martedì 9 giugno 2009

Contro i bipartisan

Dopo le elezioni, anche se alle amministrative il centrodestra canta vittoria contando il numero di provincie e comuni conquistati o ancora da conquistare con i ballottaggi, sebbene il voto a un politico locale ha motivazioni diverse rispetto al voto a un politico nazionale o europeo, emerge il problema del nuovo assetto politico da dare all'Italia. Non so se i sondaggi davano pirma al 50% il PDL. Se fosse così, bisognerebbe licenziare chi li ha fatti, o non pagargli il contratto. Non so se veramente, da come si dice in giro, la stampa di Mister B ha tenuto nascosot la vendita di Kaka al Real. Mister B prende in giro pure i tifosi del Milan! No so se dalle pagine di cornaca dei tg e dei giornali sono state tolte, o minimizzate, le notizie degli stupri a Roma, sotto il governo del centro destra. Sta di fatto che dai risultati elettorali emerge che il PDL è pò meno simpatico. E dato che il PDL si incarna in un'unica figura, ciò significa che il pifferaio non riesce più a suonare bene il suo flauto. Non c'entra l'astensionismo, anche se questo è un altro dato rilevante delle elezioni che discuteremo in seguito. Al sud e nelle isole il motivo per cui il pifferaio è meno simpatico è chiaro: dacci i soldi. Niente soldi, niente voti. Visto che il sud è fondamentalmente poco produttivo, e deve essere sempre in qualche misura assistito, se non gli si da un pò di gas, non si va avanti. Il dato più eclatante è la Sicilia. Con Cuffaro tutti i seggi avevano votato Mister B. Ed ora? Nel Nord si preferisce la Lega. Forse qualcuno pensa che la xenofobia della gente abbia favorito la lega. In realtà non è proprio così. L'arma principale della Lega, al Nord, è il federalismo. Federalismo significa, o dovrebbe significare, fare in modo che le tasse vadano al comune o alla regione in cui si vive e che non vengano invece usate per chissà quali altri scopi. Quando si sente dire che nel trentino la regione ti paga il 50% del mutuo casa a fondo perduto e che là i servizi funzionano (ospedali, scuole, strade, ferrovie, ecc...) è comprensibile che chi lavora e paga le tasse desideri ricevere lo stesso trattamento. Il federlismo, però, come abbiamo detto, va conto il centralismo statale, che non è prerogativa del PD, come dice Mister B. Anche Mister B è per il centralismo statale, ma per uno stato assente, uno stato che smette di assistere le regioni del Sud e che non da i servizi che si meritano le regioni del Nord. Mister B poi è bravo a correre e a farsi vedere a Napoli per il problema monnezza e a L'Aquila per il disatro del terremoto. In questo modo si fa credere alla gente che lo stato è presente. Ma è meglio avere un presidente del consiglio assente che alla fine caccia soldi veri, o un presidente sempre presente, ma che non ha ancora cacciato un euro? Si tirino fuori i soldi e si dia inizio ai lavori. Cosa è venuto a mancare a Mister B. E' venuto a mancare il sostegno dell'immagine. Cercare di tamponare, come dicevo, il "vero fare" con il "finto fare" ossia con immagini di attività che non corrispondono ad azioni reali, alla fine è risultato una strategia fallimentare.

Per il PD è andata peggio, perchè non è né carne, né pesce. Non si sa quali siano i programmi del PD. Non si dimostra come valida alternativa del PDL. Cerca di togliersi di dosso i partitini di sinistra, ma questi riescono lo stesso a racimolare voti. Chi è di sinistra non intende certo dare voti al PD. Chi è al centro non intende dare voti al PD perchè teme che il PD sia ancora di sinistra. Mentre l'IDV accoglie consensi perchè ha manifestato una sua chiara identità, il PD ha assunto sempre più un'immagine amorfa. E' meglio che i dirigenti del PD si sveglino, altrimenti fanno la fine della vecchia DC.

