lunedì 29 giugno 2009

Madoff vs. Tanzi e l'economia in Italia

Madoff è stato condannato negli USA a 150 anni di carcere per aver rubati, si stima, 46 miliardi di euro. Dovrà farsi 150 anni di galera. Tanzi, in seguito al crack Parmalat (circa 14 miliardi di euro), invece è a piede libero e gestisce di nuovo una piccola impresa che sofrna cornetti.

Ho voluto sottolineare i destini diversi di due persone che sostanzialmente hanno fatto la stessa cosa: rubare i soldi ad altra gente per ottenere vantaggi personali. I destini sono diversi perchè i due paesi in cui sono avvenuti i fatti, USA e Italia, sono culturalmente ed eticamente diversi tra loro. Ma non solo. Purtroppo in Italia gli economisti sono inutili. Un economista per fare valide previsioni dell'andamento economico dei mercati deve dare per scontato che tutti gli attori del mondo del mercato seguano le stesse regole. Ciò potrebbe essere vero negli USA, ma sicuramente non lo è in Italia. Perchè? Perchè in Italia, chiunque voglia fare soldi deve trovarsi un santo in paradiso. In altri termini, deve pagare mazzette a qualche boss politico. Il vantaggio è reciproco: il politico si intasca i soldi che usa poi per comprarsi i voti e farsi pubblicità; l'imprenditore gode di qualche "scorciatoia" che gli permette di evitare le lungaggini burocratiche e i fastidi della concorrenza. Il problema è che questa "simbiosi" rischia di far saltare l'intero sistema se il rapporto imprenditore-politico viene, in qualche modo, incrinato. Anche negli USA si fanno giochi di questo tipo, ma fino ad un certo punto. Il fatto che Obama sia riuscito a far passare al congresso la legge per la riduzione del tasso d'inquinamento, mette a dura prova l'industria americana, dato che d'ora in poi le industrie che inquinano verranno tassate, e con le tasse si pagheranno nuovi posti di lavoro. Molti industriali avrebero preferito pagare mazzette, piuttosto che vedersi passare la legge di Obama. In Italia la simbiosi imprenditore-politico, che è stata scoperchiata nel 1992 con tangentopoli, è un'arma a doppio taglio: se scompaiono i referenti politici, l'imprenditore risulta spiazzato, perchè senza appoggio politico può fare fatturato. Nello stesso modo, anche il politico senza la mazzetta dell'imprenditore si trova in difficoltà, poichè senza soldi il politico italiano non può comprarsi i favori della gente, e pagare i giornalisti di tv e giornali che gli facciano buona pubblicità. In Italia il politico è amato solo se paga.

Quindi?

Quindi in Italia nuovi Tanzi cresceranno, mentre negli USA è probabile che qualcuno ci pensi due volte prima di fregare il prossimo. Questo non migliora il sistema economico italiano, anzi lo peggiora, perchè:

1. Il sistema basato sulle mazzette elimina la concorrenza. Viene meno il principio di "seleziona naturale" essenziale per la buona salute, in questo caso, delle imprese italiane.
2. Il sistema economico viene "inquinato" dalla politica. Diventa necessario, per le imprese, sostenere quei politici che possono costituire buoni referenti. Quanti soldi bisogna dare ai politici, invece di reinvestirli in attività produttive, per aiutare il politico?
3. Il costo della vita dei cittadini, a causa dell'assenza della concorrenza delle imprese e della necessità di pagamenti extra ai politici, aumenta. Ne è un bell'esempio Alitalia (adesso privatizzata). Quanto costa il volo aereo da Milano-Linate a Roma-Fiumicino? Il prezzo del biglietto è motivato solamente dalla qualità del servizio? Per non parlare di Telecom, Eni, Trenitalia, Tirrenia, ecc...
4. Le imprese italiane diventano succubi del politico che ha il potere. Se il politico cade in disgrazia, va in malora l'impresa che non si vede più concedere appalti o rimborsare i debiti.

Quindi?

Quindi, finchè in Italia ognuno non ricopre solo il suo ruolo, e cioè il politico fa il politico e l'imprenditore l'imprenditore, la cose non miglioreranno. Il sistema economico italiani è un gigante dai piedi d'argilla.

Probabilmente l'organizzatore del golpe anti-Berlusconi sono proprio le imprese italiane, stufe di continue bugie, di debiti mai rimborsati e di appalti promessi ma mai mantenuti (dov'è finito il ponte sullo stretto?).

Forse è arrivato il momento del divorzio tra il politico e l'impresa, anche se, in Italia, il termine "concorrenza" fa troppa paura. E' meglio barare al gioco, piuttosto che dimostrare di essere più bravi e competenti.

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