeo: se uno ha la residenza a Roma ma lavora a Parigi, a chi deve pagare le tasse, all'Italia o alla Francia? Non è più come una volta quando si nasceva, si cresceva e si moriva sempre nello stesso paesino. Secondo me, le tasse vanno pagato al paese in cui si lavora, e non dove si ha la residenza. Questo è un principio importante, perchè è giusto stimolare i paesi con elevato tasso di disoccupazione a creare posti di lavoro, altrimenti più disoccupazione, meno tasse, meno servizi e maggiore scontento della gente.

Anche la pubblica amministrazione avrebbe bisogno di riforme serie, ma questo governo sembra il meno adatto. Sono fuori luogo le accuse di fannulloneria ai dipendenti pubblici del Ministro Brunetta, così come il Ministro per la semplificazione Calderoli non ha pensato ad eliminare le provincie, forse perchè molti leghisti sono presidenti di provincie del Nord. Accanto a Tremonti ci voerrebbero persone coraggiose e serie. Invece abbiamo persone ricattabili (vedi il premier) o dei fanatici che si perdono in sciocchezze come il dialetto nelle scuole (vedi i leghisti).

Si potrebbe fare, ma no si farà e, alla fine, le forze disgregatrici in Italia aumenteranno. La debolezza dell'attuale governo, nonostante i vani tentativi di nasconderla, è più che evidente. Ci vorrebbe uno che ha le idee chiare sulla forma futura da dare all'Italia.

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