sabato 9 maggio 2009

Italia in crisi (3)

Nonostante i continui avvisi di un'imminente ripresa economica del pifferaio di Hamelin e un'interpretazione alquanto ridicola della cause della crisi economica (la crisi sarebbe solo il frutto di paure e timori infondati, quindi solo un'impressione psicologica, sempre secondo il pifferaio) dobbiamo prendere atto che in realtà la crisi c'è e che durerà parecchio. Il problema è che nessuno sa quanto è vasta e quanti fattori contribuiscono a questa crisi. Forse possiamo tentare di dare un'interpretazione. E' chiaro che lo sviluppo economico è gestito da pochi potenti gruppi di affari, che grazie alle enormi ricchezze accumulate condizionano lo status politico ad anche tecnologico di intere nazioni. Ad esempio, da anni si parlano di motori automobilistici che con un litro di benzian riescono a fare anche centinaio di km. Come mai non sono sul mercato? Ad esempio, non si potrebbe fare un'auto, in cui invece del solito motore a 4 cilindri, si mette un piccolo motorino, da 50 cc che alimenta una dinamo che produce energia elettrica a sufficienza per far muovere l'auto. Se riesco a far muovere un'auto da 4 quintali con un motorino da 50 cc, quanta benzina si risparmierebbe? Perchè nessuno ci pensa? Forse perchè chi vende il petrolio deve essere sicuro di avere sul mercato qualcuno che gli compri tonnellate di greggio? Sebbene non posiamo avere dati oggettivi, però è chiaro che il mercato dell'auto non è un mercato "libero". Perchè si vendono tanti SUV nonostante il prezzo della benzina sia alto? C'è sicuramente un cartello tra case automobilistche e produttori di petrolio. E i capi politici lo sanno. Ora la Fiat ha acquisito la Crysler, famosa perchè produce SUV, van e macchinoni fino anche a 7000 cc. Dietro questa manovra non ci sta la genialità di Marchionne o l'incapacità dei manger Crysler. Dietro questa manovra ci sta la nuova povertà di milioni di americani che hanno smesso di comprare auto perchè non possono permettersi di pagare il rifornimento. Ecco allora la necessità di auto con motori più piccoli e meno assetati. Non è strategia economica. I gruppi di affari non sanno guardare il futuro. Pensano solo di reagire al presente. Oltre a questo, si aggiunge il problema che i grandi gruppi economici, a causa della loro complessa burocrazia, hanno meno capacità di reagire tempestivamente alle crisi di mercato. Ciò favorisce invece quei gruppi economici (vedi Cina) che, proprio perchè esiste un regime che protegge e garantisce assoluta autonomia alle ditte, riescono a prosperare nonostante, paradossalmente, operino in un regime comunista che, per definizione, è illiberale. Queste ditte, libere da gravami e controlli burocratici, possono subito modificare il loro asset di mercato già prima che la crisi raggiunga il culmine. Ovviamente c'è ancora parecchio lavoro da fare. Il problema dei paesi occidentali è il controllo dell'opinione pubblica, ossia il condizionamento del pensiero umano, in modo da indurre le persone a ritenere conveniente e "figo" l'acquisto di un SUV nonostante, invece, a livello razionale sia una stronzata pazzesca. Nei paesi comunisti questo problema è sentito in misura meno rilevante, dato che i cittadini non hanno molte alternative tra cui scegliere. I cinesi pensano che l'unica strategia vincente per sbaragliare i concorrenti sul mercato sia vendere a prezzi bassi. In realtà, se in america ed europa molte persone diventano povere, anche i cinesi ne risentiranno. Occorre qualcosa di nuovo, nel senso che l'deale sarebbe modificare gli usi e costumi delle persone. Occorrerebbe creare una nuova filosofia di vita che renda più semplice e soprattutto meno inquinante il nostro modo di vivere. Occorre sprecare di meno. Ad esempio:
1. Perchè costruire nuove case e non ristrutturare quelle vecchie? In quasi tutte le città italiane ci sono interi quartieri di case vecchie da ristrutturare e rimettere in vendita.
2. Perchè non sviluppare l'eolico e il solare almeno per l'energia ad uso civile? In questo modo diventiamo più indipendenti dal petrolio, che può essere usato per altri scopi.
3. Perchè non rivedere il settore dei trasporti? costruire aerei, navi, treni, auto meno inquinanti? Le navi mercantili, ad esempio, potrebbero sfruttare energia eolica e solare per muoversi.
Il passaggio dai combustibili fossili alle nergie rinnovabili potrebbe avvenire gradualmente: prima si creano motori ibridi; poi, con lo sviluppo tecnologico nuovi motori che usano solo energia rinnovabile.
Qeusto potrebbe essere una nuova strategia di sviluppo. Chiaramente, però, le vecchie lobby del petrolio continueranno lo stesso ad influire sul sistema dei consumi. A questo punto occorre una nuova coscienza che induca ognuno di noi a cambiare le strategie produttive. Dobbiamo quindi smetterla di ascoltare i pifferai magici.

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