giovedì 18 giugno 2009

Geopolitica italiana

Di fronte alla necessità di superare la crisi economica, si pone come centrale la capacità geopolitica della classe dirigente italiana. Detto in parole povere, l'Italia deve essere capace di "succhiare" capitali dall'estero. Se osserviamo bene in giro e cerchiamo di capire come funzionano le cose, invece di limitarci a vedere gli show della De Filippi, scopriamo che ogni paese ha sempre cercato di definire un ben definito ruolo internazionale. Dopo il crollo del muro di Berlino, che vedeva un mondo diviso a metà più un non precisato terzo mondo, adesso, nell'era della globalizzazione, diversi paesi hanno cercato di ritagliarsi un nuovo assetto geopolitico. Il risultato è la fine della superiorità USA. Lo si vede bene con Chavez nel Venezuela. Nonostante i reiterati tentativi di golpe, è ancora saldamente al potere, diversamente da quello che accadde ad Allende. I due personaggi politici sono fortemente diversi tra loro. Alla cialtroneria del primo si contrappone la serietà del secondo, però il secondo ha avuto la sofrtuna di insediarsi in piena guerra fredda, e il rischio della formazione di stati socialisti nel sud america era troppo pericoloso per gli USA per non reagire in qualche modo. Ma al di là di questo, oggi cabbiamo da fare i conti con la Russia, la Cina, l'India e il Brasile. Paesi giganteschi e con notevoli problemi al lror interno, ma sicuramente sempre più agguerriti e influenti dal punto di vista geopolitico. La Russia si caratterizza come il fornitore privilegiato di gas all'Europa. E' probabile, però, che cercherà di fornire energia anche alla Cina, che cercherà sempre più di imporre i suoi prodotti in Europa eUSA, così come l'India e il Brasile. Tutti, insomma cercheranno di "succhiare" capitali da Europa e USA. L'USA è già nel mezzo della tempesta, visto il suo enorme deficit commerciale. A breve potrebbe entrare l'Europa. E L'italia? L'Italia del boom economico era una paese succhiatore. Vendeva prodotti di buona qualità a poco prezzo. Adesso i prodotti, che prima erano fatti in Italia, vengono fatti in altri paesi, come la Romania. Quindi le ditte italiane si arricchiscono, ma i capitali dove vanno a finire? Una parte di questi capitali viene usata per pagare stipendi a degli italiani? Forse si potrebero obbligare le ditte italiane che producono all'estero a comprare titoli italiani, in modo che lo stato usi i soldi per pagare gli stipendi a chi ha perso il lavoro perchè la ditta si è trasferita all'estero. Una strategia del genere venne usata dal Reich nazista tedesco. Se devi produrre, produci in patria. Se vuoi produrre all'estero, devi pagare un indennizzo alla patria, dato che non offri posti di lavoro. Bisogna considerare che i nazizsti ebbero successo in quento riuscirono a debellare la piaga della disoccupazione nella Germania d'allora. Forse questo potrebbe capitare anche in Italia. Chissà. Ma probabilmente no. L'Italia, come gli USA, vedrà incrementare il suo deficit commerciale e la disoccupazione. Siccome non abbiamo politici stile Obama, si creerà una pericolosa situazione di disagio sociale con probabili effetti involutivi. Bisogna, in qualche modo pensare ad escogitare un metodo per "succhiare" soldi dall'estero. Ecco alcune voci: turismo, trasporti, nuove tecnologie, nuovi farmaci e perchè no, università internazionali, capaci di attirare studenti stranieri. Ma chi saprà organizzare tutto questo, la Brambilla?

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