sabato 28 febbraio 2009

solidarietà per il signor Englaro

Il signor Englaro, il padre di Eluana, è dovuto andare dai carabinieri perchè accusato di omicidio. Oltre alla sofferenza di aver visto per 17 anni una figlia giacere su un letto, senza ormai alcuna speranza, deve anche adesso rendere conto (a chi? e perchè?) del fatto che alla figlia sia stata tolta la nutrizione. Per chi avesse visto i giornali o la televisione, quando intervistavano il signor Englaro, a casa sua si notavano (era evidentissimo) tantissime foto della figlia (foto di lei sorridente e felice) disseminate sui mobili. Chiaramente questo è il segno di un papà che ha amato tantissimo la sua unica figlia e che si è dovuto arrendere all'idea che non avrebbe mai più potuto rivederla così felice. Inoltre, sentiva fortissimo l'obbligo di far rispettare le volontà che la figlia aveva espresso. Magari qualcun altro al suo posto avrebbe pensato al contrario, mantendendo sempre viva una speranza anche di fronte all'inelluttabile verdetto della realtà. Ma anche questa è una forma di egoismo. Di fronte alla fatalità, bisognerebbe che le cose procedano secondo natura, affidarsi alla volontà di Dio, come si diceva una volta. Questa è una forma di razionalismo dolorosa ma necessaria, anche perchè convincersi della possibilità di un'altra vita quando non è più possibile è come convincersi di poter vivere senza mangiare come fanno gli anoressici. Un conto sono i desideri, un altro il verdetto della realtà, come ho detto. forse in un paese più civile, le cose si sarebbero chiuse con un rispettoso e dignitoso silenzio. Ma siamo in Italia e la gente deve fare chiasso. Soprattutto chi, ex cathedra, pretende di sapere come stanno le cose senza aver vissuto un millisecondo la stessa esperienza che ha vissuto il Signor Englaro. E meno male che queste persone urlavano le loro critiche chiamando a sostegno la legge di Dio. A parte il fatto che è una bestemmia parlare in nome di Dio (solo uno ha potuto farlo e per questo, purtroppo anche lui, è stato giudicato e condannato), nessun uomo, in realtà, può parlare in nome di Dio, quello che mi irrita maggiormente è il fatto che in base a pretese ideologiche si abbia il diritto di fregarsene della sofferenza degli altri. Il Signor Englaro ha dovuto chiedere l'aiuto di un avvocato per creare un filtro tra lui e i cosiddetti "benpensanti" italiani. Per quest'ultimi vale l'accusa che Gesù rivolse ai farisei: "Voi caricate la gente di pesi che non muovete neanche con un dito". E' facile essere giudici per partito preso. E' più difficile, molto più difficile, aver rispetto del profondo dolore degli altri. Non auguro a nessuno di dover vivere l'esperienza della perdita di un figlio come hanno vissuto il Signor Englaro e la moglie (che, tra l'altro, è malata) . Però mi verrebbe da augurarlo ai "benpensanti" italiani, sebbene molti tra questi non abbiano figli. Beh, meno male.

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