L'UDC diventa sempre più l'ago della bilancia. Bisogna vedere se quelli dell'UDC accettano (come sembra molto probabile) l'alleanza con il PDL. Un'alleanza difficile, visto che Lega e UDC non si vedono di buon occhio. Occorre dire, però, che l'UDC, a parte il tema della famiglie (caro a Casini che si fa fotografare con i bimbetti), non ha mai mostrato un programma attendibile su come affrontare la crisi economica. E' probabile che molti di quelli che hanno optato UDC in realtà fossero voti di persone che non vogliono votare PDL o PD.

C'è però un altro dato interessante, e qui mi collego al tema dei referendum. Il 20 e 21 giugno si dovrebbe votare per tre referendum. In poche parole votando si viene abrogata la norma che da il premio di maggioranza all'intera coalizione di partiti che ottengono più voti per la camere (primo referendum), per il senato (secondo referendum) e la norma che permette l'iscrizione dei candidati in più circoscrizioni (terzo referendum). Le norme più probelmatiche sono la prima e la seconda. Se passa il si, il premio di maggioranza viene dato al singolo partito che ottiene più voti. Per questo Lega, IDV, UDC ed altri partiti minori sono contrari a questo referendum. Dato che l'ultimo referendum che ha raggiunto il quorum è del 1995, i contrari al referendum consigliano agli italiani di astenersi dall'andare a votare. Così il referendum non raggiunge il quorum e tutto rimane com'è. Il promotore del referendum è il Sentaore Mario Segni, convinto sostenitore del bipartitismo. A parte il fatto che i risultati elettorali dimostrano che gli italiani non credono nel bipartitismo, dobbimao considerare che, a livello nazionale, quasi il 21% dei voti è andato a partiti di liste locali o nazionali che non hanno raggiunto il 4%. il più il 35,3% di italiani non è andato a votare. Ciò significa che, se sommiamo la percentuali di chi non è passato e di chi non ha votato, il 56% di italiani non è rappresentato nel parlamento europeo. In altri termini il parlamento europeo rappresenta effettivamente soli il 44% di italiani. Se vincono i si al referendum, c'è il rischio che il parlamento italiano perda la sua funzione principale: rappresentare appunto il popolo italiano. Il voto proporzionale garantiva abbastanza efficacemente la rappresentatività del parlamento. Il sistema maggioritario, invece, va contro la rappresentatività. Il sistema maggioritario è in voga nei paesi anglossassoni, dove il rapporto tra stato e cittadino praticamente non esiste. Negli Stati Uniti e in Inghilterra lo stato non si occupa del cittadino, lo stato non è altro che un amministratore che deve far funzionare la cosa pubblica. Non a caso anche negli Stati Uniti e in Inghilterra ci sono perecentuali alte di astensioni al voto. In Italia, così come nell'Europa continentale, lo stato deve occuparsi del cittadino. Il cittadino ha tutto l'interesse, quindi, a mandare in parlamento quelle forze politiche che più curano i suoi interessi. E più è complessa la società, più aumentano e si differenziano le forze politiche. Segni non ha capito due cose: 1. In Italia il maggioritario non funziona perchè chi vota ha interesse a ricevere qualcosa in cambio; 2. L'Italia non è un paese omogeneo e la sua eterogeneità sta aumentando. I musulmani, in Italia, per chi dovrebbero votare? La gente di colore, in Italia, per chi dovrebbe votare? I giovani, in Italia, per chi dovrebbero votare? Nei paesi anglossassoni il voto ha un significato più astratto. Obama è stato votato perchè rappresentava il cambiamento. In Italia, forse qualche tempo fa, era così. Adesso non esistono più questioni ideologiche (valori cristiani contro valori comunisti, Don Camillo vs. Peppone). Adesso si vota per avere un lavoro stabile la possibilità di acquistarsi una casa. Segni è destinato ad uscire di scena.

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