mercoledì 18 febbraio 2009

Politica matematica

In Italia occorrerebbe una politica matematica. Finora, o meglio, fina a Mani Pulite la politica in Italia era nient'altro che un semplice esercizio ideologico, stile Don Camillo e Peppone. Poi con l'iniziao dell'era berlusconiana compare una nuova forma di politica: la politica dell'immagine che consiste nel raccontare il meno possibile, nell'enfatizzare il dettaglio insignificante e nel trovare colpe in altri settori. In altri paesi, invece, si pratica la politica matematica. Come mai gli Stati Uniti, e non l'Italia, sono il paese più potente del mondo? Non è una questione di materie prime, lo dimostra il Giappone, che pur non avendone ha un'economia migliore della nostra. Non possiamo ancora giustificarci con la storia della seconda guerra mondiale, visto che è un evento avvenuto più di 60 anni fa. Il problema è che in Italia manca la politica matematica, che non è semplicemente politica economica (la crisi economica mondiale è la controprova che l'economia non è matematica). Per politica matematica si intende una politica in cui le decisioni non si prendono in base a una semplice convenienza o ideologia, bensì in base a dati oggettivi. Ad esempio, il federalismo ha una sua convenienza matematica, oltre che ideologica. La convenienza del federalismo è dimostrata dal fatto che Stati Uniti e Germania sono repubbliche federaliste. Non bisogna avere tre lauree per capire che il decentramento rende più flessibile la gestione dei problemi del paese. Decentramento oltre che politico anche economico, ovviamente, visto che servono i soldi per fare le cose. In Italia non si farà mai il federalismo, perchè gestire più denaro significa gestire più potere. Ma la matematica, e questo è il suo elemento fondamentale, alla fine ha sempre ragione. Perciò la politica centralista del governo italiano è condannata al fallimento. Il punto fondamentale è che per ogni evento bisogna identificare le sue precise cause. solo in questo modo il rimedio è efficace. Ad esempio, se una persona si ammala, e identifichiamo la causa di questa malattia in un virus o in una divinità maligna, è ovvio che il rimedio risulterà efficace se identifichiamo la vera causa (il virus). Nel caso contrario, possiamo adottare rituali e cerimonia contro gli spiriti maligni, ma l'ammalato sarà inseorabilmente condannato. Stesso discorso vale per la politica italiana: identifichiamo, sia da parte dei politici, che da parte della gente la vera causa del male negli spiriti maligni. Il vantaggio per i politici è evidente: possono nascondere le loro vere responsabilità. Lo svantaggio per la gente è evidente: non si riesce a capire perchè le cose in Italia non funzionino. E questo genere senso di frustrazione e impotenza. Un chiaro indizio del senso di impotenza è nella percentuale di gente che va a votare: se diminuisce, allora vuol dire che è aumentato il senso di impotenza e sfiducia. Ovviamente, i politici italiani, notoriamente carenti in fatto di lungimiranza, non si rendono conto che questo trend, alla fine, andrà contro di loro. La mancanza di fiducia di gran parte della gente rende altamente ingovernabile il paese. Non penso che occorra spiegare tale concetto, ma forse un esempio potrebbe chiarire il tutto. Sarebbe possibile circolare in automobile se la gente decidesse arbitrariamente di passare o non passare con il semaforo rosso? Se io decido di guidare l'auto, è perchè assumo che la gente si fermi all'incrocio quando il semaforo è rosso. Nello stesso modo, come posso essere sicuro che lo stato funzioni, se gran parte della gente, non andando a votare, non manifesta le use intenzioni o preferenze? Con la politica matematica non solo è chiaro ciò che vuole fare il politico, ma è anche chiaro cosa decide o preferisce la gente.

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